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Cesano, nella scuola di Fanteria sorgerà una Casa di Comunità

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Galvanica Bruni

Il Recovery Plan, approvato nello scorso aprile, prevede diversi interventi in campo sanitario. Uno di questi è la realizzazione entro il 2026 di 1.288 Case della Comunità, e una di queste sorgerà a Cesano.

A darne notizia è Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio. “Il Direttore Generale della ASL Roma 1 Angelo Tanese mi ha comunicato che è stato definito il preliminare di accordo con l’Esercito per realizzare presso l’edificio Scuola di Fanteria di Cesano una Casa di Comunità. Si tratta di un’operazione molto importante per rafforzare i servizi socio-assistenziali in quel particolare quadrante della città di Roma e del Municipio XV”.

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“L’intervento – conclude D’Amato – ricadrà nei fondi del PNRR per il potenziamento della sanità territoriale. Ringrazio il sistema della Difesa e la ASL Roma 1 per aver prontamente risposto ad una esigenza molto sentita dalla cittadinanza. Nei prossimi giorni verrà formalizzato l’accordo”.

Che cosa sono e come saranno organizzate le Case della Comunità? Come informa il sito welforum.it, sono strutture sanitarie, promotrici di un modello di intervento multidisciplinare, nonché luoghi privilegiati per la progettazione di interventi di carattere sociale e di integrazione sociosanitaria.

La sede della Casa della Comunità deve essere visibile e facilmente accessibile per la comunità di riferimento perché è il luogo dove il cittadino può trovare una risposta adeguata alle diverse esigenze sanitarie o sociosanitarie.

In queste strutture, al fine di poter fornire tutti i servizi sanitari di base, il Medico di Medicina Generale e il Pediatri di Libera lavorano in équipe, in collaborazione con gli infermieri di famiglia, gli specialisti ambulatoriali e gli altri professionisti sanitari quali logopedisti, fisioterapisti, dietologi, tecnici della riabilitazione e altri.

La presenza degli assistenti sociali nelle Case della Comunità rafforzerà il ruolo dei servizi sociali territoriali nonché una loro maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale.

La figura chiave nella Casa della Comunità  sarà l’infermiere di famiglia, figura già introdotta dal Decreto Legge n. 34/2020 che, grazie alle sue conoscenze e competenze specialistiche nel settore delle cure primarie e della sanità pubblica, diventa il professionista responsabile dei processi infermieristici in famiglia e Comunità.

Secondo il Recovery Plan la Casa della Comunità diventerà lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti sul territorio, in particolare ai malati cronici.

 

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7 COMMENTI

  1. Nel 1965 ero a Cesano come ( A:C: S:) Allievo Comandante di Squadra ,il ricordo di quegli anni belli li vedo distrutti dalla notizia di trasformare la Scuola di Fanteria più grande d’ Europa in una sicura Bolgia all’ Italiana . Peccato.

  2. Per chi non conosce Cesano è opportuno far sapere che, come dice Francesco, si tratta del recupero dell’ex circolo Sottufficiali, esterno al perimetro della caserma che non viene assolutamente interessata dal progetto. Per “recupero” si intende uno stabile attualmente inutilizzato e in grave decadimento strutturale. All’interno della Scuola inoltre ci sono decine di fabbricati abbandonati che stanno andando in vera e propria rovina, con coperture crollate e mura pericolanti! Vivo a Cesano dal 1956, mio padre era in servizio presso la Scuola di Fanteria che un tempo era il centro vitale del territorio, intorno al quale si è sviluppato tutto il tessuto sociale locale. Oggi la Scuola di Fanteria (ex ?) ospita un Centro di Eccellenza NATO ma ha pochissimo personale in proporzione alle sue strutture (che sono al 90% inutilizzate) , è un corpo estraneo totalmente indifferente alla vita civile del luogo.
    I signori Dario e Alessandro è bene che vivano di ricordi perchè oggi è tutta un’altra triste storia. Una cosa bella è che all’interno vive serenamente una colonia di bellissimi daini.

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