Home ATTUALITÀ “Attenzione bambini in zona”, ma i segnali stradali non ci sono

“Attenzione bambini in zona”, ma i segnali stradali non ci sono

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Galvanica Bruni

In passato eravamo abituati a quel segnale di pericolo e quando non lo abbiamo più visto ci è venuto il dubbio che forse fosse stato eliminato dal Codice della Strada: e invece no.

E’ vivo e vegeto e preannuncia “luoghi frequentati da bambini” (scuole, giardini pubblici, campi sportivi); dovrebbe essere installato a 150 metri per invitare gli automobilisti a rallentare, a guidare con prudenza e a considerare “eventuali comportamenti imprudenti” dei piccini (il caso classico è il bambino che rincorre la palla finita in strada).

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Il cartello è triangolare, come tutti i segnali di pericolo, ed è bianco con bordo rosso; all’interno ci sono le sagome, in nero,  di un bambino e di una bambina che, cartella in mano, corrono. Arcaico e romantico.

Ma che fine ha fatto questo importante segnale che dovrebbe trovarsi nei pressi di scuole, parchi pubblici, campi e aree sportive? In verità, a Roma è diventato merce rara.

“Il segnale è sempre in vigore – ci conferma il titolare nonché istruttore di una Scuola Guida sulla Cassia – lo stesso richiede all’automobilista di tenere un comportamento attento e prudente col divieto di sorpasso di auto ferme”.

E allora, gli chiediamo, come mai questi cartelli non si vedono quasi più?

“A Roma purtroppo la segnaletica è carente; a volte assente e quando c’è non sempre è in buone condizioni. I cartelli spesso sono arrugginiti, coperti di vegetazione e illeggibili;  qualche volta anche posizionati in maniera errata”.

Senza contare, aggiungiamo noi, le centinaia, migliaia di cartelli che indicano il divieto di sosta in giorni e orari particolari per pulizia della strada: cartelli che risalgono a oltre dieci fa, quando il contratto di servizio con l’Ama prevedeva appunto lo spazzamento in modo programmato. Servizio andato poi in pensione, ma i cartelli sono invece rimasti a imperitura memoria.

Tenendo infine conto del proliferare di centinaia di cartelli di “divieto di sosta e fermata” e di quelli che avvertono “sull’attraversamento di animali selvatici”, è lecito chiedersi come mai un segnale così importante, quello per i bambini, venga raramente utilizzato.

Eppure la salvaguardia dei più piccoli dovrebbe essere una priorità specie se si considera che Roma è una delle città italiane con il più basso indice di sicurezza stradale. Si tratta di un’assenza non giustificabile, soprattutto se si pensa che un cartello metallico costa una manciata di euro.

Francesco Gargaglia

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