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4Hopes4Rome, vogliono ridisegnare Corso Francia

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Sono tutti giovanissimi, con le idee ben chiare e un obiettivo comune: migliorare la città in cui vivono. Dall’unione delle loro forze è nata 4Hopes4Rome, attraverso la quale si fanno sentire a gran voce e portano avanti progetti ambiziosi. “Cambiamo Roma insieme” è il loro slogan.

4Hopes4Rome è composta da un ampio gruppo di ragazzi e ragazze under 24 e da 21 associazioni attinenti a vari ambiti con sede in diverse parti della Capitale. Uniti, mettono in campo tematiche urgenti viste dalla prospettiva della loro generazione, definendo le priorità necessarie per far rinascere Roma.

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Da chi è composta

Dal Nord al Sud di Roma troviamo: Comitato Balduina, Associazione Giacomo Vidiri, Polibò, Zalib, Un pensiero per…, MaTeMù, SCuP – Sport e Cultura Popolare, GenerAzione, V Zona, Kokè, Csoa La Strada, Spartaco, Attivamente Cecchignola, La Talpa, Ciao Onlus, Argo, Ostia up, Affabulazione, Poetry Clan, Casa Clandestina e Social Days.

4Hopes4Rome è nata un anno fa, durante i mesi del lockdown. “Chiusi nelle nostre case abbiamo trovato la forza di metterci insieme, di far nascere un lavoro di gruppo”, inizia a raccontarci Giovanni Tucci, urbanista ventiquattrenne che per l’occasione si è fatto portavoce dell’associazione che ha anche un sito web.

“Nasce dall’esigenza di influire sul dibattito politico, cercando di andare oltre i soliti temi romani, come buche e rifiuti, per poter elaborare le esigenze della città in chiave generazionale, ossia dal nostro punto di vista. Crediamo che alcuni obiettivi possono essere raggiunti insieme, Roma è una città grande e complessa”.

Le 4 ‘hopes’

Le speranze di questo gruppo di ventenni sono quattro: ambiente, rigenerazione urbana, inclusione di genere e multietnica e cultura. Esse rappresentano i temi prioritari secondo la loro generazione, emersi dall’analisi di un questionario al quale hanno risposto in più di 800.

“Su ogni speranza abbiamo organizzato un evento di elaborazione, invitando esperti del settore, ma crediamo che tutti i temi si possano intersecare tra loro. Siamo partiti con i progetti che riguardano le nostre proposte di rigenerazione urbana. Il primo progetto riguarda Corso Francia, seguito da quelli che coinvolgono i quartieri di Boccea e Primavalle”, ci spiega Giovanni.

I prossimi passi riguarderanno l’inclusione di genere e multietnica: “Con le Istituzioni competenti abbiamo individuato per ogni Municipio degli spazi in disuso da riqualificare per realizzarci dei centri antiviolenza”.

“Ci teniamo a dire – sottolinea Giovanni – che non ci precludiamo l’aiuto di nessuno, perché crediamo fortemente che un progetto per funzionare debba essere sostenuto dai cittadini, ossia da chi vive nel territorio”. Sono, quindi, proposte aperte ai suggerimenti di chi ha più esperienza, di chi vive in prima persona la singola realtà o di chi ha un altro punto di vista.

Ripensare corso Francia

Lo scorso 31 marzo, i ragazzi di 4Hopes4Rome hanno appeso un lungo striscione sopra corso Francia, dal ponte della Tangenziale, sul quale si leggeva “Roma non è un’autostrada”. È stato il loro primo grido, il primo atto di un progetto denominato “Ripensare corso Francia”, e ha riscosso l’attenzione di cittadini e Istituzioni.

Il progetto vuole dare a corso Francia una veste più adeguata a una strada urbana che attraversa delle zone residenziali. L’accento è posto sulla sicurezza e sulla sostenibilità. “Nei prossimi mesi organizzeremo degli incontri volti a sensibilizzare e coinvolgere le persone sulle necessità che abbiamo rilevato, ossia sicurezza stradale, mobilità sostenibile e qualità dello spazio pubblico e urbano”, responsabile del progetto “Ripensare Corso Francia”.

