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Ballottaggio in XV, dieci domande a Daniele Torquati

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Galvanica Bruni

Daniele Torquati, 37 anni, nato e cresciuto a Cesano. L’esperienza politica per lui ha inizio al liceo, come rappresentante degli studenti, e continua con l’elezione a consigliere municipale nel 2006, ruolo nel quale viene riconfermato nel 2008 e nel 2010. Nel 2013 viene eletto presidente del XV con un ballottaggio all’ultimo voto, rovesciando una situazione che al primo turno lo vedeva sotto addirittura di quindici punti percentuali.

Ora, al primo turno delle amministrative 2021, si è aggiudicato il secondo posto con 16mila voti pari al 28%, e il prossimo 17-18 ottobre se la vedrà con Andrea Signorini, candidato del centrodestra e arrivato primo col 41%.

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Fatto curioso, nel XV Torquati ha raccolto circa 4mila voti in più di Gualtieri e qualcosa del genere accadde anche nel 2016 quando candidato sindaco era Giachetti…

Torquati, come spiega questa differenza: un punto d’onore per lei a scapito del candidato sindaco?

Nel nostro territorio ci sarebbe stato un ballottaggio Michetti-Calenda se quasi 5000 cittadini su 56.000 votanti, a prescindere dagli schieramenti politici, non avessero scelto di cambiare il loro voto nella scheda municipale consentendoci di accedere al ballottaggio con il 28%, ribaltando il risultato al Comune dove Calenda si è attestato al 26%.

Più che a scapito del candidato Sindaco io direi che è stato un premio al riconoscimento del lavoro quotidiano e alla presenza nel territorio. Credo che da una parte sia un attestato di stima e dall’altra una grande responsabilità che ci sentiamo di assumere.

Soddisfatto del 28% o sinceramente si aspettava di più? E per vincere il ballottaggio questo 28% quanto deve diventare, in quali bacini andrà a cercare i voti che le servono? Si accorderà con l’area Calenda o col M5S?

Il centrodestra, forte di un grande voto di opinione, in questo territorio è stato sempre primo con numeri ben più impressionanti. Nel 2013, quando vincemmo la prima volta nella storia questo Municipio, Giacomini, che oggi è di nuovo in pista, raggiunse addirittura il 48%. Anni fa neanche avremmo mai pensato di arrivare al ballottaggio e noi, invece, in ogni tornata elettorale, soprattutto se territoriale, cresciamo. Ci aspettavamo questo risultato.

Quanto deve diventare il 28%? Il 50% più uno. Noi non “cercheremo” voti, continueremo a veicolare il nostro messaggio sui contenuti, sui programmi legati al territorio e alle opportunità di sviluppo economico, sociale e culturale del Municipio. Con questo stile siamo stati riconosciuti come sindacalisti del territorio e non intendiamo cambiarlo.

Molti cittadini ci hanno premiato a prescindere dai loro schieramenti di appartenenza. Spero che i cittadini scelgano in base a questo: ai programmi, alla conoscenza del territorio e alla capacità di saper risolvere le questioni.

Non è più il caso di scegliere in base alla rabbia. Questo territorio non si può più permettere di perdere tempo con salti nel buio. Non ci saranno apparentamenti e se qualcuno ci vorrà aiutare saremo disposti ad ascoltare come facciamo quotidianamente con i cittadini.

Su facebook in queste ore gira un post che dice: “comunque vada il ballottaggio bentornata mafia capitale“. Cosa risponde a chi l’ha pensato e a chi lo condivide?

Il post su facebook della candidata presidente del M5S è semplicemente un triste tentativo di ritorno al passato di quel movimento che portava le arance in Campidoglio. Un dibattito credo superato dalla storia: per noi, da sempre, la lotta alla mafia e all’illegalità è un principio dal quale in politica non si può prescindere.

Spesso quel linguaggio ha fatto vincere le elezioni, ma è evidente che non serve a governare bene. Oltre ad essere la prova provata che smentisce le voci che mi accusano di avere già in banca un accordo per questioni nazionali. Noi da sempre siamo slegati da logiche nazionali, da correnti e dai famosi caminetti.

La bandiera del suo programma è la “lotta alle disuguaglianze”. Traduca questo concetto in esempi concreti

La pandemia ha lasciato uno stravolgimento che proseguirà anche nel futuro, aumentando le disuguaglianze e facendo emergere difficoltà economiche e sociali. Dobbiamo lavorare a questo tema, ovvero sanare, per quanto possibile nella dimensione municipale, le disuguaglianze ricostruendo nuove politiche sociali, aiutando le famiglie, diminuendo la burocrazia di accesso ai benefici economici, facilitando l’accesso ai servizi di sostegno.

