Home ATTUALITÀ A Bruce Springsteen, che oggi compie 71 anni

    A Bruce Springsteen, che oggi compie 71 anni

    “Non permettere che la durezza del mondo ti fermi e ti faccia perdere la parte migliore di te”.

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    Galvanica Bruni

    Questa è una storia che inizia in una piccola città di provincia e là ritorna. Questa è una storia autentica in cui i protagonisti vivono ai margini oscuri della propria vita, sono fuori luogo. fuori tempo e fuori spartito, inseguono tenacemente la propria voce e la propria strada.

    Questa è una storia vera di perdenti che si procurano una seconda chance, di idealisti che sperimentano sulla propria pelle la durezza del mondo, di gente che paga un prezzo per ogni suo singolo sorriso.

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    Questa è una storia che comincia con il carnevale chiassoso e pulsante di Asbury Park, prosegue con una fuga a tutto gas da questa merda di mondo codificato, marcio e opprimente e inciampa nei tranelli insidiosi dell’esistenza; è un consapevole e disilluso ritorno a casa, dove nel frattempo si è smarrito il senso della comunità, si è disgregato il tessuto sociale e si fatica a sbarcare il lunario; è un percorso ad ostacoli lungo quella linea sottile che separa la luce dal buio, la speranza dalla disperazione, le scelte possibili dalle derive dalle quali non c’è più ritorno.

    Questa è una storia che parte da dentro, da quel grumo informe di sensazioni ed emozioni che è la nostra anima, da quell’esplosione silenziosa e dilaniante che sono i nostri sogni e le nostre disillusioni. Questa è una storia di speranza e sudore, amore e amicizia, tenacia e rock and roll.

    Quando incontrai per la prima volta Springsteen avevo 16 anni e c’era il video di “Dancing in the Dark” alla televisione commerciale, durante il Festivalbar. Il tizio cantava, ballava e pescava dalle prime file una giovanissima Courtney Cox (avrei scoperto dopo che si trattava di un’attrice e che il regista era Brian De Palma) e rimasi folgorato.

    Approfondii (moltissimo) la cosa e sono ancora qui a parlarne. Di diverse cose mi sono pentito nella mia vita. – avoja a dire “rifarei tutto”, col cavolo, queste sono cose che lascio volentieri a quelli di “andrà tutto bene” – ma di questo proprio, proprio, ma proprio, ma proprio no.

    Perché questa è una storia autentica in ogni sua frase e in ogni sua nota, in ogni suo verso e in ogni sua parola. Soprattutto in quelle più abusate, più insultate, più svuotate. Amore, amicizia, integrità, sogno, speranza.

    Perché Springsteen non ha mai raccontato una storia che non fosse in connessione con l’esistenza reale della persone, perché questo piccolo grande uomo del New Jersey ha imbracciato una chitarra e si è avvicinato ad un microfono e quella voce e quel suono hanno attraversato l’oceano, abbattuto le barriere, scardinato le resistenze della mente e sono a un certo punto esplosi nel punto più profondo e misterioso della mia anima confusa ed impaurita.

    Molti fan ve lo diranno, magari meglio di me: è reale il fatto che Springsteen parli proprio a te, che sei seduto al buio della tua camera con le cuffie in testa, nel tentativo di decifrare il significato di questa esistenza del cavolo, mentre annaspi nella desolazione, nella rabbia e nella frustrazione.

    Springsteen non sarà il miglior cantante di tutti i tempi, non sarà il chitarrista più virtuoso della storia del rock, ma chi se ne frega, io le classifiche le lascio volentieri agli altri.

    Ricordate “L’Attimo Fuggente”, quando Robin Williams, dopo aver smontato e irriso l’introduzione del professore emerito Johnathan Evans Prichard, motteggia: “gagliardo Byron, ma è solo al quinto posto, è poco ballabile”?

    Ecco, ora strappiamo le pagine della hit parade (che, peraltro, le sue soddisfazioni le ha date!) e concentriamoci sulla questione più importante: Springsteen non è mai stato il mio idolo, Springsteen è il mio eroe. Oggi e più di ieri.

    Ciò che vuoi essere davvero lo puoi raggiungere sul serio. Questo dice Springsteen, a me, a te e a noi insieme. E quando lo dice non mente mai, nemmeno per un secondo.

    Tu, io e noi possiamo (e ce lo dobbiamo) assomigliare il più possibile a ciò che siamo realmente, possiamo sciogliere quel grumo di sensazioni e di emozioni e definire la nostra identità, arricchire la nostra anima e slegare i nodi, superare gli ostacoli e conquistarci un’altra possibilità e un’altra ancora, nonostante la durezza del mondo ci metta costantemente alla prova, ci porti lontano da noi stessi e cerchi con pervicacia di rubarci la nostra parte migliore.
    Quindi, auguri, Bruce, e grazie.

    Giovanni Berti

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