Si sono dati appuntamento di prima mattina nel vicino giardinetto di via dell’Alpinismo, poi, verso le 7.30, si sono diretti verso il cancello del liceo Farnesina in via dei Giochi Istmici. Una cinquantina e più di giovani determinati a raggiungere l’obiettivo condiviso da gran parte dei ragazzi del liceo: far sentire la loro voce.
Occupato il Farnesina, il comitato degli studenti ha quindi reso note le motivazioni dell’iniziativa con una lunga lettera indirizzata alla preside, professoressa Marina Frettoni, di cui VignaClaraBlog.it è in grado di pubblicare il contenuto.
Lettera alla preside
“Gentile Preside, il Farnesina unito le scrive per comunicarle che la sede centrale del liceo è stata occupata e si terranno corsi aperti agli studenti di ogni sede in orario scolastico e che nelle succursali avverranno picchetti giornalieri, pertanto il regolare svolgimento delle attività didattiche non sarà garantito. Si tratta di una protesta pacifica nella quale si intende avere un dialogo con il collegio docenti e le autorità per il corretto funzionamento dell’istituto.
Ci teniamo inoltre a precisare che siamo consapevoli delle conseguenze che l’occupazione avrà sulla comunità dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola: a coloro che saranno colpiti rivolgiamo le nostre scuse e il nostro dispiacere per ciò che questo gesto potrebbe causare. Ci impegneremo per una protesta pulita nell’interesse di tutti, chiedendo e assicurandoci il rispetto degli studenti verso la nostra scuola e verso le normative vigenti, motivo per cui ogni studente all’interno si è reso disponibile a mostrare la propria certificazione verde.
Era obiettivo degli studenti discutere delle problematiche legate alla gestione del sistema scolastico nel contesto dell’autogestione, all’interno della quale, tuttavia, verrebbe a mancare il messaggio di protesta che vogliamo trasmettere. Per questo riteniamo che l’occupazione sia l’unico modo per scagliare il nostro dissenso su chi detiene il potere.
Noi studenti abbiamo notato innumerevoli problematiche e non possiamo più stare zitti: ormai ci è impossibile ignorare l’inettitudine del governo nella gestione del sistema scolastico italiano, che si riflette anche nell’ambiente studentesco del Farnesina.
Riteniamo che la pandemia abbia solo peggiorato una situazione già catastrofica.
Abbiamo perso il concetto di identità e unione, che in un liceo con 5 sedi deve essere al centro della vita scolastica di ognuno;
abbiamo perso la possibilità di essere istruiti a dovere, ognuno ha conseguito percorsi scolastici pieni di lacune dati dalla disorganizzazione avvenuta durante i momenti iniziali e/o più tragici dell’epidemia da Covid 19;
abbiamo perso ogni contatto con chi ci ‘comanda’, tanto che ogni notizia e novità arriva sempre in ritardo e spesso in maniera poco esauriente.
Ma abbiamo anche guadagnato qualcosa: educazione civica e dei fondi non sufficienti.
La prima è una materia che dovrebbe essere fondamentale per crescere un individuo affinché capisca la società in cui si trova, eppure l’assenza di un vero programma da seguire e la mancata introduzione di questa nell’orario settimanale non rendono la vera importanza di tali studi.
Nella nostra scuola, questa materia è molto sottovalutata e lo possiamo notare sia con tutti gli studenti ribelli, che non sanno rispettare l’ambiente scolastico; sia con tutti gli studenti che affronteranno/hanno affrontato l’esame di maturità completamente impreparati per questa disciplina.
La mancanza di fondi non è di certo una novità: mancano soldi per finanziare l’istruzione e quelli che ci vengono concessi sono ,oltretutto, gestiti male. La gestione errata dei fondi la riscontriamo anche nelle nostre piccole ma grandi 5 sedi, dove siamo tutti attaccati sotto una pioggia di intonaco.
