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    Stefano Fresi, il cinema, la musica e il Teatro Patologico

    Stefano-Fresi
    Lettere al direttore

    È sempre rimasto con i piedi per terra: “perché è lì che devono stare”. Parola di Stefano Fresi, attore, compositore e musicista, noto per aver interpretato ruoli iconici in numerosi film italiani: uno tra tutti, “Smetto Quando Voglio”, di Sydney Sibilia.

    Ma il successo non lo ha cambiato affatto. “Faccio il mio lavoro per pura passione. Ho il privilegio di fare nella vita le cose che amo”. Nato a Roma, oggi vive a Roma Nord, di cui apprezza gli ampi spazi verdi, insieme alla moglie Cristiana e al loro figlio Lorenzo. Se riesce a rimanere serio nei suoi ruoli? “Non sempre. Tra colleghi spesso è difficile rimanere seri!”.

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    Musica e cinema, due arti che si compensano

    Musicista di nascita, diventato attore nel tempo, Fresi racconta come le sue interpretazioni siano state influenzate da anni di studio al conservatorio, poiché musica e recitazione sono due discipline interconnesse.

    “La recitazione” – spiega– “è fatta anche di silenzi e di pause che, però, non stanno scritte da nessuna parte. Nella musica, invece, il silenzio è talmente importante che viene scritto: il ritmo viene scandito dal compositore che, attraverso le pause, scrive il silenzio”. La musica, in pratica, potenzia la recitazione: deve esserci la pausa di silenzio giusta affinché la battuta funzioni.

    La pandemia, tuttavia, ha fatto esplodere le piattaforme digitali, mettendo a dura prova la sala cinematografica: “L’impatto emotivo ed intellettuale di un contenuto visto al cinema è di gran lunga più forte di quello percepito dal divano, con mille distrazioni”.

    Senza contare il valore culturale della sala, come esperienza sociale e di condivisione di cui tanto, in questo momento, abbiamo bisogno. “Bisognerebbe parlare di più ai giovani, spiegare loro cos’è il cinema e cosa vuol dire andarci”, racconta l’attore, che per primo divulga nelle scuole l’importanza della sala.

    La magnifica realtà del Teatro Patologico

    Oltre ad occuparsi di musica e recitazione, Stefano Fresi prende parte a molte iniziative sociali e di solidarietà. Una in particolare, che coinvolge il nostro territorio, riguarda la magnifica realtà dell’Associazione del Teatro Patologico, in via Cassia 472, che da anni svolge le sue attività didattiche, pedagogiche e teatrali per i diversamente abili, alla guida di Dario D’Ambrosi.

    “È una realtà talmente incredibile e riconosciuta al di fuori dei nostri confini che qui in Italia dovrebbe essere profondamente protetta, supportata e sovvenzionata dallo Stato”, sostiene Stefano, mentre invita le istituzioni a valorizzare la teatro-terapia.

    Non è difficile, infatti, immaginare la preoccupazione dei genitori per il futuro dei loro ragazzi speciali: chi se ne prenderà cura, quando non ci saranno più? Non è sempre facile dare una risposta rassicurante.

    “L’idea che Dario riesca a dare a questi ragazzi una ragione di vita, facendoli recitare e facendogli vivere delle esperienze così profonde, da un punto di vista psicologico e umano, è qualcosa di straordinario. È una realtà teatrale spettacolare, che toglie il teatro dal mero mondo dell’intrattenimento e lo pone in quello della terapia, della comunità”, conclude Fresi.

    Concerto per l’Ucraina

    Il prossimo 21 aprile, nel teatro Ciak di via Cassia 692, si terrà un concerto a ingresso libero con le offerte che saranno interamente devolute alla Croce Rossa Italiana. Si tratta di un evento organizzato dal Municipio XV come iniziativa di solidarietà in favore del popolo ucraino.

    E ad aprire la serata sarà proprio Stefano Fresi, che non ha voluto far mancare il suo supporto. A esibirsi saranno Ernesto Bassignano, Beo, Benedetta Fumagalli, loemiofratello, Lisa La Barbera, Alberto Marchetti, Paolo Alimonti e Giancarlo Ruta.

    Caterina Somma

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