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    Violenza sulle donne, un tema ancora troppo sottostimato

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    immagine di repertorio
    Galvanica Bruni

    Dalla parte delle donne: il ruolo fondamentale dei centri antiviolenza”. È questo il titolo dato all’evento organizzato in Senato dalla Commissione di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere.

    Nel pomeriggio di martedì 24 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne fissata per il 25 novembre, i membri della Commissione hanno incontrato – seppur virtualmente – i centri e la rete antiviolenza. Tra questi non poteva mancare la “Casa Internazionale dei diritti umani delle donne”, punto di riferimento di tutte le donne di Roma, gestita dal Telefono Rosa.

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    All’iniziativa hanno partecipato diversi esponenti della politica: dalla Presidente del Senato della Repubblica Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, passando per la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti e la senatrice in quota Pd, mediatrice dell’evento e presidente della Commissione, Valeria Valente.

    “Mi limito a considerazioni brevi sul significato della missione che oggi ci unisce. Vorrei che quest’anno la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne non fosse solo un momento di riflessione, ma un impegno concreto di immedesimarsi per capire e per agire. Immedesimarsi nel senso di violazione, di solitudine, di vergogna che segna il destino di tante, troppe donne in tutto il mondo. Immedesimarsi in quella condizione di abbandono, di marginalizzazione, di discriminazione che inibisce il loro autentico potenziale”, ha detto Casellati nel videomessaggio mostrato all’inizio dell’iniziativa.

    Poi è stato il momento di fare un bilancio sulla situazione dei femminicidi e della violenza di genere in Italia.

    Ci ha pensato Valente: “Il 25 novembre è sempre, per noi che lavoriamo su questo tema 365 giorni l’anno, tempo di bilanci. E io purtroppo non mi posso sottrarre a questa valutazione. Questi sono giorni non felici, giorni amari per tante ragioni, e anche per la violenza contro le donne. Perché, è vero, noi abbiamo costruito un impianto normativo robusto, solido e soddisfacente in questi anni”, ha detto.

    Ma, ha aggiunto, “nonostante un impianto normativo di questa portata, le donne continuano a essere uccise per mano di uomini violenti, di uomini aggressivi. Continuano ad essere violentate. E soprattutto la violenza continua a mostrare il suo volto più crudele, non guarda in faccia nessuno. In queste ore, le cronache continuano a riempirsi di questi racconti”, ha sottolineato la senatrice, facendo riferimento alle ultime vicende avvenute in Italia, dal caso di revenge porn ai danni di una maestra d’asilo, alla 18enne legata e stuprata per un giorno intero da un imprenditore tossicodipendente.

    L’evento si è svolto ascoltando le voci delle rappresentanti di associazioni e centri antiviolenza. Le donne hanno riportato dati e numeri che dimostrano il ruolo fondamentale che queste organizzazioni hanno nella vita delle vittime di violenza.

    E infine è intervenuto il premier Conte, il quale ha sottolineato che “la politica ha un ruolo importante: deve poter guidare e indirizzare una comunità nazionale con la massima fermezza”. E ha aggiunto: “Questa Commissione contribuisce a rafforzare l’osmosi tra le istituzioni e la società civile sul terreno dei diritti, alimentando un circolo virtuoso tra i due poli. Solo una politica adeguatamente formata e informata, ben consapevole, può agire in maniera appropriata e massimamente efficace su questo terreno estremamente delicato”.

    Il presidente del Consiglio ha poi ricordato un elemento importante: la gravità della violenza sulle donne è un argomento ancora troppo sottostimato, perché la maggior parte degli episodi si verificano in ambito familiare e non vengono denunciati.

    Anche per questo motivo, combattere il femminicidio e la violenza di genere diventa ogni giorno più importante. Lo dimostrano anche i dati raccolti dai Centri Antiviolenza presenti sul territorio capitolino: ad agosto 2020 le donne in carico alle strutture di Roma Capitale erano 758, più del doppio rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente. Nel mese di agosto del 2019, infatti, le donne seguite erano 351. L’incremento delle situazioni di emergenza quest’anno è dunque arrivato al 54 per cento, complice anche l’aumento delle violenze subìte dalle donne durante il periodo di lockdown. Per questo il Dipartimento per le Pari Opportunità del Consiglio dei Ministri ha promosso la creazione di nuovi Centri Antiviolenza, affiancati dal numero di telefono 1522, attivo 24 ore su 24. Solamente nel Comune di Roma le strutture sono nove, altre nove sono disseminate nei territori che appartengono alla Provincia di Roma.

    La continua necessità di iniziative e centri creati appositamente per sostenere, aiutare e proteggere le donne in difficoltà è resa evidente anche dal numero di episodi che ancora si verificano.

    E il XV Municipio di Roma non ne è esente. Un esempio recente è la protesta portata avanti dai residenti di Tomba di Nerone lo scorso settembre: i condòmini dell’immobile sottratto alle mafie in Via Cassia e destinato ad ospitare donne vittime di violenza grazie a un bando del Comune di Roma e della Regione Lazio, hanno dichiarato di non volere la casa rifugio per paura che questa possa “deprezzare il valore del bene”.

    Una scena simile si era verificata anche qualche mese prima, in un altro quartiere bene di Roma – ai Parioli – dove i condomini e i residenti di un immobile si sono schierati contro un’altra casa rifugio. E ancora, nel maggio del 2019, una ragazza di 22 anni ha subìto uno stupro da parte di tre uomini – tra cui un addetto alla sicurezza del posto – in uno sgabuzzino della discoteca Factory, alle spalle dello stadio Olimpico, mentre era in corso una serata con centinaia di persone che ballavano a pochi metri di distanza. Tristi pagine di cronaca romana contro cui la rete antiviolenza di genere combatte ogni giorno, non solo il 25 novembre.

    Camilla Palladino

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