Home CRONACA Norbert, una pensilina come casa. E lui seduto immobile sulla Cassia

Norbert, una pensilina come casa. E lui seduto immobile sulla Cassia

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ArsBiomedica

Una fermata dell’autobus, qualche busta e un crocifisso di legno al collo. L’esistenza di Norbert è tutta qui, in una pensilina per l’attesa dei mezzi pubblici e nulla di più.

Eppure la storia di quest’uomo, che ormai da settimane staziona con il suo giaccone nero e due occhi stanchi e persi su quella panchina all’altezza di Via Cassia 1000, è una storia complicata che, almeno per il momento, non sembra trovare il lieto fine.

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Qualche volta si fa chiamare Norberto, la versione italiana di quello che forse è davvero il suo nome, è originario dello Sri Lanka e ha 79 anni. La pensilina di Via Cassia, lontana pochi metri dal bivio per il Grande Raccordo Anulare, dagli inizi di novembre è diventata il suo rifugio, unico riparo attuale di una vita travagliata.

Qualche giorno fa la redazione di VignaClaraBlog.it è passata a trovarlo e tra un cornetto appena sfornato e un bicchiere di thè caldo ha scambiato qualche parola con lui, parole che a fatica Norbert pronuncia e che con la stessa fatica giungono al destinatario a causa della mascherina sempre ben indossata e soprattutto per il frastuono delle automobili che scorrono a pochi metri da lui.

Mentre racconta di essere vedovo e di avere due figli nel paese natio, il capo si china ancora di più e l’espressione si fa ancora più cupa, ma Norbert resta immobile, seduto sulla panchina con le mani sempre fisse lungo le gambe, composto, quasi per paura di dar fastidio.

I suoi ricordi sembrano sfocati, vanno e vengono dalla sua mente ma lui non si scompone mai; le scarpe quasi sempre sfilate da piedi stanchi e gonfi sono ben ordinate proprio sotto la pensilina; vicino e ben piegate tante coperte, zaini e buste di plastica stracolmi di vestiti, tutte donazioni che i residenti quotidianamente gli offrono insieme ai generi alimentari che non mancano mai.

Norbert, che ormai è conosciuto da chi abita nei dintorni e da chi ogni giorno percorre quel tratto di strada, dice che le persone sono gentili con lui, che vogliono aiutarlo ma che lui non vuole andare via di lì.

Oltre a un pasto caldo che qualche residente è sempre pronto a offrirgli, ad aiutarlo ci sono anche i volontari della Comunità di Sant’Egidio e della Croce Rossa del Comitato Municipio XV, che ogni settimana passano a trovarlo.

È un servizio che svolgiamo due volte la settimana con un team di unità di strada, assistiamo i senza fissa dimora che vivono nei quartieri di questo municipio. Non ci siamo mai fermati neanche durante l’emergenza Coronavirus e tuttora continuiamo nel pieno rispetto di tutte le regole che il Covid-19 impone. Distribuiamo bevande e pasti caldi, qualche coperta, vestiti; ormai li conosciamo tutti, gli facciamo compagnia e ci attiviamo nel caso avessero bisogno di cure mediche.” – ci spiega Laurenzia, il capo team della CRI.

“Abbiamo conosciuto Norbert, ogni martedì e venerdì passiamo da lui, gli offriamo da mangiare e scambiamo due chiacchiere, vogliamo conquistare la sua fiducia e aiutarlo a convincersi a trovare riparo in una struttura, la strada non è mai la soluzione…”

L’anno scorso proprio di questo periodo era stato accolto e aiutato dalla Parrocchia di San Filippo Apostolo a Grottarossa che dopo averlo assistito per i mesi estivi al Parco Papacci, dove Norbert aveva trovato il suo giaciglio, si era preoccupata di trovargli un riparo nei mesi più freddi, offrendogli pernotto e pasti caldi.

Ma dopo un po’ di tempo si era allontanato rifiutando ulteriori aiuti, gli stessi che nel tempo pare gli siano stati offerti ma che lui stesso dopo qualche giorno sembra sempre respingere.

Nonostante i suoi rifiuti e il costante allontanamento dalle strutture in cui negli anni è stato accolto la macchina dei soccorsi non si ferma e tenta in ogni modo di trovare una soluzione più idonea per Norbert:

“I servizi sociali del Municipio e la Sala Operativa Sociale sono al corrente della situazione e si stanno adoperando per trovare una soluzione. Siamo andati da lui più volte e mi sono offerto personalmente di accompagnarlo a fare il tampone, condizione necessaria per essere accolto e assistito in qualunque struttura, ma Norbert non vuole spostarsi da lì.” – ha commentato il Presidente del XV Municipio, Stefano Simonelli, che insieme all’Assessore municipale alle politiche sociali Paola Chiovelli e a quello capitolino Veronica Mammì, sta seguendo la situazione da vicino.

