Enrico Michetti, espressione diretta di Fratelli d’Italia e candidato sindaco per la coalizione del centrodestra romano, arrivato primo alle elezioni del 3 e 4 ottobre con il 30% dei consensi ma perso il ballottaggio con il sindaco Roberto Gualtieri che ha incassato il 60% dei voti lasciandolo a quota 40%, ha deciso di lasciare il suo scranno in Assemblea Capitolina.
Si è infatti dimesso in queste ore da consigliere comunale e dunque non siederà nell’aula Giulio Cesare. La sua decisione aprirà le porte dell’Aula a Federico Rocca, primo dei non eletti di FDI.
“La mia decisione di dimettermi dalla carica di consigliere comunale – scrive Michetti su Facebook – nasce dalla sempre più pressante consapevolezza dell’importanza di continuare ad assicurare in via prioritaria, nell’attuale contesto storico politico ed economico amministrativo, la formazione, l’aggiornamento e l’assistenza ad amministratori e funzionari pubblici, ambito a cui dedicherò il massimo impegno per proseguire il percorso di valorizzazione delle risorse umane della Pubblica Amministrazione”.
“In tal modo – prosegue Michetti – anche nella qualità di Presidente della Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana, potrò continuare ad offrire un contributo civico alla buona amministrazione, indubbiamente superiore rispetto a quanto potrei garantire ove assumessi il ruolo politico di consigliere di opposizione”.
“Nel ringraziare infinitamente tutti coloro che mi hanno sostenuto – conclude – resterò, con pieno senso di responsabilità, sempre e comunque a disposizione di Roma Capitale per quelle che sono le mie specifiche competenze e senza che ciò comporti alcuna spesa a carico delle casse comunali”.
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Michetti, volto nuovo, presentato in ritardo, senza una sua storia politica di rilievo con un cognome di poco rilievo dal punto di vista dell’immagine sperata inteso e atteso come l’erede di Berlusconi, acerbo come parlatore, in realtà è un Professore (titolo non di facile conseguimento) Prof. Dott. Enrico Michetti nella sua ingenuità come uomo navigato, ha ragione!
Ripristinare il sistema vigente mettendo al passo con i tempi le macchine burocratiche secondo quanto è stabilito soprattutto per la gestione amministrativa (i soldi dei contribuenti) dopo gli scandali ed il debito di 14ML di euro.
Diversamente ha creduto bene di non essere di aiuto perché alieno ad un sistema esistente che risponde ai cittadini ad esempio con politiche della casa mandandoli temporaneamente fuorilegge per poi consentirgli con i condoni edilizi di rientrare nella legalità.
Non è per tutti l’interpretazione così estesa, navigata del Governo e delle istituzioni, non è per Michetti con il quale con molta umiltà si condividono limiti dettati da un personale portato morale e culturale.