“Abbiamo ricevuto l’interesse dello staff della Sindaca. Infatti, circa un mese fa, abbiamo presentato il progetto al Dipartimento Servizi per la Mobilità di Roma e aperto un tavolo di collaborazione; si sono dimostrati disponibili e sensibili sul tema della sicurezza delle grandi arterie della città e degli incroci più pericolosi”. La causa è sostenuta anche dall’Associazione Lorenzo Guarnieri di Firenze, che dal 2010 si batte per una maggiore sicurezza stradale in ricordo di Lorenzo, morto investito a soli 17 anni.

Il loro disegno trasforma corso Francia in un’area più sicura, green, sostenibile e con maggiore spazio per passanti e ciclisti. Propongono, infatti, la realizzazione di aiuole alberate a dividere i sensi di marcia, di marciapiedi più ampi e più verdi e di una pista ciclabile che da Ponte Milvio porti a Vigna Clara.

Giulia Vincenzi

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8 COMMENTI

  1. le aiuole non verrebbero mantenute perché il servizio giardini non ne ha la capacità inoltre, l’interesse del sindaco – ora che siamo in campagna elettorale – lascia il tempo che trova.

  2. Su Corso Francia si riversa il traffico di Cassia e Flaminia, e soprattutto dalla Flaminia provengono pendolari da fuori Roma (oltretutto in zona Grottarossa stanno costruendo alla grande avendo come unico sbocco sempre la Flaminia). Mi sembra quindi purtroppo assolutamente velleitario qualunque progetto che preveda un restringimento delle carreggiate anche di un solo centimetro. Pensassero invece a come potenziare i collegamenti del trenino per Piazzale Flaminio e all’anello ferroviario,poi realisticamente si potrà pensare a un progetto per corso Francia.
    Anna Maria Giuliano

  3. essenziale mettere alberi e corso francia, è orrenda senza un albero e non ci si può camminare, non è possibile che per andare a ponte milvio uno debba rischiare la vita senza nemmeno la presenza di un marciapiede decente. sottopassaggi per alternare i sensi sarebbe un’ottima idea come da progetto vincitore anche da voi esposto piu volte, i ponti pedonali..mai realizzati… all’inizio si via cassia nuova ancora corso francia c’è ancora il guard rail…nel 2021???? rotatorie mai realizzate..pista ciclabile ed ingresso al parco dell’inviolatella da via fabbroni.. per ora i giardinid i vigna clara che dovevano essere rifatti zero..e nuovi alberi? zero. su via flaminia nuova hanno ammazzato tutti i pini e fa schifo. uno scempio.

  4. Progetto velleitario e più dannoso che utile. Sono d’accordo con il rifacimento dei marciapiedi (pensando ai disabili prima ancora che ai ciclisti), ma contro il restringimento della carreggiata su un’arteria così importante. Per quel che riguarda il verde, interverrei sulla riqualificazione di alcuni punti degradati (tipo lo slargo dove c’è la scalinata che porta a via Ronciglione o il Ponte Flaminio) e ripianterei i pini abbattuti su via Flaminia nuova; per la mobilità invece, piuttosto che fare piste ciclabili, bisogna aprire la stazione Vigna Clara e fare un collegamento bus veloce con la stazione Roma Nord di Piazza Euclide.

