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Foliage a Monte Livata

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Galvanica Bruni

Il brusco calo delle temperature a Roma sarà stato salutato da molti con piacere specie dopo questa estate lunga, calda e siccitosa; in realtà la colonnina di mercurio dei termometri che per settimane si era posizionata intorno ai 30 gradi già da qualche tempo ha cominciato a scendere, specie in montagna.

Con l’abbassamento delle temperature e le giornate che tendono ad accorciarsi gli alberi decidui (quelli che nella stagione più sfavorevole perdono le foglie) cominciano a cambiare colore.

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Le foglie a causa del minore apporto di liquidi e sali minerali e al livello di clorofilla che diminuisce cambiano colore per poi distaccarsi definitivamente, onde affrontare la stagione invernale.

E’ proprio per indicare questa fase, quella in cui le foglie cominciano a diventare gialle, arancioni, rosse o marroni che si usa il termine “foliage”; esistono aree del pianeta in cui il foliage rappresenta uno straordinario evento che attira  milioni di visitatori: il Canada, gli USA, il Nord Europa.

Ovviamente il fenomeno, che regala visioni da sogno, è presente anche nel nostro territorio: sulle Alpi, in Val d’Aosta, in Trentino e nella Foresta Umbra; e ovviamente anche sulle montagne vicino Roma dove esiste una delle faggete più grandi d’Europa.

Il Faggio europeo, diffuso dall’Italia fino al Nord Europa, è un albero imponente che cresce in boschi dove generalmente non ci sono altre specie e a quote che vanno oltre i 900 metri; quando la luce del giorno, a fine estate, comincia a diminuire le foglie iniziano il lento processo che le porta ad assumere colori che vanno dal giallo al violetto.

Nella zona di Monte Livata, all’interno del Parco dei Monti Simbruini, c’è una vastissima faggeta che copre le pendici di monti, che come il Monte Autore, raggiungono i 1.900 metri.

Livata, quella che era la “montagna dei romani” è troppo nota per tornare a descriverla; luogo di villeggiatura e di sport invernali in questi ultimi anni ha visto in realtà poca neve a causa dei cambiamenti climatici. In inverno la neve la si trova sicuramente a “Monna dell’Orso” dove anni fa sono stati aperti tre nuovi impianti sciistici, ma non sempre a quote più basse.

In autunno però tutta l’area dei monti assume una straordinaria colorazione che fa pensare alle montagne canadesi; in realtà la varietà di colori che si riscontra nei boschi di Livata è dovuta anche alla presenza, a quote diverse, di aceri e querce che contribuiscono a rendere più ampia la gamma di colori.

A pochi chilometri di distanza dall’abitato di Livata, c’è un vasto altipiano chiamato “la piana di Fondi”, circondato da boschi; da questo luogo è possibile godere di un panorama straordinario e una suggestione di colori come solo nelle località più famose per il “foliage” è possibile osservare. Con l’incredibile vantaggio che questa visione straordinaria richiede appena 1 ora e 20 minuti di auto.

Se decidete di andare a Livata per osservare uno degli spettacoli più stupefacenti che la natura dei Monti Simbruini vi regala non dimenticate di coprirvi per benino. Contrariamente a quanto normalmente succede la prima neve è già caduta. D’altra parte gli anziani del luogo lo avevano previsto: quando i noccioli si ricoprono di frutti e le vespe sono tante, allora la neve, e tanta, è assicurata.

Francesco Gargaglia

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