Cambiare il piano regolatore sociale che è stato approvato durante il lockdown per giunta con i dati del 2018 è il primo passo e poi costruire una “rete sociale” che tenga insieme Istituzioni, cittadini ed enti di Terzo settore sociali e culturali.

Aggiungo che le disuguaglianze non sono solo economiche, ma anche sociali e di opportunità. Per un giovane che vive in periferia avere un trasporto pubblico ridotto vuol dire avere accesso a meno servizi.

Ridurre le disuguaglianze vuol dire anche portare o restituire i servizi in periferia: come realizzare il poliambulatorio – casa della comunità a Cesano, riattivare lo Studio XX a Labaro, utilizzare i locali dell’ex punto verde qualità dell’Olgiata prima per spostare l’ufficio anagrafico e poi farne un centro civico e infine promuovere iniziative culturali nei quartieri non solo periferici.

Guardando al territorio del XV così vasto ed eterogeneo, quali sono i grandi temi ancora irrisolti? Mobilità, sociale, abusivismo…

Mobilità. E’ necessario coniugare i progetti di lungo periodo con quelli di medio periodo. Assumere la Presidenza del Municipio vuol dire anche esserci sui grandi temi di livello romano. Occorre quindi difendere la legittima rivendicazione di avere la metro C sull’asse della Cassia che si unisce alla stazione della FL3 “La Giustiniana”: deve essere una richiesta trasversale della classe dirigente territoriale, a cui aggiungere la chiusura dell’anello ferroviario e l’apertura della stazione di Vigna Clara e il monitoraggio e l’aumento delle linee bus.

Priorità assoluta alle opere di risanamento idraulico. Il tema del rispetto dell’ambiente e della cura delle periferie passa per la concretezza, per esempio, di far vivere la cittadinanza senza la paura di avere le case e luoghi di lavoro allagati nei giorni di pioggia, come è accaduto spesso per Prima Porta, Corso Francia o Ponte Milvio.

Ripulire la città. Durante il nostro mandato (2013-2016), dopo oltre 20 anni, abbiamo portato la raccolta dei rifiuti “porta a porta” a 48.000 abitanti su 158.000 residenti. Da cinque anni è tutto fermo. Estendere la raccolta differenziata “porta a porta” è un obbligo e deve essere anche percepito come una convenienza. Consente, infatti, non solo di diminuire la quantità di rifiuti indifferenziati estremamente costosi da trattare (e pertanto di diminuire anche i costi a carico dei contribuenti), ma aiuta anche ad avere quartieri più puliti e una coscienza collettiva di rispetto per l’ambiente.

Se lei verrà eletto ripartirà da dove ha lasciato nel 2016? Quali iniziative metterà in campo nei primi sei mesi del suo mandato e per quali zone del territorio?

Lavorerò da subito per riaprire i luoghi chiusi: le scuole di Cesano e quella di Case e Campi. Mettere in funzione l’impianto di Via Procaccini contro gli allagamenti che abbiamo fatto finanziare e realizzare tra il 2015 e il 2016 e che ancora, nonostante i lavori ultimati, è spento. Aprire il centro di Via Sulbiate a Valle Muricana e metterlo a disposizione della attività giovanili.

Convocare una riunione sui Consorzi per mettere a punto la nostra proposta di dare la competenza ai Municipi. Spostare l’ufficio anagrafico di La Storta nei locali dell’ex punto verde qualità dell’Olgiata. Lavorare sulla casa della comunità di Cesano e sul Castello che ha avuto un finanziamento regionale.

Rimetterci in moto per la verifica della Stazione di Vigna Clara convocando subito tutte le altre istituzioni. Sappiamo già cosa fare. Abbiamo studiato e conosciamo tutti dossier del Municipio.

Gualtieri sogna una “Roma dei 15′”, un’idea contemporanea di città sostenibile. Con lei minisindaco avremo il XV dei 15′? 

La “Roma dei 15” vuol dire fare in modo di poter raggiungere i servizi in 15 minuti. E’ un concetto fondamentale per una Città policentrica come Roma e come il nostro Municipio. Questo ovviamente non vuol dire che da domani in ogni orario avremo la Flaminia sgombera dal traffico.

