Home CRONACA Condominio di Tomba di Nerone rifiuta donne vittime di violenza

Condominio di Tomba di Nerone rifiuta donne vittime di violenza

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Duca Gioielli

Donne vittime di violenza, per la maggior parte dei casi consumata proprio tra le mura domestiche, rifiutate da un condominio di Tomba di Nerone. Una brutta pagina di cronaca che questa volta coinvolge Roma Nord.

Il colmo verrebbe da dire, una storia di ingiustizia che aggiunge violenza alla violenza, quella fisica già subita da donne e bambini ora sotto protezione a cui si somma quella morale; donne disprezzate e umiliate da alcuni residenti che non le vogliono nel loro condominio.

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Il progetto della casa rifugio sulla Cassia

Un fatto che offende non solo le vittime di soprusi, che ancora una volta vengono mortificate senza alcun rispetto, ma che insulta anche il duro lavoro svolto negli anni dal XV Municipio, dal Campidoglio, dalla Regione Lazio e dal Telefono Rosa, l’associazione nazionale che dal 1988 ad oggi ha aiutato oltre 715.000 donne in difficoltà.

Una questione, quella della casa rifugio sulla Cassia, che va avanti dal 2014, quando la giunta municipale di allora guidata da Daniele Torquati, oggi all’opposizione, insieme al Dipartimento delle Pari Opportunità di Roma Capitale e alla Regione Lazio scelse la destinazione di quell’appartamento, immobile confiscato alla mafia.

Una casa sottratta alla criminalità organizzata che avrebbe potuto svolgere uno nuovo scopo sociale, come per altro previsto dal bando del Comune di Roma e della Regione, un rifugio sicuro per donne sole e in pericolo e per i loro bambini. Un appartamento in un fabbricato condominiale di prestigio, con quattro camere da letto, doppi servizi, ampi saloni, grandi terrazzi e addirittura un accesso indipendente dal giardino esterno.

“Noi nel nostro palazzo non le vogliamo”. Il rifiuto dei più deboli

Ma i futuri vicini di casa, non tutti sia chiaro ma una buona parte, già sei anni fa si erano fatti sentire, prima protestando in totale disaccordo con la decisione delle Istituzioni di farne una casa di accoglienza per nuclei famigliari maltrattati e poi addirittura, nel 2017, diffidando per ben due volte Comune e Regione: secondo il condominio quell’immobile risultava del tutto inidoneo ad ospitare donne fuggite dai loro aguzzini.

Tutto fermo fino a ieri, giovedì 24 settembre, quando ormai risolte le diffide, la Presidente del Telefono Rosa Maria Gabriella Cernieri Moscatelli – che con la sua associazione è risultata vincitrice del bando – è tornata per un sopralluogo sulla Cassia, in zona Tomba di Nerone, al numero civico che per ragioni di privacy e sicurezza non indicheremo.

Anche questa volta però ha trovato le porte della solidarietà completamente sbarrate da condomini preoccupati che la presenza di donne vittime di violenza possa in qualche modo “deprezzare il valore del bene” e cioè che gli immobili del comprensorio possano in futuro perdere di valore, deprezzati a causa di quell’alloggio.

Non solo, il rischio è anche che i figli dei residenti possano ritrovarsi un giorno in classe con i minori di queste persone, come se i bambini non fossero tutti uguali e per alcuni fosse negato il diritto all’istruzione e all’uguaglianza perché in condizioni di fragilità o che i tanti studi dei vari professionisti in zona risentano, non si sa bene come, della presenza della casa rifugio.

Un ingombro, un disagio per chi non è disposto all’accoglienza, un comprensorio troppo benestante per supportare e sopportare la presenza di persone disagiate, di donne che già vittime di violenza questa volta subiscono il rifiuto di essere accolte in una nuova casa.

È successo anche qualche mese fa in un altro quartiere bene di Roma, donne mal volute ai Parioli, con i condomini e i residenti di un altro immobile sul piede di guerra contro un’altra casa rifugio.

