Home AMBIENTE Più ambientalismo e meno natura, ma non è la giusta ricetta

Più ambientalismo e meno natura, ma non è la giusta ricetta

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Galvanica Bruni

La notizia poco piacevole che Roma, secondo quanto scritto da una rivista internazionale di turismo e’ la città più sporca del mondo ( seguita a ruota da New York), in fondo non ci sorprende. A dire che e’ sporca sono stai i 27mila intervistati  ma in realtà potrebbero essere anche i tre milioni di romani che vivono nella capitale.

Il record negativo e’ dovuto sì alle diverse amministrazioni comunali succedutesi negli anni che hanno portato Roma a guadagnare questo brutto primato ma è anche vero che c’è una forte complicità  dei romani nel rendere la città  sporca  e trasandata.

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Lo smaltimento corretto dei rifiuti e il ricorso, in caso di ingombranti, alle isole ecologiche, è un comportamento che non tutti riescono ad avere. Un qualcosa che può essere giustificato con la ” teoria dei vetri rotti” ( la città  e’ sporca e allora inutile avere un comportamento da persona civile). Ma sicuramente c’è qualcosa di più che affonda le sue radici più che in una mancanza  di educazione  civica  in una estraneazione con l’ambiente naturale.

Nonostante sfoderiamo in ogni occasione e con compiacimento il termine “green ” siamo agli antipodi del sentire in modo “green”. Certo la maggior parte di noi conosce i rischi che sta correndo il pianeta e vorrebbe fare di più eppure ci sono fattori che ci impediscono di entrare in sintonia con la natura. E quando parliamo di natura non ci riferiamo soltanto all’ambiente e alla sua salvaguardia,  ma ad un qualcosa a cui dovremmo essere intimamente legati.

Sarà forse colpa del modernismo, del globalismo, del consumismo, del  liberismo….vallo a sapere, fatto sta che mentre cresce la mentalità ambientalista decresce il nostro rapporto intimo con la natura.

Siamo ambientalisti e vogliamo salvare ma poi non ci facciamo il minimo scrupolo nel buttare le cicche in terra, nel lasciare un materasso o una lavatrice sul marciapiedi, nello scaricare calcinacci a bordo strada, nell’abbandonare copertoni usati su di un prato. Perché?

Forse perché non avvertiamo più la natura come un qualcosa in cui cercare conforto ai disturbi generati da un eccesso di modernità,  tecnologia,  benessere e consumi. A volte, ma sempre per un breve periodo che guarda caso coincide con le vacanze estive,  cerchiamo questo contatto in montagna o su di una spiaggia senza peraltro riuscirci completamente; troppi sono i condizionamenti.

Un “ritorno alla natura” non è più possibile dal momento che il “punto di non ritorno” lo abbiamo superato da un pezzo…Ma la ricerca di un contatto con la natura è ancora possibile. Non serve isolarsi o fare gli eremiti e neppure vivere in povertà come il “poverello do Assisi”. Va solo ritrovato quel rapporto antico quasi ancestrale con la terra attraverso comportamenti fatti non da rinuncia o privazioni ma dalla riscoperta di valori, tradizioni o semplici usanze di chi in passato ci ha preceduto nel cammino dell’esistenza.

Da questi valori ma anche dell’isolamento temporale da tutti gli “ismi” sarà forse possibile ritrovare quel legame con la natura fatto di rispetto e di intima comunione con tutto ciò che ci circonda. Non è affatto utopia; possiamo essere ambientalisti quanto ci pare ma senza un forte legame con la terra e la natura non cambieremo la nostra città che è la più sporca del mondo e neppure questo pianeta nella sua folle corsa verso il disastro.

Francesco Gargaglia

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2 COMMENTI

  1. I giudizi sulla sporcizia di Roma risalgono ai tempi del Grand Tour, e purtroppo nulla è cambiato con le nuove generazioni coetanee di Greta Thunberg.

  2. Concordo ma un paio di cose.
    Si parla di educazione civica , perché allora è stata cancellata dalle materie scolastiche ?
    Vero che era tata erroneamente equiparata a quelle materie “secondarie” tipo religione , applicazioni tecniche , ginnastica o musica però , però serviva , quantomeno per rendere noto ai novelli studenti che esistono regole , che ci sono comportamenti da DOVER seguire ; e che al contravvenire delle stesse ci sono sanzioni oltreché essere considerati “incivili”.
    Tralascio l’obbligo del servizio militare che anche per sei mesi , male non fa per ricordare obblighi e doveri ai futuri cittadini lavoratori.
    Ormai chi viene a Roma si sente libero di poter fare quello che vuole , travisando il significato di “Roma città aperta” , graffiti sui muri e monumenti , bagni nelle fontane storiche eccetera eccetera
    Considerato che esiste tra noi una notevole percentuale di zozzoni incalliti , perché non reprimere con serietà e durezza ?
    Perché non installare telecamere ? costano poche decine di euro e permetterebbero di identificare e sanzionare i “colpevoli” , oltre ad essere un deterrente.
    Chissenefotte della privacy se non hai nulla da nascondere
    Perché non istituire delle ronde sul lungotevere ? o nei parchi e giardini ? o nelle spiagge libere vittime di bivacchi notturni ( che nessuno vieta ma a cui è poi richiesto la successiva pulizia ) e tanto altro ancora
    Abbiamo Forze Armate non utilizzate , addetti alla Sicurezza che poltriscono in ufficio
    Credo che tutto questo sia voluto , non è solo incapacità , è anche convenienza nel non voler risolvere i problemi per potersi poi nuovamente presentare come i “risolutori”

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