Home CRONACA Tor di Quinto, qualcuno ha visto cadere l’aereo di Daniele Papa?

Tor di Quinto, qualcuno ha visto cadere l’aereo di Daniele Papa?

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Duca Gioielli

“Vorrei fare un appello a chi si trovava sulla pista ciclabile di via Vitorchiano”. E’ la richiesta di aiuto dei genitori di Daniele Papa, il giovane allievo pilota precipitato con un aereo biposto nel Tevere il 25 maggio del 2020.

“Sono stata dieci giorni su quella pista per cercare qualcuno che avesse visto. L’unica persona che ho trovato ha sentito un forte boato ma dal suo luogo di lavoro non ha visto nulla, era però passato di lì dieci minuti prima e c’era un forte vento. Ho fatto un appello al bar di Castel Giubileo, alla fine della pista, dove molti ciclisti si fermano per il ristoro e magari qualcosa hanno visto”, spiega commossa la mamma di Daniele alle telecamere di “Chi l’ha visto”.

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Ogni dettaglio, infatti, può aiutare a ricostruire il tragico evento. “Faccio questo appello – aggiunge il padre di Daniele – perché nella parte dell’aeroporto essendoci un terrapieno, una vallata, non si riesce a vedere esattamente, da un certo punto in poi, come è caduto l’aereo. Quindi se qualcuno dalla pista ciclabile ha visto del fumo, l’assetto assetto dell’aereo, o ha sentito un rumore particolare, o qualsiasi altra cosa, può aiutarci a capire come è andata”.

L’incidente

Il primo pomeriggio del 25 maggio del 2020, un biplano, un Daimond Aircraft DA20-C1 con appena 1.080 ore di volo, partito all’Aeroporto dell’Urbe di Roma precipita nel fiume Tevere, all’altezza di via Vitorchiano, sulla Flaminia. Al suo interno c’erano Daniele Papa e Giannandrea Cito, rispettivamente allievo e istruttore della Scuola Urbe Volo.

Giannandrea, all’epoca trentenne ed ex primo ufficiale della RyanAir, riesce a slacciarsi prontamente la cintura di sicurezza e a mettersi in salvo subito dopo l’impatto del mezzo con l’acqua; Daniele, invece, ventitreenne di Cerveteri, è stato ritrovato senza vita dai sommozzatori dei vigili del fuoco la sera del giorno successivo all’interno del velivolo inabissato alla profondità di circa dieci metri.

Il giovane allievo non era inesperto; aveva infatti all’attivo già 41 missioni di volo, missioni che per legge consentirebbero di volare in autonomia sotto supervisione. Dalla prime ricostruzioni effettuate nei giorni successivi a seguito dell’apertura di un fascicolo da parte della Procura romana, si appurò che i due, dopo alcuni esercizi di routine tra cui due “touch & go”, una manovra ampiamente usata nelle scuole di volo per insegnare all’allievo la corretta tecnica di decollo e atterraggio, hanno avuto problemi tecnici con il mezzo fino a costringerli ad un tentativo di ammaraggio d’emergenza nelle acque del Tevere.
Ma le indagini non sono state ancora chiuse, da qui l’appello della mamma.

Un aereo in ricordo di Daniele

In ricordo del figlio, Mario Papa ha comprato un I-D811, un aereo biposto battezzato DanyBoy e sul quale campeggiano le firme degli amici di Daniele e della sua famiglia.

“Sto girando tutti gli aeroporti d’Italia in ricordo di mio figlio e delle persone che hanno perso la vita inseguendo il sogno di volare”.

“Il prossimo progetto – aggiunge – è l’Associazione Aereonautica Ali Spezzate, che ha il proposito di avere un giorno nel calendario in ricordo di chi ha perso la vita volando”.

Adelaide Cao

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