Quando vengono aperte case rifugio in zone in cui ci sono case di pregio succede anche questo – ha commentato dopo l’accaduto la Presidente del Telefono Rosa – È una questione culturale e di mentalità, pensano che non facciano parte del loro mondo. Sentire offendere persone che già in passato sono state trattate male, è un dispiacere enorme.”

Il percorso di recupero di una donna vittima di violenza

L’accoglienza delle donne vittime di abusi nelle case rifugio – successiva alla permanenza di circa sei mesi nei Centri Antiviolenza dedicati – rappresenta nella maggior parte dei casi la seconda fase di un percorso di reintroduzione alla società, di ritorno alla normalità e di ricerca di una nuova stabilità.

Quando, come per gli immobili sulla Cassia e dei Parioli si creano situazioni per cui il rischio che possa venire meno la disponibilità degli appartamenti è reale, queste donne e i minori a carico sono costrette a trascorrere la seconda fase del loro percorso ancora nel centro antiviolenza, impedendo l’accesso al servizio ad altre donne in difficoltà e allungando così le liste di attesa.

Non solo, a lungo andare, la permanenza nel centro potrebbe rivelarsi controproducente per la donna stessa che faticherebbe al raggiungimento della piena autonomia, strutturando una forma di dipendenza nei confronti della comunità che la ospita.

Al contrario, un percorso di semi autonomia all’interno di un alloggio indipendente – che in ogni caso prevede l’affiancamento di specialisti che accompagnano la donna nei percorsi di ricerca di un impiego, di un’abitazione, dei servizi per l’infanzia e del disbrigo delle pratiche amministrative – garantirebbe alla donna e al suo nucleo familiare un ritorno più veloce alla normalità e soprattutto il raggiungimento della piena autonomia.

Non più lasciate sole, anche nelle case rifugio

Parliamo quindi di donne che, una volta entrate nei nuovi alloggi, sono comunque seguite, assistite, e indirizzate verso il ritorno alla normale quotidianità e non di persone abbandonate a sé stesse a tal punto da mettere a rischio la sicurezza dei vicini di casa.

In particolare, per la struttura di accoglienza di Via Cassia, il progetto del Comune di Roma prevedeva degli interventi di ristrutturazione mirati ad ottenere due zone semi indipendenti, una a uso ufficio e zona notte con servizi riservati alle operatrici, sempre presenti, e un’altra dedicata alle ospiti con i loro figli.

Nulla quindi sarebbe lasciato al caso, tantomeno le regole di convivialità e di condivisione degli spazi condominiali.

Ci sono anche italiane tra quelle donne – ha precisato Maria Gabriella Cernieri Moscatellipersone educate, istruite e con bimbi piccoli. Uno di loro ha sei mesi, che colpe ha lui? Qual è il suo futuro?”.  Nessuna colpa viene da dire, se non quella dell’ignoranza di altri invece.

Ludovica Panzerotto

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17 COMMENTI

  1. Posto che se è un appartamento del comune questo ne può e ne deve fare quello che ritiene opportuno, propongo di raccogliere le firme a favore del centro.

  2. Se vendono l’immobile di lusso, con quei soldi ne fanno tre, di case accoglienza. I residenti hanno ragione, come gestiranno l’eventuale presenza dei mariti o compagni violenti che si ripresentano alle loro donne ???
    È la legge, che va cambiata.

    • Giusto era meglio il
      Mafioso che c’era prima , visto che sono beni sequestrati alla mafia ? Già ma loro hanno i soldi …….

    • Premesso che evidentemente lei non ha un’idea del mercato immobiliare perché quelli che hanno subito il maggior deprezzamento in rapporto ai mq sono proprio gli immobili di lusso, quindi da uno non ne fai di certo tre. In seconda battuta, un immobile grande può accogliere più di una donna e questo favorisce aggregazione e condivisione. Last but not least, la solidarietà questa sconosciuta. Oh, mi raccomando però, la domenica tutte a messa in Piazza Giochi a mostrare la pelliccia e la nuova Louis Vuitton.

