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    La storia dell’intelligence italiana di Thomas Saintclaire

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    Galvanica Bruni

    L’attività informativa,  più nota come “Intelligence”, è una attività che consiste nella raccolta di dati informativi necessari per pianificare una determinata attività: militare, politica, economica o tecnica.

    La disponibilità di dati informativi permette di conoscere le intenzioni della “minaccia” e pertanto di adottare le azioni più corrette. E’ questa la ragione per cui, specie negli ultimi decenni, straordinaria importanza ma anche eccezionali risorse sono confluite nell’intelligence.

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    L’importanza di questa attività molto complessa e la sua genesi ci viene narrata da Thomas Saintclaire (ovviamente uno pseudonimo) in “Servizi di Informazione e Sicurezza- L’evoluzione dell’Intelligence italiana dall’unità nazionale alle leggi n. 124/2007 e 133/2012” (Pag. 458, 35 Euro). Si tratta di un corposo volume di grande interesse ricchissimo di dati tecnici con una particolare attenzione agli “organici” dei “servizi” nell’arco di più di due secoli.

    Se la prima parte del volume ha prevalentemente una importanza storica, la seconda, che inizia dalla fine della 2° Guerra Mondiale fino ai nostri giorni, riveste uno straordinario interesse anche per chi non è un tecnico della materia perché illustra nel dettaglio quello che è il “potere dell’Intelligence” capace di modificare storia e destini di una nazione.

    Ovviamente in questo libro non si trovano risposte alle mille attività che hanno funestato il nostro paese: da Ustica alla bomba alla Banca dell’Agricoltura di Milano, dalla bomba alla stazione di Bologna agli “anni di piombo” e alla “strategia della tensione”.

    Però ci viene illustrato il meccanismo perverso che l’intelligence può assumere in relazione a quelle che sono le finalità di chi governa o gli obiettivi di chi, nel bene e nel male, influenza la nostra esistenza.

    L’Intelligence italiana, almeno fino alle ultime riforme legislative che hanno sottratto il monopolio dell’informazione alle Forze Armate, è stata una attività con forti “deviazioni” e una totale sudditanza nei confronti degli USA che hanno esercitato una fortissima pressione sull’azione dei “servizi”.

    Il panorama che esce da questo interessantissimo libro, sebbene in linea con quanto avviene in tutto il pianeta, è però desolante; l’Intelligence appare in tutta la sua evidenza non come utile strumento decisionale, ma come eccezionale “forza di potere”,  priva di scrupoli e di umanità.

    A dispetto di quelle che forse erano le intenzioni dell’autore, che non si esime dal lodare l’impegno degli uomini dei “servizi”, l’intelligence italiana con i suoi scandali, ruberie, compromessi e deviazioni, ne esce con le ossa rotte. Anche se probabilmente non avrebbe potuto andare in modo diverso.

    Questo libro ci mostra anche come il limite dell’intelligence sia l’intelligence stessa che senza uno strettissimo controllo costituisce attraverso il suo fortissimo potere (a cominciare dal famigerato “segreto di Stato”) in realtà una potenziale e gravissima minaccia.

    Francesco Gargaglia

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