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    I diavoli neri di Paolo Riccò

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    Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

    Sono trascorsi 27 anni da quel fatidico 2 luglio 1993 quando nella città di Mogadiscio i soldati italiani, impegnati nella Missione Ibis,  affrontarono le milizie di uno dei “signori della guerra”  in  un duro combattimento che causerà tre morti e una trentina di feriti.

    A riportarci a quell’episodio, sicuramente ignorato dalla maggior parte dei giovani, è il Generale Paolo Riccò, allora Capitano dei paracadutisti e comandante della Compagnia “Diavoli Neri”.

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    Quello del Gen. Riccò, attualmente Comandante della Brigata dell’Aviazione dell’Esercito, è il primo libro che narra di questo combattimento su cui in passato è stato detto molto e scritto poco (Paolo Riccò “I Diavoli Neri: la vera storia della battaglia di Mogadiscio”, EF. Longanesi, 303 pag., 18,90 Euro).

    La Missione UNOSOM ebbe inizio a fine 1992; coordinata dalle Nazioni Unite aveva il principale scopo di portare aiuto alla popolazione somala da anni colpita da una gravissima carestia che aveva provocato centinaia di migliaia di morti. Altro compito era quello di rendere impotenti le forti milizie che comandate dai locali “signori della guerra” avrebbero potuto mettere le mani sui consistenti aiuti umanitari.

    Una missione estremamente difficile perché considerata di pace ma in un ambiente di vera e propria guerra. Il 2 Luglio 1993, i soldati italiani pianificarono nel centro di Mogadiscio, nei pressi del chek-point “Pasta”, una operazione il cui scopo era la ricerca di armi e munizioni (qualche settimana prima i miliziani somali avevano trucidato una ventina di soldati pakistani nei pressi di Radio-Mogadiscio).

    Nell’ambito del dispositivo organizzato dal Comado Brigata, il Cap. Riccò, comandante della XVI compagnia “Diavoli Neri” ebbe un ruolo cruciale e sopportò lo sforzo maggiore del combattimento. Prima a bordo dei veicoli blindati per il trasporto truppe e poi a terra, i paracadutisti si scontrarono con centinaia di miliziani armati di fucili d’assalto e lanciarazzi e che si facevano spesso scudo della popolazione civile.

    La battaglia che prese il nome di “Pasta” (si  svolse principalmente nei pressi di un vecchio pastificio italiano costruito negli anni dell’amministrazione fiduciaria) fu il primo vero combattimento che impegnò soldati italiani dalla fine della seconda Guerra Mondiale e costò al Contingente tre morti: il Sottotenente Andrea Millevoi, il Serg. Magg. Stefano Paolicchi e il paracadutista Pasquale Baccaro (tutti insigniti con la Medaglia d’Oro al VM alla Memoria).

    Il libro del Generale Riccò è il racconto serrato ed emozionante di quelle ore, narrato con straordinaria lucidità. Sebbene la battaglia sia durata non più di 7-8 ore, la pressione che subirono le unità italiane fu impressionante costrette come furono a rintuzzare gli assalti di migliaia di somali armati, cercando tra l’altro, nello spirito della missione umanitaria, di non provocare morti e feriti tra la popolazione civile.

    Nella narrazione del Gen. Riccò (che successivamente ha partecipato  da paracadutista e pilota di elicotteri a missioni in Kossovo, Bosnia, Afghanistan) emergono i tantissimi atti di coraggio e vero eroismo di Ufficiali, Sottufficiali e militari di truppa che seppero mantenere in quel tragico frangente altissima la tradizione di ardimento dei parà italiani.

    “I Diavoli Neri” è uno straordinario libro il cui racconto incalzante prende il lettore dalla prima all’ultima pagina; una testimonianza inedita e coraggiosa sulle capacità dei soldati italiani.

    Francesco Gargaglia

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