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Cassonetti vecchi, rotti e strabordanti: è caos rifiuti sulla Cassia

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E’ ancora caos rifiuti a Roma Nord, e in particolare lungo via Cassia, ormai completamente invasa dalla spazzatura. Nulla, o poco, era cambiato nei giorni scorsi, quando Ama aveva tentato di rassicurare i cittadini spiegando che tutto si sarebbe risolto nel giro di poco tempo, a patto che proprio i residenti si impegnassero a differenziare meglio i rifiuti.

Detto fatto, ma il risultato non è cambiato e dopo circa quarantottore di tregua, di nuovo da giorni in tutti i tipi di cassonetti, dalla raccolta organica a quella indifferenziata, passando per la plastica e la carta, svettano piramidi di immondizia. Con i bidoni strabordanti e le strade invase da sacchetti, i poveri residenti ormai tentano l’impossibile procedendo in altezza, con il lancio delle buste fin dove fisicità e atleticità di ognuno lo permette.

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Stessa spiaggia stesso mare

Ci sarebbe da sorridere se la situazione non fosse talmente al limite che invece viene solo da piangere, con interi quartieri che, con il caldo che avanza, si ritrovano sommersi non solo dalla spazzatura ma anche dalla puzza.

Non che quest’inverno fosse andata molto meglio, ma come ogni estate anche quest’anno la musica è la stessa: cassonetti vecchi e malandati strabordanti, odore nauseabondo per le strade, liquami che fuoriescono dai mucchi di immondizia ormai in putrefazione e soprattutto sacchi abbandonati in terra a ricoprire decine e decine di metri di marciapiede o accatastati in equilibrio precario, come a dire “ne tiri su uno e ne casca un altro”.

Da Ponte Milvio a Grottarossa, lungo tutta Via Cassia fino a La Giustiniana, procedendo per La Storta, La Cerquetta e l’Olgiata poco cambia. Intere vie ormai trasformate in vere e proprie discariche a cielo aperto; situazione in molti casi aggravata da cittadini incivili che quotidianamente trovano l’occasione per aggiungere caos al caos.

Pochi cassonetti e sempre strapieni

Capita così di trovare accatastati vicino ai sacchetti di rifiuti anche materiali di ogni genere, calcinacci, mobili e contenitori di sostante inquinanti: tutto insieme scaricato in terra, senza rispetto per niente e nessuno e ignorando del tutto le giornate di raccolta degli ingombranti che invece tanto sono utili e risolutive.

Non solo, dalle segnalazioni dei residenti la situazione sarebbe davvero al collasso anche per il numero ridotto dei cassonetti, diminuiti nell’ultimo periodo.

Solo in Via Valle della Storta, una delle vie più popolose di questa zona, ma anche lungo il tratto della Cassia che attraversa il quartiere, negli ultimi mesi sono stati rimossi almeno cinque cassonetti. I residenti però sono sempre quelli come anche la produzione di immondizia, che spesso anzi aumenta perché molti commercianti scaricano in strada – raccontavano alcuni cittadini nella serata di ieri mentre tentavano di ripulire la via dall’olio esausto caduto da un fusto – La rimozione dei bidoni della spazzatura avrebbe senso soltanto in caso di raccolta differenziata, servizio parzialmente avviato in questa zona, o del porta a porta, un miraggio per molti quartieri del quindicesimo”.

Strade sporche e animali al pascolo

Ma c’è un’altra questione che assilla i residenti, ormai diventata un rompicapo per molti. La raccolta dei rifiuti dai cassonetti non coincide mai con il servizio di pulizia e spazzamento delle strade.

Abbiamo capito tutti che si tratta di due servizi diversi ma è davvero ridicolo che i due passaggi non coincidano; far passare i mezzi più piccoli di pulitura delle strade solo quando ormai i cassonetti sono di nuovo strapieni è del tutto inutile, come inutile è anche lasciare le strade invase da sporcizia quando i bidoni vengono svuotati – ha proseguito un altro cittadino residente a La Cerquetta, uno dei quartieri che più subisce l’emergenza rifiuti.

Siamo esausti, invasi dall’immondizia, con i cassonetti delle vie più nascoste presi letteralmente d’assalto anche da chi viene da altre zone servite dalla raccolta differenziata. E’ una questione di civiltà, non possiamo vivere come le bestie”.

E sono proprio le bestie a preoccupare ancora di più i cittadini, una lista di animali più o meno selvatici che ogni giorno, attirati dai rifiuti, circolano per le strade. Cinghiali, gabbiani, topi e cani randagi che, del tutto indifferenti alla presenza umana, si aggirano tra i cassonetti.

Rifiuti fuori regione: una soluzione temporanea al caos

Mentre i cittadini attendono giorni migliori, una soluzione tampone – con costi aggiuntivi e scadenza tra sei mesi –  sembrerebbe però essere stata trovata e così a partire dal mese di luglio i rifiuti romani finiranno oltre regione.

