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Valle dell’Aniene, un presepe nel borgo

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Il paese di Jenne è una gemma incastonata tra i monti e i boschi del grande Parco Naturale dei Monti Simbruini; il piccolo borgo, a pochi chilometri di distanza da Subiaco, è noto per il suo presepe vivente.

In questi ultimi anni, anche a causa dello spopolamento (in inverno i residenti sono poco più di 200), i personaggi interpretati dagli abitanti sono stati sostituiti da realistici manichini, senza che per questo il presepe ne abbia sofferto.

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Quest’anno grazie all’impegno e all’intensa e infaticabile opera di un gruppo di “jennesi” il presepe è stato realizzato nell’antico borgo sfruttando però, per la prima volta in tanti anni, le cantine delle antiche abitazioni (alcune hanno più di 300 anni). Una idea che da anni frullava nella testa di Assunta e Rita, a cui si deve la scenografia e parte dell’allestimento.

Partendo dalla piazza principale di Jenne dove c’è la chiesa intitolata a S.Andrea martire, il percorso si snoda attraverso le strette vie del paese passando accanto a minuscole cantine (le stesse dove in passato oltre alla legna si tenevano anche muli e asini) e dove sono stati ricostruiti i vari ambienti con scrupolosa fedeltà.

Si và dall’osteria alla camera da letto degli sposini, dal forno alla falegnameria, dalla cantina dove si produceva il vino alla tipica camera da pranzo; il tutto ricostruito con materiali e suppellettili antiche raccolte nel tempo dai residenti.

Il percorso termina in un punto caratteristico chiamato “capocroce” (qui convergono quattro vie) dove è stata allestita la “natività”.

Le cantinole, fiocamente illuminate e dentro le quali si può accedere, nella loro fedele ricostruzione, raccontano la vita di un tempo all’interno del piccolo  paese la cui ricchezza era il frumento, i prodotti degli alberi e dell’orto e qualche capo di bestiame.

Una vita difficile dove, in base ai racconti dei più vecchi, non mancava però la solidarietà e una umile felicità.

Il presepe di Jenne del 2021 è davvero straordinario; non solo per l’originale ambientazione e la cura con cui è stato realizzato ma anche per l’ “amore” che ha animato chi lo ha fatto. Mani sapienti guidate dalla passione ma anche dall’affezione per la propria terra e origini, hanno creato una piccola opera d’arte che stupirà sicuramente quanti andranno a visitarlo.

Una occasione inoltre per visitare un territorio di grande bellezza dove la natura è protetta e le tradizioni degli uomini sopravvivono alla inevitabile avanzata del progresso.

Francesco Gargaglia

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