Home ATTUALITÀ Domenico Quirico: “Il Pascià”, l’avventurosa vita dell’esploratore Romolo Gessi

    Domenico Quirico: “Il Pascià”, l’avventurosa vita dell’esploratore Romolo Gessi

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    Galvanica Bruni

    Le recenti e gravi violenze condotte dalla polizia americana nei confronti di alcuni afro-americani hanno provocato in tutto il mondo indignazione e proteste oltre a far risorgere  un sopito sentimento anticolonialista che di tanto in tanto torna a scuotere le piazze.

    Al colonialismo è ovviamente collegato anche lo schiavismo che secondo alcuni storici ha interessato circa 20 milioni di persone che dall’Africa sono stati deportate nel continente americano o nei paesi del medio oriente; un commercio vergognoso la cui responsabilità va fatta ricadere principalmente sui popoli arabi e nord africani, oltre che ovviamente sugli europei.

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    Eppure curiosamente fu proprio un “bianco” italiano tra i primi a combattere “la tratta degli schiavi” impegnandosi in una lunga e difficile campagna militare in centro Africa; questo italiano si chiamava Romolo Gessi e a raccontarci la sua straordinaria avventura è lo scrittore Domenico Quirico in “Il pascià” (Ed. UTET, 188 pag., 17 Euro).

    Quirico, oltre ad essere uno scrittore prolifico è anche un “esperto” di cose africane; inviato e reporter di guerra ha seguito negli ultimi venti anni tutte le vicende di questo tormentato continente.

    Normale che Quirico, la cui storia è fatta anche di esperienze “forti”, si sia interessato di un personaggio dalla vita incredibilmente avventurosa anche se oramai del tutto dimenticato; un esploratore-soldato che ad un severo “africanista” come Quirico non poteva non piacere.

    Romolo Gessi, ufficiale di collegamento in Crimea e poi combattente al seguito di Garibaldi, amico intimo di “Gordon pascià” condusse una serie di tormentate esplorazioni sugli affluenti minori del Nilo e poi nel 1876  centrò il suo obiettivo principale: accertare che il Nilo Bianco usciva realmente dal Lago Alberto.

    Un successo sudato ma mal ricompensato che lo portò ad una breve rottura con il suo amico Gordon e ad abbandonare temporaneamente l’Africa.

    In seguito, riappacificatosi con il Governatore del Sudan, ricevette l’incarico di dare la caccia al figlio ribelle di Ziber Rahmat,  il perfido Suleiman,  responsabile  della tratta degli schiavi nel centro Africa; la campagna militare durò due anni è terminò con l’uccisione di Suleiman e di un gran numero di schiavisti.

    Evidentemente troppi perché Gessi fu accusato da ambienti influenti sudanesi di “esecuzioni di massa e di eccidi” ai danni di arabi e privato del comando. Nel suo viaggio di ritorno verso Suez si ammalò e mori il 30 aprile 1881 all’età di 50 anni.

    La storia di Gessi raccontata da Quirico è un racconto epico ed emozionante narrato con grande passione e uno stile accattivante; leggendo queste pagine si rimane affascinati dalle gesta di questo sfortunato quanto eroico personaggio.

    I brani del suo diario inseriti nel testo ci parlano di un uomo sensibile ma dalla grande determinazione che trascorse gran  parte della sua esistenza lontano dagli agi e conscio che la morte era sempre pronto a ghermirlo. Un vero e proprio “pascià” dal carattere tutto italiano.

    Francesco Gargaglia

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