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Gianluca Jacquier, ‘the voice’ di Ponte Milvio a Malaga

Gianluca Jacquier
ArsMedica

La sua voce la conosciamo tutti, entra nelle nostre case ogni giorno ma con diversi volti. Stiamo parlando di Gianluca Jacquier, attore, speaker e doppiatore. Nato e cresciuto a Ponte Milvio, ora vive in Spagna e noi lo abbiamo raggiunto, a distanza.

“Un giorno un cliente mi disse ‘prima o poi mi dovrai spiegare come fai a cambiare tono di voce in questo modo‘; confesso che per me fu proprio un bel complimento!”. La voce di Gianluca Jacquier è calda, avvolgente ed energica, impossibile non riconoscerla negli spot pubblicitari, nei documentari o nei video aziendali in cui è stata protagonista nel corso degli anni.

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La sua passione per l’interpretazione è iniziata tra i banchi di scuola, come ci racconta: “Alle elementari mi divertivo a fare le imitazioni dei personaggi famosi dell’epoca, come Mike Bongiorno, Corrado e Enzo Tortora, per la gioia dei miei compagni di classe. Per anni questa passione è rimasta sopita per riemergere poi più tardi quando, già ventenne, cominciai a sentire forte il desiderio di recitare. Allora cominciai a fare le prime esperienze amatoriali, poi venni a sapere che Paola Quattrini stava radunando dei giovani per formare una compagnia teatrale”.

“Fu un’epoca memorabile, – continua Gianluca con entusiasmo – anni meravigliosi di apprendimento e divertimento. All’inizio lo studio era ‘indiretto’, sul campo, ossia Paola insegnava andando avanti con le prove. Poi creò un vero e proprio laboratorio teatrale, La Fabbrica di Ponte Milvio, con insegnanti molto bravi, alcuni dei quali insegnavano anche nell’accademia nazionale Silvio D’Amico”.

Fu così che nel 1995 Gianluca Jacquier debuttò sulla scena con lo spettacolo “Se devi dire una bugia dilla grossa”, nel teatro della parrocchia Gran Madre di Dio, da loro stessi ristrutturato.
“Fu davvero una bellissima esperienza, rimettere in sesto un teatro e poi rappresentarci un’opera teatrale. In quegli anni ho imparato le basi della recitazione: i tempi teatrali, le pause, i silenzi, il saper stare in scena ‘con le chiappe strette’, come ci diceva sempre Paola, per farci capire che dovevamo essere sempre attenti, energici, allerta, pronti a dare la battuta al momento giusto!”

Nel 2005, Gianluca ha intrapreso un nuovo percorso, anche se affine, e che l’ha condotto a diventare un professionista della voce, speaker e doppiatore.
“Un pomeriggio ero in una libreria del centro di Roma e mi è caduto l’occhio su un libro dal titolo “Speaker. La comunicazione verbale” di Alberto Lori e, sfogliandolo, capii che Alberto teneva dei corsi. Ne rimasi affascinato. Quasi tutti, quando sentono la parola speaker pensano solo alla persona che parla in radio, in realtà uno speaker utilizza la voce ovunque ce ne sia bisogno. Io, ad esempio, mi sono dedicato al doppiaggio di documentari, audio guide, promo, video aziendali, video promozionali, pubblicità, etc”.

I suoi grandi maestri sono stati Alberto Lori e Claudio Capone, che egli ricorda con affetto, “due voci splendide, che mi hanno insegnato molto. Alberto Lori ha uno stile più giornalistico, mentre Claudio Capone era un ‘pittore’, nel senso che ‘dipingeva con la voce’ i suoi lavori. Poi, ci sono molte altre voci che mi hanno ispirato e che mi hanno condotto nella ‘strada giusta’, nell’interpretazione”.

Sono moltissimi i prodotti a cui nel tempo ha prestato la sua voce coinvolgente, ma il genere a cui lavora con più piacere è senza dubbio la pubblicità.
“Sono corti e divertenti! In una pubblicità puoi lavorare molto sull’interpretazione, sulle sfumature, ma devi anche far entrare molte parole in poco tempo. È una vera e propria sfida che mi piace da matti!”.

