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Roma come la periferia di Mumbai?

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Galvanica Bruni

A chi non è capitato di accompagnare dei conoscenti o amici in una visita guidata nella capitale alla ricerca di quella Roma che non c’è più: un itinerario tra antichi vicoli, minuscole piazzette, cortili ombrosi e vecchie botteghe. Un viaggio affascinante, mai deludente.

A noi è capitato in questi giorni con una giovane coppia del Trentino; anche loro volevano vedere la Roma “vera”, non quella delle cartoline  ma la città di Trilussa e Pascarella, quella per noi la più bella, quella che nasce ai piedi del Pincio e cresce attraverso via del Babbuino, Via Margutta, Via Frattina e poi Fontanella Borghese, San Lorenzo in Lucina,  Via della Scrofa con San Luigi dei Francesi, la piazza di Pasquino, Campo de’ Fiori, Via del Pellegrino…

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Eravamo convinti di aver stupito i nostri amici quando lui ci fa: “Senti Francesco, hai visto su Netflix quei recenti film prodotti in India? Sono dei polizieschi girati nelle periferie di Delhi e Mumbai”  Al nostro cenno di assenso lui continua: “Ecco, non ti sembra che questa Roma che ci fai vedere assomigli un po’ alla periferia di Mumbai?”.

Incassiamo malamente il colpo, non ce l’aspettavamo, cerchiamo di rispondere con spirito: “Guarda che la periferia di Mumbai è più pulita…”

Il guaio è che in quella battuta non c’è niente di spiritoso, perché lui  aveva ragione: il mio viaggio fantastico tra vicoli, piazzette, piccole chiese che ti lasciano a bocca aperta, era in realtà anche un viaggio tra spazzatura, bottiglie, gabbiani e cartacce.

La mia Roma (mica quella calcistica)  non l’avevo mai vista così sporca come negli ultimi 5-6 anni. A dire il vero ora che il tarlo di Mumbai ci si era incuneato nella mente stentavamo a riconoscerla.

Bici e monopattini accatastati a ridosso dell’arco di Porta del Popolo; bottiglie e lattine di birra  agli angoli delle strade; sacchetti di carta dei fast-food avanzi di cibo sui marciapiedi; erbacce nelle fessure dell’asfalto; pile di cartoni fuori dai locali; cornacchie che frugano sui sacchi neri abbandonati dagli incivili sui marciapiedi… e quel grosso gabbiano che  a colpi di becco smembra la carcassa di un piccione proprio in Via Giulia. Mancano solo le smagrite “vacche sacre”…

Nella Roma di Trilussa e Pascarella non ci sono più  i negozi degli  artigiani, fornai, restauratori, librai: al loro posto solo bar, pizzerie, pub e quegli anonimi negozietti di souvenir  per turisti con cianfrusaglie e attacchini magnetici “made” in PRC.

Sparite anche le piccole edicole sostituite da  enormi gazebo in stile finto-parigino che vendono di tutto: calendari, magliette, mug,  DVD, libri tascabili, lattine, succhi di frutta, gomme da masticare, penne, giocattoli.
E che ci fa quel “caldarrostaro” pakistano all’inizio di Via Frattina con 30 gradi all’ombra?

Perfino l’odore di Roma è cambiato; ora respiri quasi dovunque quest’aria greve che sa di olio fritto e spezie proveniente da striminzite cucine.

Ma il vero colpo di grazia ce l’ha dato  l’Antica Salumeria in piazza della Rotonda al Pantheon; quella bella, in marmi bianchi, con una storia iniziata a Norcia secoli fa e finita in una rivendita di cianfrusaglie per turisti in vena di economie.

Certo il fascino della città Eterna rimane ed è imbattibile anche se un po’ appannato dalla sciatteria; anche i “trentini” alla fine lo hanno avvertito e ne sono rimasti comunque sedotti.

Francesco Gargaglia

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2 COMMENTI

  1. La Città più bella del mondo, la Caput mundi, che racchiude tesori naturalistici, archeologici, artistici sbalorditivi è abbandonata al degrado e…ai cinghiali. Non bastano le iniziative dei cittadini singoli o gruppi, nè le proteste più che giustificate. La situazione rischia di diventare endemica. Non parliamo delle periferie! A via Cappelli e in altre vie limitrofe tempo fa giacevano le biciclette abbandonate e arrugginite appartenute ad una società di noleggio fallita. Ho segnalato il caso al Municipio XV ma mi hanno risposto che, causa fallimento, non potevano legittimamente intervenire. Su “Vigna Clara” un cittadino si è dichiarato disponibile a ripulire i marciapiedi da questo altro segno di degrado girando il municipio con un’auto con carrello. Così è stato fatto. E’ solo un piccolo esempio. Non ci arrendiamo!

  2. Questa città è un immondezzaio, con frotte di turisti e residenti interessati più a fare compere e riempirsi la pancia piuttosto che godersi le bellezze architettoniche e storiche. La periferia poi, che si tratti di Vigna Clara o Primavalle, è ancora più degradata del centro storico, anche perchè i servizi latitano e i romani sono decisamente tra i più sporchi e maleducati d’Italia. Io ci vivo da sessant’anni ormai e mi sono decisamente arreso.

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