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Urbex e il convento abbandonato di Orte

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“Urbex” è l’abbreviazione di “urban exploration” ovvero “esplorazione urbana”: si tratta di una attività in genere praticata dai giovani che vanno alla ricerca di luoghi abbandonati: chiese, conventi, ex-ospedali e caserme, mattatoi, fabbriche e impianti dismessi, manicomi e ville.

Le regole di questa attività sono poche e molto chiare: si entra ma non si tocca e non si porta via niente. L’unica cosa permessa è fare fotografie. Chi pratica questa attività non vuole assolutamente essere imitato dal momento che entrare in un luogo abbandonato può presentare dei rischi.

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Uno dei luoghi più noti dell’urban-exploration è un vecchio convento poco distante dalla cittadina di Orte; si tratta di un complesso di circa 6.000 mq abbandonato alla fine degli anni ’90 e oggi in stato di totale incuria.

Il convento, come ricordato da una antica targa di marmo murata all’ingresso della chiesa, risale al 1400  mentre il chiostro è del 1600; nel 1700 fu restaurato e agli inizi del ‘900 divenne un seminario. La palestra e la tipografia vennero realizzate negli anni ’60 mentre nel 1994 il convento fu definitivamente abbandonato e col tempo divenne preda di vandali.

Nonostante in alcuni punti i solai abbaiano ceduto, la struttura però si presenta ancora in discrete condizioni anche se preda del degrado; il luogo non è sorvegliato e porte e cancelli sono tutti spalancati. Il vecchio convento evidentemente si presta a visite ed incontri e anche a “festini” in considerazione delle centinaia di bottiglie vuote di birra sparse anche all’esterno.

Tutto il complesso è circondato da un grande parco con una fontana esagonale e una statua in bronzo di San. Antonio. La facciata della chiesa presenta invece due edicole con crocefissione e Madonna con bambino.

La navata della chiesa (peraltro osservabile anche dall’esterno) è forse il luogo in migliori condizioni con le vetrate colorate sul fondo, gli affreschi alle pareti e il coro ligneo pesantemente danneggiato dai vandali. A sinistra della navata c’è l’antica sagrestia con gli armadi in legno mentre sulla destra si trova l’antico refettorio con, all’estremità della sala, un affresco dell’ Ultima Cena.

Attraverso un cancello è possibile osservare il chiostro seicentesco con stucchi e affreschi e il cortile con un antico pozzo sormontato da una struttura in ferro battuto con croce. Il contrasto tra la chiesa e gli ambienti conventuali e la parte più moderna riservata agli alloggi e altri locali è ben evidente e lascia intendere che nel lontano passato il convento abbia ospitato molti seminaristi.

Il fatto che una struttura simile sia stata abbandonata non solo perché non più in uso ma anche al degrado è un vero peccato; è triste vedere questo grande convento danneggiato, sporco e depredato: forse avrebbe meritato migliore destino.

Se vi trovate da quelle parti andate a visitarlo ma senza entrare nella struttura e rimanendo sempre all’esterno: in questo modo potrete osservare una delle mete dell’Urbex ma in totale sicurezza.

Francesco Gargaglia

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