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Cimitero Flaminio, non c’è pace neanche da morti

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Non c’è pace neanche da morti. E’ proprio il caso di dirlo, visto l’ennesima bufera che in queste ore sta investendo i cimiteri romani e in particolare il cimitero Flaminio.

Il caos è scoppiato dopo che due giorni fa un padre disperato ha gridato tutta la sua rabbia per non riuscire a seppellire suo figlio morto da due mesi. Un duro attacco, quello del deputato Andrea Romano che ha perso un ragazzo di 24 anni, alla Sindaca Virginia Raggi e ad Ama, l’azienda municipalizzata che a Roma si occupa anche di servizi cimiteriali.

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Lo scandalo delle bare accatastate

A finire sotto attacco è stato di nuovo il Flaminio, il camposanto di Prima Porta che questa volta non sa più come smaltire le bare.

L’incubo delle casse da morto – che nel migliore dei casi finiscono accatastate e in caso contrario sono destinate alla via crucis tra i cimiteri in cerca di una sistemazione – è solo l’ultimo di un lungo elenco di disservizi e scandali che ormai da anni travolgono a cadenza regolare i cimiteri della capitale. Tombe scambiate, finte cremazioni, croci che portano i nomi delle madri che hanno abortito, ossa umane senza sepoltura e poi loculi devastati, norme igieniche violate, pulizia e illuminazione fatiscenti e furti.

Ma lo scandalo dei cimiteri romani non è certo iniziato quarantotto ore fa e anzi, quella delle casse accumulate, è solo l’ennesima goccia che ha fatto traboccare il vaso, ormai stracolmo.

Nelle camere mortuarie dei cimiteri Flaminio e Verano si è raggiunto il numero massimo di salme ospitabili” – avvisava l’Ispettorato Flaminio il 12 aprile scorso. Un’ indicazione per le agenzie di pompe funebri di Roma che dal giorno successivo avrebbero dovuto destinare ad altri cimiteri, anche fuori città, tutte le salme da cremare.

Nessuna indicazione dei tempi di risoluzione e solo due alternative: fare domanda di cremazione in altri impianti diversi dal Flaminio oppure aspettare.

Ed ecco che i tempi di attesa sono lievitati fino ad arrivare alla denuncia di Romano, a dire il vero l’ultima di tante altre grida disperate di famiglie che avrebbero voluto dare una degna sepoltura ai propri cari e che invece stanno ancora aspettando.

30 cremazioni in meno al giorno

Quasi duemila le salme da cremare o seppellire con le bare accatastate nei depositi dei tre cimiteri romani, Verano, Laurentino e Flaminio, ritardi nelle ignizioni e spazi mancanti per le sepolture ma soprattutto assenza di personale. Circa 40 cremazioni al giorno contro le 60 – 65 previste da contratto, estendibili a 70 in casi di emergenza, come questo.

Ma il personale non c’è e le incinerazioni non vengono effettuate.

A far sprofondare il più grande camposanto del quadrante nord di Roma nel caos, oltre che nella vergogna, ci sarebbe infatti proprio la mancanza di dipendenti. A scarseggiare, infatti, non sarebbero solo gli addetti alle mansioni funebri –che per le cremazioni apparterrebbero a una ditta esterna – ma anche addirittura gli impiegati dell’anagrafe cimiteriale incaricati nel disbrigo delle pratiche amministrative inerenti le tumulazioni.

Il caso finisce in Procura

Così mentre Ama ha giustificato i ritardi nei cimiteri capitolini dando la colpa alla situazione pandemica e all’aumento delle richieste– precisando che in questa fase emergenziale verrà data la priorità alle prime sepolture rinviando operazioni cimiteriali non urgenti, come quindi le tumulazioni delle urne cinerarie – e la Sindaca di Roma si è scusata pubblicamente con il deputato Pd e ha rassicurato i cittadini annunciando di aver convocato la municipalizzata per avere spiegazioni, il caso del cimitero Flaminio è finito in Procura.

A denunciare la situazione con un esposto inviato agli uffici di Piazzale Clodio per i reati di omissione d’atti d’ufficio e sottrazione di cadavere è stata l’Efi, l’Associazione Eccellenza Funeraria Italiana mentre dalla Prefettura di Roma si chiedono provvedimenti immediati e risolutivi a Comune e Ama.

Intanto dal Campidoglio fanno sapere che al momento l’unica soluzione possibile sarebbe quella di trasferire i propri defunti ad altre destinazioni, con le pratiche da presentare direttamente agli sportelli comunali di Via Petroselli e non più ad Ama.

Il girone dantesco dei cimiteri romani

Una condizione quella del cimitero Flaminio, ma anche degli altri camposanti capitolini, che si trascina ormai da anni, nonostante l’erogazione nel 2017 dei finanziamenti per il rafforzamento delle strutture e dei forni, a nulla serviti per migliorarne le condizioni.

Mancano i loculi e quelli esistenti sono spesso in condizioni vergognose – ha dichiarato Alessandro Moresco, del comitato direttivo Feniof (Federazione Imprese Funebri) al Corriere della sera – tanto che il comune, che li fa pagare fino a 4mila euro, pretende la firma di una liberatoria in cui il cittadino accetta le condizioni in cui le tombe versano.”

Insomma al danno come sempre si aggiunge la beffa, con i familiari dei defunti che, visto il degrado dei loculi, al momento della tumulazione si rifiutano di consegnare i loro cari al degrado, le bare finiscono nuovamente nei depositi e lì l’incubo ricomincia.

Ludovica Panzerotto

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2 COMMENTI

  1. Il Sen. Romano, che non riesce a dare sepoltura al figlio ha parlato di “VERGOGNA”… La sindaca, preso atto, ha risposto che il fatto delle mancate sepolture è inaccettabile e “ha convocato i vertici di AMA”. Insomma è come se il Comandante Schettino dopo aver fatto naufragare la propria nave avesse detto: “Perbacco, è inaccettabile…convochiamo i vertici dell’equipaggio….”

  2. La sindaca chiede scusa al Senatore Romano, ce ne sono mila in attesa e lei chiede scusa ad un senatore. Dico ma non ti viene in mente di chiedere scusa ai romani tutti??? hai pure il coraggio di rincadidarti…..che amarezza!!!

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