  5. Se le aspirazioni dei giovani, alimentate da un dinamismo che i “non giovani” in molti casi non hanno più, ad avere città diverse da quelle che abbiamo creato sono più che legittime resta per il fatto che alcuni aspetti oltre che velleitari sono anche improponibili: ve lo immaginate il ridurre la carreggiata a favore di marciapiedi piu larghi ad esempio in Via Flaminia Vecchia dove alle dozzine di auto perennemente in doppia fila si aggiunge anche un traffico incontrollabile? Via Flaminia Vecchia, Via di Vigna Stelluti, Corso Francia, la Via Cassia….Per non parlare poi di proposte a dir poco ridicole come i ponti pedonali o i sottopassi. Quello che va fatto è sfruttare al meglio ciò che abbiamo non incrementando la viabilità ma diminuendo il numero delle auto. Mario Tozzi ci ha ricordato che in Italia il problema più urgente non è il “riscaldamento globale” ma “il consumo di territorio”; neppure il Drago-Draghi l’ha capito…altre grandi opere, altro cemento, altro territorio fatto fuori anzichè prendersi cura del paese attraverso la manutenzione, sistemando il dissesto idrogeologico e potenziando il trasporto pubblico (anche cosi si creano posti di lavoro) in modo particolare quello sotterraneo e quello ferroviario. A Corso Francia gli alberi (che non si saprebbe dove mettere) non servirebbero a un tubo: serve invece impedire che decine di migliaia di auto si riversino sulla città. Per fare questo servono però amministratori intelligenti, capaci, lungimiranti, tecnicamente preparati, conoscitori del territorio e non avvocati, esperti in adozioni, insomma”scienziati” che pensano di risolvere il problema della mobilità con i monopattini o una funivia. Cari ragazzi 24enni mettetevi l’anima in pace!

  6. Esiste un solo modo per ridisegnare Corso Francia, prolungare il tram 2 a Vigna Clara come già previsto dal PUMS. Poi intorno al quello si può fare tutto.

  7. Grazie all’UTP che fa riferimento al prolungamento del tram n.2, che è stato introdotto nel PUMS per la segnalazione di tanti cittadini, e che è stato finanziato più di un anno fa dal MIT per uno studio di fattibilità, di cui però non ho più saputo nulla.
    E’ un progetto difficile, e ho inviato una mia proposta in merito nell’apr. 2019 alla Agenzia della Mobilità, in quanto il Tram all’andata dovrebbe passare sulla piazza di Ponte Milvio e sulla via Flaminia, svoltando su Corso Francia al relativo incrocio.
    Vista l’attuale situazione della zona, con l’Anello ferroviario bloccato da 5 anni da uno sciagurato ricorso al TAR, e la Metro C impantanata a S. Giovanni, che non arriverà a p.le Clodio – Farnesina prima di 20 anni, se mai ci arriverà, questo Tram, se fosse tecnicamente realizzabile, sarebbe una boccata d’aria per l’asfittico traffico della zona, creando un collegamento veloce e non inquinante tra Vigna -Clara e il Centro Città.
    Comitato Ambiente e Legalità – Ponte Milvio

  8. Tutti i contributi sono (più o meno) interessanti, per cui bene le proposte di questi di “4Hopes4Rome”, a cui però consiglierei di sistemare il proprio sito web… assai difettoso (e non è bel biglietto da visita per chi si propone di “rigenerare” la capitale d’Italia). Corso Francia, al di là dell’aspetto meramente estetico, soffre di un abnorme traffico veicolare… in entrata al mattino, in uscita al pomeriggio. E come Corso Francia soffrono dello stesso problema le sue prosecuzioni: Cassia e Flaminia, ma anche la Salaria e tutte le strade che portano a Roma dalla periferia e dalla cintura urbana fuori dal raccordo anulare. Non vi viene da sorridere quando “onda Verde” segnala rallentamenti a Roma sulla via Olimpica traCorso Francia e via Salaria? Come se fosse un evento accidentale e non una condizione permanente, da almeno 30 anni… è tutto il sistema del trasporto (privato, ma soprattutto pubblico) che va ripensato e riformato, anche a costo di scelte impopolari. È in casi come questo che si vedrebbe la differenza tra un buon amministratore della città ed un politicante che guarda solo al proprio tornaconto del momento.

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