Ma significa avere un’idea di un territorio in cui i servizi non sono concentrati in un luogo del Municipio, ma estesi nel territorio. Vuol dire decentrare i servizi culturali, sanitari e pubblici in più quartieri. E’ un’idea degna di una grande Capitale e anche una visione culturale della Città che veramente vuole combattere le disuguaglianze.

Per lei un presidente di Municipio deve limitarsi alle sue strette competenze o deve farsi carico dei problemi più importanti della collettività quand’anche attinenti al Campidoglio o a enti esterni?

L’assunzione di responsabilità è un tarlo fisso per me, e questo non è un segreto, anzi tutt’altro. Nel triennio della nostra precedente amministrazione e nei cinque anni all’opposizione ho sempre combattuto contro il principio del cosiddetto “scaricabarile”, sebbene anche a livello municipale le competenze spesso ricadano su Roma Capitale.

Pretendere però che il Municipio si assuma la responsabilità, anche quando alcune questioni non sono direttamente di sua competenza, significa rispettare un patto con le cittadine e i cittadini che ci votano. Non lo dico tanto per dire, ma perché significa contribuire alla risoluzione del problema, anche quando non è di nostra stretta competenza.

Il Municipio è il primo sportello territoriale, è l’interfaccia con la comunità. Dobbiamo esserci sempre, di fronte a un cittadino che chiede non possiamo rispondere che non possiamo aiutarlo perché “non è di nostra competenza”.

Parliamo di quanto accaduto 48 ore fa nel centro di Roma. Lei cosa pensa dei no-vax, cosa di Forza Nuova, e se fosse nei suoi poteri ne disporrebbe lo scioglimento come chiesto da più parti dopo le violenze di sabato e gli arresti dei due leader del movimento?

L’assalto alla sede della CGIL Nazionale di sabato scorso è un fatto orribile e da condannare. Un attacco alla democrazia e al mondo del lavoro perpetrato da quelle stesse persone che, inneggiando al tricolore, hanno attaccato la Polizia di Stato che era a difesa del Sindacato, proprio utilizzando la nostra bandiera.

Ecco, non è sufficiente cantare l’inno e sventolare il tricolore per meritarsi di essere italiani. Voglio nuovamente esprimere la mia piena solidarietà alla CGIL, ai lavoratori delle forze dell’ordine e anche alla nostra bandiera.

Se mi chiede poi se sono d’accordo allo scioglimento di Forza Nuova la mia risposta è sì, senza alcuna esitazione. Per quanto riguarda invece i no-vax, credo che in quelle piazza ci fossero anche tante persone in buona fede, ma direi che in generale  non ci sono dubbi.

Sono sotto gli occhi di tutti i risultati della campagna di vaccinazione nel Lazio e in Italia, ci sono i numeri, non ci sono scuse. Dobbiamo superare questa lunga emergenza pandemica, uscirne e tutelare prima di tutto le categorie fragili.

Ultima domanda, perché gli elettori del XV dovrebbero votare per lei il 17-18 ottobre?

Il 17 e il 18 ottobre, le cittadine e i cittadini del Municipio XV dovrebbero nuovamente segnare una x sul mio nome per continuare insieme un lavoro che non si può lasciare a metà. Perché quanto fatto durante la nostra precedente amministrazione – frutto di un grosso impegno da parte di tutta la mia squadra – non vada sprecato.

Ma non solo, anche per tutto il lavoro fatto in questi lunghi cinque anni all’opposizione, e lo dimostrano il 100% di mie presenze alle sedute di Consiglio. Perché non ci siamo mai tirati indietro, facendo in modo che tutta la fatica fatta nel triennio precedente non fosse vana.

Per la conoscenza che abbiamo del territorio, che mi ha visto nascere e crescere, ma per cui sopra ogni cosa mi sono speso e ho lavorato duramente. Perché conosco i suoi punti deboli, le criticità, ma anche quelli di forza, aspetti su cui dobbiamo nuovamente investire per far ripartire questo Municipio.

Dovrebbero sceglierci tutto questo e anche perché non ho mai fatto promesse ma ho sempre parlato di impegni. Alle promesse ho sempre preferito i temi reali per rimanere concentrato sulle criticità che interessano il nostro municipio e che necessitano di soluzioni, concrete e definitive.

Claudio Cafasso

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1 commento

  1. Ovviamente, neanche un cenno al vero “dramma” del territorio
    del XV Municipio : abusivismo abitativo e la necessità di un
    piano di bonifica e risanamento edilizio-urbanistico.
    Al pari del suo competitore finale, Andrea Signorini.
    Nel solco della tradizione….e della convenienza elettorale :
    i voti dei condonati, contano, eccome se contano.

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