Tra le tante, quelle che ricorda con maggiore orgoglio sono uno spot per Petronas (sponsor della McLaren in F1) e uno per Booking.com.

“Sono molto legato al primo – ci spiega Gianluca – perché, oltre ad essere molto bello ed emozionante, aveva come protagonista un padre che doveva arrivare in tempo a scuola della figlia per vederla recitare nello spettacolo di fine anno e in quell’epoca mia figlia aveva più o meno la stessa età e stava preparando la recita di fine anno, quindi mi sono immedesimato molto nel protagonista e l’ho sentito davvero vicino. Invece per Booking.com ne ho fatti vari, ma in particolare me ne è rimasto in mente uno perché, in quell’occasione, ho dovuto usare un tono di voce molto diverso dal mio (che è medio-basso) e ho scoperto che amici e clienti non mi riconoscevano”.

Il mestiere del doppiatore significa donare la propria voce a una moltitudine di immagini, di persone, di storie, tutte diverse. Quali sono le difficoltà e le soddisfazioni maggiori? Gli chiediamo.
“Una delle difficoltà più grandi in questo lavoro è quella di dover passare da una situazione ad un’altra, a volte molto diverse tra loro, magari nella stessa mattinata. Poi ci sono le indicazioni di regia, ossia l’interpretazione delle informazioni scritte sul tono di voce che il cliente vuole per un determinato progetto. Una delle soddisfazioni maggiori è proprio sentire il cliente apprezzare in diretta il lavoro”.

Gianluca Jacquier è nato e cresciuto a Ponte Milvio, in via Prati della Farnesina, ma dal 2009 vive a Malaga, in Spagna.

“Ho cambiato città per amore – ci confida sorridendo – ma sono molto legato a Ponte Milvio, mia madre e tutta la sua famiglia sono nati e vissuti in quel quartiere e, onestamente, non avrei mai pensato di andare a vivere così lontano. Per fortuna mio padre vive ancora lì e quindi ogni anno ho l’occasione di tornare per qualche giorno nella mia adorata zona. I ricordi di Ponte Milvio sono tanti, e a volte mi assale la nostalgia: penso all’infanzia spensierata che passavo giocando in strada e andando in giro in bicicletta per il quartiere con i miei amici, alle attività che facevamo con i boy scout, ai pomeriggi passati a giocare a pallacanestro nel campo da basket della parrocchia, allo sport praticato sempre in zona (nuoto, body building, atletica leggera, arti marziali), alle serate al Cineporto”.

Al momento è impegnato a girare alcuni spot pubblicitari per la RAI (radio e TV), alcuni dei quali sono già andati in onda in prima serata: “Le Farine Magiche”, “Decorì”, “Dolci Soffici”, “Cerasuolo di Vittoria” e “Olio Toscano IGP”. A breve, però, è probabile che sentiremo risuonare la sua calda voce in qualche film e serie tv.

“Mi piacerebbe molto e stanno nascendo delle piattaforme che consentono a doppiatori e direttori di doppiaggio di lavorare al doppiaggio di un prodotto, senza recarsi fisicamente in uno studio. Il tutto avviene attraverso internet, sfruttando l’alta velocità delle connessioni in fibra ottica, dei software proprietari sviluppati ad hoc e delle attrezzature di registrazione professionali che il doppiatore deve avere in casa”.

Credere in sé stessi, studiare, insistere e non mollare, questo è il messaggio di Gianluca Jacquier per i giovani che vogliono intraprendere la sua professione.

“Per prima cosa si devono preparare, studiando recitazione e dizione. Avere una ‘bella voce’ non è sufficiente, bisogna anche saperla usare; a volte sentiamo voci che, oggettivamente, non sono armoniche o gradevoli ma sono in grado di trasmettere un mondo di emozioni, come succede anche con i cantanti. Inoltre, non bisogna mai arrendersi davanti alle prime difficoltà, perché questo è un lavoro difficile e a volte ci vuole tempo prima che le cose comincino a funzionare, bisogna insistere e non mollare, se uno crede di avere delle qualità”.

Giulia Vincenzi

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