  3. i residenti hanno ragione ?!?! che cosa dà diritto a un condomino di entrare nella sfera privata di altri condomini ? Se vendono un appartamento nel suo condominio le va a chiedere il certificato penale di chi lo vuole comprare ? Ma come si fa a esprimere tanta disumanità, da parte di una donna poi !!
    E rispondendo alla sua domanda la rispoosta e’ semplice: l’indirizzo e’ segreto quindi nessun marito violento sa dove viene rifugiata la donna che fino al giorno prima ha preso a calci e pugni.

  4. Se si fosse disumani come questi “signori” e, soprattutto, “signore”, ci sarebbe da augurare loro di subire altrettanta violenza all’interno dei loro appartamenti di pregio. Le botte fanno male sia a Vigna Clara che a Ponte di Nona

  5. Io penso una cosa , al netto degli attacchi di buonismo.
    Il Comune , la Regione , le Istituzioni Governative , Inps , Inail , Militari , eccetera eccetera posseggono sul territorio romano alcune centinaia se non migliaia di immobili sfitti ed inusati con ubicazione “unica” e non connessa ad altre attività e men che mai a locali destinati ad uso abitativo.
    Anche in zone centrali , non parlo di periferia estrema o fuori del Gra
    Non so dove sia questo condominio ma se dovessi avere nel mio condominio un centro di quel tipo di servizio , che opera 24h , con situazioni di emergenze , presumo un “via vai” di persone e bambini , addetti e magari “mariti irritati” non sarei affatto contento.
    Tra l’altro questi “mariti o compagni” li metterei per un bel po’ in galera ed appena finito il termine a lavori sociali molto molto duri , invece vengonosemplicemte “ammoniti” o denunciati a piedi libero in luogo di mettergli una palla di piombo al piede.
    E non sono “troppo benestante” , manco un po’ e manco “benpensante
    L’affermazione che nulla “sarebbe lasciato al caso” direi , viste e considerate le situazioni più o meno analoghe fatte le debite proporzioni ( vedi rifugi immigrati , rom &c ) non lascia affatto tranquilli.
    Abbiamo già visto condomini divenuti prede del “modo di vivere” da parte di extra comunitari e/o famiglie rom o comunque della situazione contingente
    Mi pongo quindi la domanda , ma perché con tante strutture inusate a disposizione si deve rompere le palle ad un “normale” condominio ?
    Non è una questione di menefreghismo , sono vicino e consapevole dei disagi di quelle persone , massima considerazione ma non vedo perché in presenza di valide alternative dovrei avere anche io dei disagi.
    Credo che soluzioni alternative che consentano di aiutare queste persone senza recare disagi ad altri ne esistano.
    Il Comune non può fare come gli pare , deve rispettare la cittadinanza , dismette un locale per anziani a Corso Francia , lasciandolo ai privati quando – ad esempio – sarebbe servito per questo utilizzo ( oltre che a quello del centro anziani )
    E’ facile poi parlare dall’altro condominio non coinvolto
    Indirizzi segreti non ne esistono specialmente per attività ufficiali
    Non vado a Messa ed ignoro concettualmente Louis Vuitton.

    • Finalmente uno che ragiona!!!! Il problema è volere fare convivere attività di assistenza, che richiede personale specializzato, guardiani etc, con la vita quotidiana di chi ha investito il proprio denaro per avere una vita tranquilla.
      Fuori da ogni ipocrisia buonista, una casa famiglia è un luogo ben noto, non segreto, perché non si tratta di collaboratori di giustizia. Quindi la presenza dei compagni violenti non è escludibile a priori, con tutti i rischi connessi.
      Qui vedo solo un accanimento nei confronti della classe media, ultra tassata, privata dai servizi essenziali, e costretta a convivere con situazioni di degrado.
      Mi auguro che i responsabili recuperino un po’ di lucidità mentale.

