Se in cerca di refrigerio si percorre di sera il lungotevere, è tutto uno scintillio di luci: gazebo, padiglioni, dehors illuminati a giorno; le luci si riflettono sulle acque scure con un effetto incredibilmente affascinante. E’ come se la vita notturna, abbandonate le strade dall’asfalto ancora caldo, fosse rifluita sulle sponde del fiume.
Una visione tanto allegra quanto tragica; potremmo paragonarla per assurdo alla “rianimazione” di un ospedale dove medici e infermieri brindano allegramente al capezzale dei moribondi. Già, perché la movida celebra i suoi rituali notturni al cospetto di un fiume che lentamente e inesorabilmente sta morendo.
E allora è naturale chiedersi a chi è che interessa veramente la sorte di questo fiume, il terzo per lunghezza in Italia, lo stesso fiume sulle cui sponde è nata e si è sviluppata la più grande civiltà nella storia del pianeta.
Basta avvicinarsi di giorno, quando le luci sono spente, alle sue sponde e alle sue acque per rendersi conto dello stato comatoso del fiume.
Il gran caldo e la conseguente siccità hanno ridotto di molto la portata dei fiumi (anche del 70%) facendo emergere non solo i fondali ma anche le tante grane. Di conseguenza è venuto allo scoperto non solo il letto del Tevere ma anche la sua lordura che da decenni si deposita sulle rive e sul fondo; acque verdastri soffocate da una vegetazione che prolifica per il caldo e sottrae ossigeno ad ogni creatura vivente.
E’ sufficiente scendere sulle rive polverose per vedere lo stato in cui si trova il fiume ridotto nella sua portata, con le acque lente e verdastri e la sporcizia incredibilmente diffusa ovunque; l’estate e le vacanze estive non sono certo una valida giustificazione per questo scempio ambientale che si va consumando sotto gli occhi distratti dei romani, impegnati sul lungotevere a trascorrere le calde serate fra spritz e shottini mentre il Tevere affoga nelle sue stesse acque basse e melmose.
Non saranno certo le piogge autunnali a ristabilire l’equilibrio perché stiamo parlando di una situazione compromessa da anni; certo le piogge magari abbondanti ci saranno, il livello delle acque tornerà a crescere ma le ferite resteranno. Intanto sul lungotevere la sera si consumano chiacchiere e drink come fosse una di quelle cerimonie stile anglosassone in cui si saluta il morto a funerali avvenuti.
Francesco Gargaglia
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Bell articolo, ma credo vi sia contenuto un grave errore : la vegetazione ,in genere, non ” sottrae ossigeno agli esseri viventi” ,ma ,al contrario, lo rilascia, assorbendo l anidride carbonica prodotta dagli uomini.. È una fortuna che , nonostante tutto,vi sia ancora vegetazione nelle cittá, che altrimenti sarebbero destinate ad una arsura insostenibile.
Gentile Laura io mi riferivo al fenomeno dell'”eutrofizzazione” ovvero il proliferare di alghe a causa della presenza nell’acqua di nitrati e fosfati. Inoltre la decomposizione delle molte alghe provoca un grave assorbimento globale di ossigeno. Comunque, Grazie.