Infatti le strutture scolastiche sono sempre più decadenti e pericolanti. Solo nel nostro liceo il piano di evacuazione di alcune sedi non è aggiornato per via di uscite di emergenza inutilizzabili; le planimetrie scolastiche non sono aggiornate e presentano pareti non più esistenti; le palestre sono spesso inagibili per via del soffitto pericolante; i laboratori non sono in sicurezza e quindi non vengono utilizzati; la quasi totale mancanza di montascale e ascensori utili per tutte le persone private della capacità di camminare in maniera autonoma; la situazione dei bagni è catastrofica in quanto spesso sono rotti e non utilizzabili.
La superficialità nella gestione delle scuole da parte del Ministero la troviamo anche in proposte senza senso, come il dress code nelle scuole pubbliche. La scuola è il primo incontro con la società che ci viene offerto eppure, già qui, ci vengono imposti dei limiti alla nostra libertà di espressione come il dover seguire un dress code.
In particolare al liceo Farnesina la richiesta di non vestirsi in determinati modi avviene ma non ci è concesso neanche un riferimento scritto per poter rispettare questa utopica dottrina del vestiario.
La nostra libertà di espressione viene compromessa anche dal metodo di giudizio di ogni studente: veniamo considerati come un numero privo di ogni opinione. Questa cruda realtà, la ritroviamo anche nell’esame di Stato, in particolare nelle prove scritte di italiano: agli studenti non viene più lasciato un vero spazio per esprimersi bensì vengono richieste analisi oggettive di opere letterarie.
Dall’altra parte troviamo delle proposte completamente assenti, per esempio l’introduzione di materie come educazione sessuale. Soprattutto nell’età adolescenziale, è necessario sapere i problemi che le attività sessuali non protette possono causare, quali possono essere i metodi di prevenzione per malattie e gravidanze indesiderate e come accorgersi di un malfunzionamento del proprio apparato riproduttore. Invece nell’attuale sistema scolastico questi argomenti vengono visti come un tabù.
Questo ministero ci dà poco ma ci chiede tanto. Infatti siamo terzi per carico e stress per studente, terzi per quantità di studio pomeridiano e, di conseguenza, sesti per abbandono scolastico in europa.
Vorremmo che i docenti fossero sottoposti con frequenza biennale a test attitudinali sulla materia di studio e in campo psicologico personale.
Abbiamo molte richieste ma stiamo provando a risolvere ciò che troppi ministri hanno rovinato e distrutto. Auspichiamo un clima di totale collaborazione e di totale ascolto da parte del M.I. perché, come disse il Presidente della Repubblica Mattarella, “Nella scuola si cresce, ci si incontra, si sviluppano cultura, affetti, solidarietà, conoscenza reciproca. Si sperimenta la vita di comunità, il senso civico”.
Speranzosi in un cambiamento concreto,
il comitato farnesina”
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Mi sembra giusto che gli studenti protestino contro la ‘scuola’ anche con una occupazione per denunciare lo stato deprecabile degli edifici e palestre e contro un ‘Ministero’ che ha speso tra i 2-300 milioni di euro per migliaia di banchi a rotelle finiti in magazzini, sottoscale, depositi….(perchè non è intervenuta la Corte dei Conti? Con quei soldi hai voglia a fare intonaci…).
Le altre motivazioni le trovo però strumentali: il dress-code (ma perchè un ragazzo non sa come ci si veste per andare a scuola?), le lezioni di educazione sessuale (‘sti giovani ne hanno bisogno?), la perdita del concetto di identità (?).
Troppo spesso abbiamo delegato alla scuola, che ha principalmente il compito di istruire i giovani in età scolare, quelli che sono i compiti peculiari della FAMIGLIA messa in discussione, demonizzata, oggi assente. Troppo comodo lavarsene le mani e scaricare tutto sulla scuola dove per giunta ai docenti è stata tolta ogni autorità. E’ recente la vicenda di quello studente che va a scuola con la gonna….giustificato, apprezzato, compreso, libero a quanto pare di fare quello che vuole (non così il professore costretto a cambiare sede). Mi chiedo? Ma perchè presidi (uomini), politici, ministri, banchieri, poliziotti, finanzieri, rettori non vanno al lavoro vestiti da ballerine o pin-up? Che ci sarebbe di strano?
Ore 23.00
Dalla scuola si sente musica a tutto volume. Sembra una discoteca