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    Violenza sulle donne, richieste d’aiuto raddoppiate durante il lockdown

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    ArsBiomedica

    Le canzoni più belle, le poesie più intense e i quadri più maestosi sono per a lei: la donna. Eppure nella giornata di oggi, 25 novembre, ci uniamo con tocco di rosso alla lotta all’eliminazione della violenza contro le donne e al ricordo delle molte vittime di brutalità verbali e fisiche da parte del mondo maschile.

    Di storie da raccontare ce ne sarebbero fin troppe, tutte amare e molte senza lieto fine. Donne di ogni età a cui è stata negata la parola, la libertà, la dignità o la vita. Donne mal trattate, offese, picchiate, sfregiate, stuprate o uccise.

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    Donne che pensavano di essere amate, che hanno dato fiducia alla persona sbagliata o che hanno incontrato per caso il loro aguzzino, ma anche donne che hanno avuto il coraggio di ribellarsi.

    Il 25 novembre è per loro. La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Uniti. Per questo giorno vengono organizzate campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica affinché venga data la giusta importanza alla lotta contro “qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata”, come si legge nella Risoluzione n. 54/134 del 17 dicembre 1999.

    Come di consueto, questo giorno dà anche inizio ai 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, che si concludono il 10 dicembre con la Giornata mondiale dei diritti umani.

    I numeri del 2020

    Quest’anno difficile e di emergenza sanitaria non ha risparmiato neanche i casi di violenza sulle donne, tutt’altro, soprattutto tra le mura di casa e durante i periodi di lockdown.

    Le donne uccise nel nostro Paese da gennaio a ottobre del 2020 sono ben 91, ossia un omicidio ogni tre giorni e la maggior parte di essi si sono svolti in famiglia.

    Secondo il Rapporto Eures di quest’anno, rispetto al 2019, sono aumentati i femminicidi in ambiente domestico, in particolare all’interno della coppia. Il numero di casi registrati nel Nord d’Italia è salito, mentre è diminuito quello relativo alle regioni del Centro e del Sud della penisola e di quelli che coinvolgono donne straniere.

    Come rilevato dalle indagini dell’Istat, che hanno analizzato i dati rilevati dal numero verde 1522, nel periodo tra marzo e giugno 2020 le richieste di aiuto sono più che raddoppiate: dalle 6.956 del 2019, quest’anno si è arrivati a contarne 15.280, ossia circa il 119% in più. La maggior parte delle segnalazioni riguardano violenze fisiche, che dal 2019 al 2020 sono triplicate, e psicologiche.

    Ancora più allarmanti sono i dati delle denunce, infatti solo il 14% delle donne vittime di volenza decidono di denunciare e alcune di loro scelgono poi di ritirare le accuse. Spesso, infatti, è più forte la paura di compromettere i figli, di essere giudicata dalla famiglia, di non avere un altro luogo dove andare oppure emerge la convinzione che “cambierà”.

    La panoramica che scorgiamo è impressionante e specchio di una società femminile che ha ancora bisogno di essere sensibilizzata, confortata e guidata per far valere i propri diritti.

    Chi chiamare

    Il 1522 è il numero verde nazionale “Anti violenza e stalking” messo a disposizione dal Dipartimento per le Pari Opportunità e gestito dall’Associazione Differenza Donna. È dedicato, per l’appunto, alle richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking, è gratuito e disponibile 24h su 24.

    Le operatrici sono tutte specializzate, parlano diverse lingue e possono aiutare chi è in difficoltà fornendo utili informazioni di prima risposta e indirizzando verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati più opportuni, ossia i Centri Antiviolenza sulla base del luogo in cui le vittime si trovano. Chi ha bisogno, quindi, può chiamare il numero sia da telefono fisso sia da cellulare oppure può avviare una chat attraverso il sito web www.1522.eu/

    Il Telefono Rosa, invece, risponde al numero 0637518282 ed è un’Associazione che si impegna a sostenere le donne vittime di violenze attraverso consulenze di tipo legale, psicologico ed economico. Fondamentale, infatti, è il libero contributo di novantadue avvocate e psicologhe che fanno parte dell’Associazione nazionale Volontarie del Telefono Rosa – Onlus e mettono in campo le loro competenze per aiutare le donne più fragili o in difficoltà. Inoltre, dal 2004, gestisce la casa rifugio “Casa internazionale dei diritti umani delle donne”, per contro del Comune di Roma e che ospita coloro che hanno bisogno di un luogo protetto.

    Un tocco di rosso per oggi e per tutti i giorni che verranno, per ricordarci di alzare la testa contro ogni sopruso e di tendere la mano: #nonseisola.

    Giulia Vincenzi

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