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Ferula comune, a Roma Nord come a La Maddalena

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Che la primavera sia arrivata non c’è alcun dubbio, anche se le temperature mattutine e serali fanno i capricci; si tratta di una primavera molto “verde” nonostante le scarse piogge. E’ sufficiente percorrere le strade di periferia e accorgersi che incolti e campagne  si presentano con un alta vegetazione fiorita.

In alcune zone, come ad esempio lungo la Via Flaminia, c’è un prevalere di “giallo” dovuto alla presenza di una pianta particolarissima, tipica del bacino del mediterraneo e che fiorisce a primavera inoltrata: si tratta della Ferula comune o “finocchiaccio”.

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Pianta alta fino a 3 metri ha un fusto centrale, quasi mai perfettamente diritto, formato da segmenti da cui si dipartono i rami alla cui estremità c’è un fiore giallo che assomiglia ad un “pon-pon”. E’ una pianta che si trova spessissimo su terreni secchi e in prossimità del mare; a Roma Nord la troviamo un po’ dappertutto nei terreni non coltivati.

Si tratta di una pianta velenosa e che il bestiame, soprattutto ovini, evita di mangiare.

Al di là del suo aspetto curioso e appariscente, la Ferula (Ferula communis) è una pianta molto usata in passato e che in alcune regioni, come la Sardegna, ancora oggi trova utilizzo; il fusto (o scapo) essiccato, per la sua leggerezza e resistenza, trova impiego come “graticciato” o per la costruzione di sgabelli, seggioline, tavolinetti e piccoli giocattoli. Sui fusti essiccati anticamente venivano fatti affumicare salumi e formaggi.

La ricercatrice e scrittrice Giovanna Sotgiu a proposito di questa pianta ci racconta alcune simpatiche leggende come quella che il fusto della Ferula, all’interno spugnoso, venne usato per portare il fuoco sulla terra. S.Antonio abate, avuto il permesso di entrare nell’inferno, ne approfittò per frugare con il suo bastone di ferula  tra i tizzoni ardenti affinchè una scintilla incendiasse il midollo. Una volta fuori dagli inferi donò il fuoco agli uomini.

Altra leggenda, tipicamente sarda, è quella che la ferula possedesse qualità magiche e venisse usata in particolari riti per scongiurare la siccità; costruite delle portantine ornate con fronde si portava in giro il tutto per le vie dei paesi recitando una sorta di litania rivolta al diavolo: “Maimone, Maimone, acqua cerca il frumento, acqua cerca la terra riarsa, Maimone lodato, lodato”.

Altre prerogative della Ferula sono il fatto di ospitare spesso una bellissima farfalla molto colorata, l’Ospitone endemica della Sardegna e di favorire invece la crescita alla base della pianta di un prelibato fungo.

Se non volete andare a La Maddalena per godere dello straordinario spettacolo della Ferula in fiore potete sempre recarvi in Via dei Due Ponti e salire sulla collinetta che porta a Monte delle Grotte sulla Flaminia; tra pruni e allori i fiori gialli della Ferula comune vi regaleranno una vista impareggiabile.

Francesco Gargaglia

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