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“Nelle migliori famiglie”, romanzo che prende le mosse a Vigna Clara

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Galvanica Bruni

Angelo Mellone è un giornalista, scrittore e vicedirettore di Rai1. Tarantino di nascita,  romano d’adozione, ha vissuto tra il quartiere Trieste e via Cortina d’Ampezzo. Il suo ultimo romanzo, “Nelle migliori famiglie” parte da Vigna Clara e si sviluppa a Cortina d’Ampezzo, la perla delle Dolomiti.

I due modelli della borghesia romana

I protagonisti sono due alto borghesi romani. “Roma ha due modelli differenti di borghesia, quella del centro storico e quella che abita a Roma Nord: la prima è più intellettuale, legata alle professioni liberali, mentre la seconda è più legata al mondo dell’imprenditoria e del commercio”, spiega l’autore.

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Il libro racconta l’incontro di questi due mondi. Da una parte troviamo Piero Cometti, un chirurgo plastico comunista che proviene dalla classica famiglia di sinistra del centro storico: “una piccola vendetta che mi prendo nei confronti della chirurgia plastica, sovrabbondante a Roma Nord, dove il tema delle disuguaglianze si è spostato dal campo economico a quello estetico”, provoca Mellone. Dall’altra c’è Elisabetta Pignatelli, figlia di un giudice della Corte costituzionale che l’autore immagina in una Vigna Clara degli anni ’90, diventata poi una famosissima conduttrice televisiva “di destra”.

“Entrambi i personaggi sono molto connotati, persone che si possono tranquillamente trovare a Roma”, racconta Mellone, ritenendo questo il suo libro meno autobiografico: “C’è una mia esperienza di vita nell’impalcatura della storia e nell’ambientazione, ma non nei protagonisti”, prosegue.

Tutte le famiglie sono felici e infelici in modo simile

Avete presente l’incipit del libro Anna Karenina: “Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”?. Non è così per l’autore, secondo cui tutte le famiglie sono felici ma anche infelici in modo simile.

“Nelle migliori famiglie” è un libro che pone al centro la famiglia, all’interno della quale si incastrano molte storie e si vivono diversi sentimenti. “Questo romanzo nasce da un senso di insoddisfazione per come la famiglia è stata concepita dal secondo dopoguerra in poi, anche nel cinema, quale luogo della inautenticità, del conformismo, dove una persona non può essere veramente se stessa. Non credo che sia così, con tutte le imperfezioni che può avere una famiglia, è pur sempre qualcosa di bello”, spiega lo scrittore.

Nel romanzo, viene ribaltato il paradigma. All’inizio viene raccontata la crisi tra due adulti che stanno insieme da 25 anni, presuntuosamente potenti ed invincibili fino alla tragedia che si trovano incapaci di gestire: la morte del figlio grande, investito a Corso Francia, una sofferenza atroce che distrugge la famiglia. L’arrivo di un potenziale nuovo dolore, dovuto all’incidente di un secondo figlio sulle piste da scii ampezzane, costringe la coppia a confrontarsi, a parlarsi ed a ritrovarsi soli in un luogo nudo e spoglio, qual è un ospedale in un cittadina di montagna silenziosa, la sera della Vigilia di Natale.

“Agli amori che sanno invecchiare senza farsi troppo male”

Il libro è dedicato “Agli amori che sanno invecchiare senza farsi troppo male”, espressione della consapevolezza cui è giunto l’autore nel raccontare questa storia. “Attraverso Piero ed Elisabetta faccio una riflessione: quanto si può tirare la corda dell’ambizione, del sentimento personale, della libertà individuale senza che si spezzi la corda dei legami?”. Ed è questa la domanda che si pone Angelo Mellone, il grande punto interrogativo della famiglia contemporanea.

Si sa, l’essere umano è perennemente insoddisfatto, raramente riesce ad apprezzare cosa ha ed a fare quanto necessario per non perderlo. “Dovremmo riprendere esempio da quello che facevano i nostri nonni, non è detto che se spezziamo i legami a fronte della libertà personale stiamo necessariamente meglio”, confessa l’autore, che riflette anche sul ruolo devastante dei social, che danno l’illusoria sensazione di essere sempre connessi con le persone quando, in realtà, demoliscono i rapporti, perché portano in casa il mondo che deve rimanere fuori dalla porta.

Quindi, la dedica va a coloro che vogliono intraprendere la meravigliosa avventura degli amori che sanno arrivare alla fine del percorso, seppur travagliato, insieme. Perché, conclude Mellone, “il grande anticonformismo, il grande gesto rivoluzionario moderno è proprio tenere in piedi la famiglia”.

Caterina Somma

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