  6. @monica,
    l’immobile giudicato idoneo per sue caratteristiche costruttive è un bene sequestrato alla “mafia” dice l’articolo cioè a costo zero o a basso costo, risorse comunali o Municipali da destinare come dice Lei al personale qualificato per gestire un centro antiviolenza o casa rifugio.
    Si tratterebbe di una struttura idonea a prescindere dalla zona in cui l’immobile si colloca, il circondario può soltanto gioire proprio perché l’immobile è il risultato concreto della lotto contro la criminalità e che nella zona non abitano più criminali.
    Occasione unica e rispettosa proprio per la classe media che può dimostrare ancora una volta di saper stare in piedi economicamente soltanto grazie al proprio contributo lavorativo e professionale di qualità.
    Occasione anche per costituire esempio di civiltà nell’accogliere e convivere con realtà difficili esistenti ed anche attese per iniziative e proposte finalizzate al superamento di drammi sociali come “Il femminicidio” problema reale grave nella misura del MILIONE di Donne che hanno manifestato a Piazza del Popolo con lo slogan “Se non ora quando?”.
    Sig.ra Monica, Welcome in Italy, Welcome in Rome.

  7. @Paolo Bonavita: si vada a rileggere le aliquote Irpef, guardi quanto si paga nello scaglione intorno ai 35/50 k euro. Non le sembra eccessivo, tenendo conto che abbiamo servizi inesistenti e quindi scuola e sanità ce la dobbiamo pagare con i nostri stipendi ???

    • Se è per questo, ne faccio parte anche io; se vuoi i servizi devi pagare (ha presente gli stati scandinavi?). Il problema è che sono poco tassati i redditi superiori, e che purtroppo nessuno si prende la briga di controllare e far pagare chi “nasconde” i propri redditi, ovunque, per non parlare delle tasse ridicole ai redditi finanziari.

  8. @leosc: riveda i suoi conti, non credo che Piazza del Popolo possa contenere un milione di persone, se non le mette a strati come le sardine in scatola … 😉

  9. Salve Monica , non credo che sia un problema di scaglioni sul reddito
    Abbiamo visto che spesso queste situazioni di disagio vengono portate anche in periferia , aumentando i disagi stessi oltre ad aumentare anche l’insofferenza ( giustificata ) da parte di chi deve subire.
    Vedi le proteste ( al momento pacifiche ) dei residenti delle periferie assediati da cumuli di spazzatura dati alle fiamme o impossibilitati la sera ad uscire perché piazze di spaccio.
    E ripeto , tutto questo quando esistono alternative che non mettono in difficoltà nessuno.
    Trovo invece sconcertante quello che è andato in onda la settimana scorsa sul telegiornale di Rai1 ( mi sembra ) , in prima serata.
    Ossia un servizio sull’argomento con tanto di immagini , filmati televisivi e rapide interviste ai residenti del condominio , assai facilmente riconoscibile.
    Come se non ci fossero per il TG nazionale , notizie più importanti
    Mi è apparso vessatorio ed anche un filo “intimidatorio” , quasi a monito per altri che eventualmente avessero le stesse posizioni : attenti che vi sbatto in prima pagina nazionale , con tanto di piagnisteo buonista sull’argomento additando alla presunta cattiveria ed insensibilità degli “opulenti” condomini.
    Quasi che se in un posto non c’è degrado ( o non ce ne è abbastanza ) bisogna portarcelo a tutti i costi , così “Roma Nord” impara.
    E’ evidente che la signora dal nome lungo , impegnativo e vagamente nobiliare gode di buone conoscenze ed ottimi appoggi negli “ambienti che contano” , se si è riusciti a “confezionare” rapidamente questo servizio.
    Leosc , un frullato confuso.
    La classe “media” non deve dimostrare nulla , proprio nulla. Ma su questi ed altri argomenti neanche quella operaia ancor detta proletaria ( se esiste ancora ).
    Sono le amministrazioni che debbono dimostrare di essere tali.
    “Se non ora quando?”
    Ma pure ieri o l’altro ieri , fosse per me
    Le norme ci sono , le pene pure , domanda ai magistrati di sorveglianza , ai giudici , ai medici che debbono stabilire i vari gradi di infermità più o meno mentale.
    Perché non applicano ?