Cinque, quelle che insieme al Comune di Viterbo – che in attesa che vengano perfezionati i contratti sopperirà allo smaltimento degli scarti per 15 giorni –  contribuiranno a liberare le strade della capitale dall’immondizia, ricevendo fino a dicembre 2021 circa 36.000 tonnellate di rifiuti trattati dai TMB di Malagrotta.

“Sono emerse soluzioni positive con cui scongiurare il rischio di emergenze ambientali a Roma; in particolare, sono in via di definizione accordi con impianti presenti in Abruzzo, Marche, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Lombardiaha comunicato solo tre giorni fa Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti, chiarendo anche la questione relativa al trattamento e lo smaltimento.

La regione Lazio ha già sottoscritto intese con l’Abruzzo per 70.000 tonnellate e con la Toscana per 13.500 tonnellate, mentre si sta attivando anche un altro accordo con la Campania per 20.000 tonnellate di rifiuti di Roma, sempre nel periodo luglio-dicembre 2021. Queste misure consentiranno di mettere in sicurezza la città di Roma per i prossimi sei mesi ma non esime il Campidoglio e la città metropolitana dall’obbligo di indicare un sito dove realizzare una discarica di servizio per il comune capitolino e un’altra per gli altri 120 comuni del territorio provinciale.” – ha aggiunto Valeriani durante l’incontro tra Regione Lazio, Comune di Roma e la E. Giovi, la società che attualmente lavora circa 1.200 tonnellate di rifiuti al giorno.

Ludovica Panzerotto

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4 COMMENTI

  1. Io ho la disgrazia di abitare a La Storta, sulla destra della via Cassia, cioè ‘ XV municipio, dove ci sono i cassonetti e la differenziata non e’ arrivata. Si perché dall’altro lato della via Cassia c’’e’ il XIV municipio dove la differenziata e’ stata introdotta da alcuni anni.
    Morale: tutta la spazzatura ingombrante, oltre a quella dei viterbesi in transito, viene scarica ta vicino ai cassonetti del XV municipio. E la mia casa questi cassonetti c’è li ha proprio di fronte al cancello di ingresso da sempre. Praticamente vivo accanto ad una discarica a cielo aperto con versamenti puzzolenti ormai solidificati in uno strato sul terreno.
    A peggiorare la cosa c’è’ stata anche la chiusura, diversi anni fa’, dell’isola ecologica dell’Olgiata e solo recentemente riaperta per raccogliere sfacci e oli esausti, facendo felici soltanto i proprietari di giardini, come se tutto il resto non esistesse.
    Questa e’ la situazione. Rivolgo una preghiera al presidente dell XV municipio perché intervenga; nell’immediato con la richiesta all’AMA di una vera isola ecologica in grado di allargare la possibilità di conferire altre tipologie di rifiuti per evitare, come avviene oggi, che vengano lasciati vicino ai cassonetti, ed in seguito con l’introduzione della raccolta differenziata come i nostri vicini del XIV municipio i quali hanno i loro bei contenitori di differenziata vicino alla porta di casa e i nostri cassonetti per scaricare la monnezza più’ ingombrante.

  2. Cassonetti strabordanti anche all’interno dell’Ospedale Fatebenefratelli S. Pietro di via Cassia che preoccupano e non poco per il luogo essendo a vista potenziale rischio per la salute o per il lavoro dell’Ospedale la cui nomea non è certo quella dell’altro che entri con una ed esci con quattro.
    Sempre e comunque solidarietà ai lavoratori dell’AMA troppo al centro dell’attenzione vittime innocenti dei riflettori, della stampa, della televisione e dello sporco o di chi sporca per essere costantemente chiamati in causa nell’assunto “sporco=disservizio AMA”.
    Non è così perché la Città o meglio l’area metropolitana che oggi coincide per estensione alla sua Provincia è estesa e vasta come il comune e la provincia messi insieme.
    Solidarietà ai lavoratori AMA in tutti i casi e per ogni provocazione a cui si ricorda di fare riferimento alle tutele sindacali per la salute e per gli orari di lavoro che sono quelli stabiliti e non saranno mai quelli dei cassonetti strabordanti, lavoratori operatori ecologici e mai servitori dei cittadini.

  3. @Leosc: Quando passo davanti al centro raccolta AMA di Viale Tor di Quinto la mia solidarietà ai lavoratori AMA viene improvvisamente meno: è tenuto come una discarica, e al suo interno sparsi qua e là si vedono rifiuti di ogni genere, lasciati abbandonati da chissà quanto; l’unica cosa che ogni tanto fanno è lo sfalcio di quello ch avrebbe dovuto essere un giardino, poi mai più realizzato, credo per il rinvenimento di resti archeologici (Villa di Ovidio?); non sono capaci di tenere pulita neanche l’area all’interno della propria sede di lavoro, eppure questa è l’azienda che dovrebbe occuparsi del decoro della città! la situazione descritta per via Cassia vale per buona parte di roma Nord.

  4. Sembra assurdo, ma è mai possibile che si continui a pensare a nuove discariche o a mandare i rifiuti in altre regioni? Ma di costruire impianti di riciclaggio e smaltimento non viene in mente a nessuno??

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