Home CRONACA Corso Francia, alluvionati chiedono aiuto, le istituzioni tacciono

Corso Francia, alluvionati chiedono aiuto, le istituzioni tacciono

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Sono passati ormai sedici giorni dagli allagamenti che lo scorso 8 giugno hanno interessato Roma nord, riducendo Corso Francia in una piscina a cielo aperto: macchine e motorini in panne, cassonetti della spazzatura trasportati come in un fiume in piena, pedoni con l’acqua fino ai fianchi e soprattutto case e ed esercizi commerciali investiti da fango e detriti.

E’ bastato un forte temporale durato poco più di un’ora a creare danni ingenti ad appartamenti e negozi, costringendo i commercianti a chiudere le loro attività e i residenti a dover assistere impotenti alla forza dell’acqua che, nel giro di pochi minuti, ha invaso le loro case. L’acqua poi, così come è arrivata dopo qualche ora si è anche ritirata, ma a restare – tuttora – sono i danni e i disagi di chi, sin dalle prime ore, si è sentito abbandonato e trascurato.

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Sono più di quindici giorni che di nuovo, perché non è la prima volta, le nostre case sono finite sott’acqua – ha raccontato il signor Nicola raggiunto telefonicamente dalla nostra redazionee purtroppo ancora non siamo riusciti a rientrare nei nostri appartamenti.”

Ingombranti: chi li ritira?

Messa da parte la paura e la rabbia per l’accaduto, con l’acqua che in alcuni appartamenti – quelli sotto il livello strada al civico 149 e nei seminterrati poco più avanti è arrivata anche a sfiorare il metro – ora il problema più grande è lo smaltimento degli ingombranti: mobili, elettrodomestici e suppellettili impregnati d’acqua da smaltire che ancora giacciono all’interno delle abitazioni o, nei casi migliori, nei cortili degli edifici interessati.

Qualche giorno dopo gli allagamenti Ama è venuta a ritirare una parte del mobilio che avevamo tolto dagli appartamenti e posizionato su strada. Purtroppo, prima del ritiro, alcuni incivili hanno colto l’occasione per gettare nello stesso punto anche altri rifiuti ma per fortuna gli operatori quel giorno hanno portato via tutto” – prosegue un altro condomino residente nelle abitazioni poco distanti.

Da quel giorno però non s’è visto più nessuno e oggi, a distanza di oltre due settimane, gli sfollati restano sfollati e i rifiuti da ritirare sono ancora accatastati nelle abitazioni.

Le questioni da risolvere sono due: da una parte avremmo bisogno di aiuto per spostare i mobili zuppi di acqua dagli appartamenti, cosa molto complicata perché dai seminterrati vanno portati a livello strada e da soli non riusciamo – ha continuato un condomino al civico 189 di Corso Francia – e poi a quel punto sarebbe necessario che Ama venisse a ritirare gli ingombranti. Abbiamo provato anche a seguire la procedura di richiesta di ritiro a domicilio ordinaria ma naturalmente ci è stato risposto che, vista l’ingente quantità di materiale, non è possibile effettuare nessuna domanda.”

365 giorni per smaltire parte del mobilio

Effettivamente andando a verificare sul sito della municipalizzata la raccolta ingombranti per le utenze domestiche prevede il ritiro  di massimo 2 metri cubi (per esempio un armadio a due ante o un divano due posti) di materiale al piano stradale; richiesta ripetibile per 12 volte all’anno. Ciò vuol dire che, visto la quantità di mobili ed elettrodomestici che ogni residente ha da smaltire dalle proprie abitazioni, non basterebbe un anno per buttare via tutto.

E’ chiaro che non è la procedura da seguire, abbiamo anche provato a presentarci direttamente in discarica ma anche lì ci hanno detto che non possono ritirare tutto il materiale che abbiamo da smaltire. Abbiamo scritto ad AMA e anche al Municipio ma ad oggi nessuno ci ha risposto. Non sappiamo più cosa fare sta diventando una questione di decoro, visto che alcuni dei mobili restano accatastati nei cortili dei palazzi, ma soprattutto di salute pubblica perché il mobilio sta marcendo e le case si stanno riempendo di muffa e blatte” – ha proseguito il signor Nicola ormai rassegnato.

Blatte e muffa nelle abitazioni

A preoccupare i residenti sono infatti soprattutto le condizioni insalubri in cui ormai i loro appartamenti versano, “è un cane che si mangia la coda praticamente, per pulire e sanificare le case dovremmo togliere i mobili che sono da buttare ma se nessuno li ritira non possiamo farlo; non solo, finché non smaltiamo i mobili vecchi non possiamo tornare a vivere nelle nostre abitazioni, appartamenti che ogni giorno che passa vanno sempre più in malora”.

Ma c’è dell’altro è qui siamo davvero al paradosso: alcuni dei condomini interessati dagli allagamenti non sono i proprietari degli appartamenti ma ci vivono con regolare contratto d’affitto; ancora fuori casa, e assistiti in due hotel che il Comune ha messo a disposizione dodici ore dopo il forte temporale, ora si ritrovano con una richiesta di pagamento mensile degli alloggi che al momento non possono abitare.

Siamo disperati, non sappiamo davvero più cosa fare, come affittuari ci aspettavamo almeno un supporto dai proprietari di casa e invece oltre ad alloggiare ancora in albergo e a non riuscire a rientrare nella nostra abitazione ora ci viene chiesto anche di pagare l’affitto” – ha confidato un altro sfollato che preferisce rimanere anonimo – “Lavoriamo e siamo in regola ma non possiamo permetterci ora altre spese, siamo rimasti senza niente, vorremmo solo riuscire a rientrare in casa e ricominciare a vivere.

Ludovica Panzerotto

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1 commento

  1. La sindaca è troppo presa dalla sua campagnai in vista delle prossime elezioni che non può pensare ai problemi cittadini. Spero che chi la voterà non avrà poi il coraggio di lamentarsi di nulla – nella infelice i ipotesi che vicesse

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