  10. @Arangorn,
    Lei Arangorn sollecita una risposta mentre cerco di togliermi dalla posizione di quelli che vogliono avere sempre l’ultima parola, che strazio! Per questo motivo raccolgo impopolarità ed isolamento ma vedo quello che non vede Lei, Monica e Paolo Bonavita e un po’ tutto il circondario, dovreste togliervi dal sospetto di ritenere un qualsiasi problema sociale importante essere mai comunque un vostro problema.
    Avrà sentito parlare di crisi economica, di cambiamenti globali ed epocali e di riavvicinamento alla politica, nessuno è al sicuro, disponibilità, slancio, tolleranza, “generosità” senza timidezze o diffidenze per quanto possibile da mettere nelle mani di persone impegnate politicamente, nel caso specifico sarà facile rintracciare il capofila o le capofila del tema, offrendo tempo proprio, prezioso contributo senza nulla di garantito ma possibilità di contrastare fenomeni atroci come i massacri familiari che si consumano per la crisi economica, soprattutto per l’effettivo degrado morale e culturale, la classe media ha l’occasione di sottolineare le distinzioni che ci sono mettendo a conoscenza queste persone padri, madri e figli con ad esempio le discipline sportive oppure i giochi di società, la lettura, gite turistiche, visite ai giardini e ville, ricostruzione lenta paziente di una dimensione individuale persa divenuta più amorale che umana, chi massacra di botte le donne è in uno stato di seria difficolta personale, non minimizzerei, alcol, droga o più semplicemente trascuratezza personale, sono temi alla portata della classe media, sono realtà difficili, alla portata della classe media, di chi altri?

  11. Leosc , la domanda era pleonastica non mi attendevo una risposta in merito che comunque non c’è stata.
    ( Aragorn , non Arangorn , quello è un altro )
    Tra l’altro , dopo tante chiacchiere mi auguro che tu presti servizio presso qualche associazione , ong , volontariato piuttosto che Dame di San Vincenzo.
    Altrimenti è tutta aria fritta
    Riavvicinamento alla politica ? Piuttosto è la politica che si allontana , vedi il silenzio del buon Simonelli che seppur sollecitato latita , accontentandosi della diaria retributiva di presidente circoscrizionale.
    Pure i continui e rinnovati “Stati di Emergenza” che sottraggono potere al Parlamento non mi sembrano proprio così vicini al Popolo .
    Ma sto divagando
    Detta piatta piatta , avendo avuto anch’io sentore di una vaga crisi , oggi e/o negli anni passati , ho talmente caz.i miei da quadrare e da mettere a posto che mi rimane nulla per attività filantropiche anche se avessi voglia.
    E , debbo essere sincero , questa voglia non ce l’ho , manco un po’.
    Guardo con profondo rispetto chi lo fa ma senza un minimo di spirito di emulazione
    Mi limito in maniera molto tranquilla e modica a fare le classiche donazioni di rito.
    Secondo te , io , finito il mio lavoro ( quando finisce … ) , dovrei mettermi a fare il preparatore sportivo o la guida museale od il maestro di Risiko o Monopoli o l’intrattenitore in gite fuori porta ?
    Maddai !
    Anche perché ( donne perseguitate a parte ) ma continuare ad assistere gente che mediamente non vuole fare nulla , extra comunitari che per la stragrande maggioranza vengono qui in vacanza remunerata mentre noi andiamo in Tunisia o Marocco o Egitto pagando , rom che dichiaratamente non vogliono lavorare ed esigono casa per poi subaffittarla …. mi viene da pensare ( piuttosto temere ) che tutti questi potrebbero far propria la frase di quel Tale che diceva “Come si fa a non diventare padroni di un paese di servitori?”
    il problema vero è che volendocene far ingoiare troppe ci stanno “inaridendo e rendendo cinici”
    NON ti sentire obbligato a rispondere

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