“È davvero lodevole che molti residenti lo abbiano preso a cuore e che lo aiutino a vivere con piccole donazioni, come ci tengo a ringraziare anche tutte le associazioni di volontariato – risorsa preziosa per il territorio –  che ogni giorno prestano servizio nel nostro municipio assistendo le persone in difficoltà”.

Al contempo – continua Simonelli – l’amministrazione locale e la Sala Operativa Sociale sono a lavoro per risolvere la situazione; è un percorso complicato perché come ormai tutti sappiamo Norbert è restio ad allontanarsi dalla sua pensilina.  Cercheremo di convincerlo tornado da lui spesso, come d’altronde stiamo già facendo, c’è bisogno di una soluzione concreta e che lui accetti di essere aiutato e la soluzione non può essere solo allontanarlo da quel punto, non risolveremmo nulla e soprattutto non lo aiuteremmo”.

La storia di Norbert nel frattempo ha fatto il giro del web diventando motivo di dibattito – e purtroppo in alcuni casi sfruttato anche per fini politici – sulle pagine facebook; da settimane il confronto tra residenti sulle condizioni dell’uomo è diventato anche scontro tra chi ha a cuore le sorti del senzatetto e chi invece riduce il tutto a una mera questione di decoro e di interruzione di servizio al cittadino per l’occupazione abusiva della pensilina.

Mentre tutti disquisiscono su di lui e in tanti si danno da fare Norbert però resta lì seduto immobile.

L’evoluzione

Proprio mentre raccontavamo di lui, le sorti di Norbert sono cambiate e finalmente, visto il peggioramento delle condizioni meteo e grazie all’aiuto dei servizi sociali, questa mattina l’anziano signore è stato accompagnato da un’ambulanza del 118 all’Ospedale S.Pietro.

Le sue condizioni di salute sono buone ma la preoccupazione per le condizioni in cui ormai da un mese l’uomo viveva hanno spinto l’Amministrazione municipale e la Sala Operativa Sociale a trovare soluzioni concrete e soprattutto celeri.

Dopo giorni in cui Norbert rifiutava qualunque tipo di aiuto e di ricovero in strutture preposte, poche ore fa si è convinto a lasciare la pensilina. Nessuno può escludere che da libero cittadino in qualunque momento Norbert possa decidere di lasciare la struttura ospedaliera e di tornare in strada ma l’auspicio di tutti è che presto possa davvero trovare un tetto vero sotto cui riposare.

Ludovica Panzerotto

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3 COMMENTI

  1. Avevo notato anche io quella pensilina rifugio.
    Questa mattina. sono passato proprio mentre c’era la ambulanza. Ho pensato al peggio. E mi sono rattristato a non avet potuto dare un aiuto nei giorni trascorsi.
    Spero ogni bene per lui e tutti i “distanziati sociali” stabilizati.
    Complimenti alla autrice del report che mi ha preso per mano e condotto sino alla fine senza fastidio o noia.

  2. Ottimo articolo di informazione. Problema di non facile risoluzione. Comunque mi sembra di capire che vari che istituzioni di vario tipo stiano seguendo il caso e quindi speriamo in un lieto fine per Norberto.

  3. “Norbert” ecco finalmente so il suo nome, dopo averlo notato da giorni lì seduto sotto la pensilina fra i suoi pochi averi, seduto con la testa china e lo sguardo fisso a terra con la sua mascherina diligentemente indossata. Un giorno e poi quello dopo e poi un altro ancora, nel traffico di quel tratto di Cassia mi sono trovata in macchina davanti a quest’uomo la cui dignità è innegabile nonostante la condizione difficilissima in cui si trova. Ho pianto incrociando il suo sguardo la prima volta e tutte le altre volte in cui passando l’ho trovato lì seduto composto nel suo giaccone fra le sue povere cose e poi ho pianto di nuovo incapace di avvicinarlo. Avrei voluto fermarmi, uhh se lo avrei voluto, ma non ho avuto la forza di farlo perché gli avrei offerto solo le mie lacrime purtroppo senza essergli di aiuto perché pietrificata da tanto dolore nel vero senso della parola… Ho passato un periodo difficile e il dolore mi è insopportabile ne sono travolta…. Così ieri sera ho chiesto un aiuto concreto per quest’uomo alle mie care amiche più forti di me in questo momento di mia fragilità emotiva. È stato un attimo e loro splendide si sono attivate scoprendo il grande lavoro fatto da tante persone fin’ora per aiutarlo. A questo punto credo che farò un passo avanti anche io perché anche se le lacrime non mancheranno per me purtroppo, sarà importante esserci concretamente aiutando tutti i Norbert che incontrerò.
    Grazie alle belle persone per averlo avvicinato e convinto almeno per ora ad accettare aiuto.
    Emanuela C.

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