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Ponte Milvio, dal 25 maggio addio al PMO

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Va in soffitta il PMO, Piano di Massima Occupabilità voluto e varato dalla giunta 5S del Municipio XV, che nel gennaio 2017 obbligò locali, wine bar, pub e ristoranti di Ponte Milvio a ridimensionare notevolmente la presenza di dehors e tavolini su suolo pubblico.

PMO peraltro nato per disciplinare l’intero rettangolo della movida e quindi anche via Flaminia, via Riano e viale Tor di Quinto ma poi deliberato ed applicato solo sugli esercenti della piazza. Ebbene ora, per la soddisfazione di questi ultimi e degli avventori, in virtù di un’iniziativa della Giunta Raggi il PMO va in soffitta.

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Ad annunciarlo è stata la sindaca Raggi scrivendo oggi su facebook che “lunedì prossimo (25 maggio, ndr) i titolari di bar e ristoranti potranno subito ampliare i loro spazi all’aperto per i tavolini, fino al 35% in più, e per tutto il 2020 non pagheranno il canone di occupazione del suolo pubblico“.

E farlo sarà semplice, spiega ancora Virginia Raggi: “basterà una comunicazione online, con allegata planimetria, e si potranno allestire immediatamente i dehors aumentando lo spazio a disposizione. Il rilascio della concessione sarà successivo, così come i controlli sul rispetto delle nuove regole…. inoltre, abbiamo approvato un altro provvedimento da sottoporre rapidamente all’Assemblea Capitolina, con il quale proponiamo che l’ampliamento degli esterni possa essere mantenuto per 12 mesi a partire dalla presentazione della domanda“.

Stop dunque alla burocrazia, stop ai tempi lunghi di attesa per sentirsi dire un sì o un no, stop all’uniformarsi all’arredo urbano, dice la sindaca sottolineando che “i titolari di bar e ristoranti non avranno l’obbligo di adeguarsi al catalogo degli arredi urbani commerciali, in modo da non costringerli a investimenti eccessivi in un periodo di difficoltà. Abbiamo lavorato a un obiettivo preciso: le serrande dei locali devono rialzarsi, con tutto il nostro sostegno. Perché dietro quelle vetrine ci sono persone e famiglie“.
Apprezzabile l’intento ed auspicabile che venga così percepito ed applicato affinchè la manica larga non si traduca in un degrado del decoro urbano della città.

L’iter semplificato

Da un punto di vista operativo, tre le opzioni possibili e rese note sul sito web del Campidoglio:

1. Gli esercenti già in possesso di concessione OSP possono procedere all’ampliamento della superficie di occupazione di suolo pubblico già autorizzata fino ad un massimo del 35%, subito dopo averla comunicata al Municipio territorialmente competente, unitamente a una planimetria.
La domanda di concessione sarà trasmessa, a partire da lunedì, telematicamente al Municipio sui moduli predisposti, con l’indicazione da parte dell’esercente del giorno di installazione dell’occupazione.
In caso di accertamento negativo dei requisiti, l’occupazione d’urgenza deve essere rimossa entro sette giorni dalla comunicazione del rigetto della domanda.

2. Gli esercenti che non siano già in possesso di una concessione OSP possono, in via eccezionale, richiedere una occupazione di suolo pubblico per una superficie massima del 35% della superficie interna del locale adibita alla somministrazione. Sempre a partire da lunedì, la domanda va trasmessa nella stessa modalità sopra indicata.

3. In caso di impossibilità di ampliamento dell’OSP, o di nuova concessione in area attigua all’esercizio o confinante con quella già autorizzata, dopo l’approvazione in Assemblea Capitolina sarà possibile richiedere un’occupazione del suolo nelle immediate vicinanze del locale, entro una distanza massima pari a 25 metri di diametro dal fronte dell’esercizio, a condizione che siano rispettate le norme igienico-sanitarie relative al trasporto di generi alimentari.

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7 COMMENTI

  1. Facile previsione: tavolini ovunque h24 (altro che assembramenti: già oggi scattano le risse, da lunedì prossimo tana libera tutti): 25 metri di diametro, un’enormità!
    E al primo che in futuro proverà a stringere le maglie, manifestazioni di protesta denunciando “diritti acquisiti”.

  2. Poveri PMO, nati malissimo (basti ricordare la “faccia feroce” con la quale vennero imposti in quelle giornate a cavallo tra la fine del 2016 e l’inizio del 2016), muoiono sicuramente peggio oggi al tempo del coronavirus.
    Le difficoltà oggettivamente ci sono, la situazione attuale è di oggettiva crisi, il settore della somministrazione e della ristorazione ha subito un colpo micidiale.
    Tutto vero ma, come si dice, giusta la diagnosi sbagliata la cura.
    Infatti è abbastanza difficile credere che 35 mq in più di suolo pubblico sui quali posizionare al massimo sei tavolini – il calcolo è approssimativo ma il distanziamento sociale rappresenta ancora regola da rispettare – possano risolvere il tracollo economico subito dai gestori della somministrazione e ristorazione.
    Senza pensare a quanto questa “liberalità”, nei fatti, sicuramente comporterà discriminazioni anche gravi tra i diversi gestori e proprietari, a seconda della localizzazione del loro esercizio.
    Basti pensare alla differenza di spazio tra coloro che hanno il proprio locale posizionato sulla piazza di Ponte Milvio e quelli che sono subito dietro l’angolo a via Flaminia Vecchia, tanto per restare nel nostro quartiere. Considerando, poi, il continuum e l’assenza di soluzioni di continuità, viene da chiedersi quante discussioni nasceranno tra locali attigui per accaparrarsi ognuno i propri metri.
    Se poi andiamo in centro, a Trastevere per esempio, i 35 mq se li dovranno procurare crescendo in verticale.
    Ma la concessione è di sicuro effetto, tanto più perchè accompagnata anche dalla liberatoria dall’obbligo di adeguarsi al catalogo degli arredi urbani commerciali.
    Ad essere maligni, verrebbe da commentare che ci troviamo di fronte ad una vera e propria “trovata elettorale” della Sindaca Raggi (e della sua Giunta), a pochi mesi da un voto che si preannuncia già definitivamente compromesso.
    Di contro, non si può non osservare quanto grave sia sferrare tranquillamente quest’altro colpo mortale sul decoro della città, speculando allegramente, e con la solita insopportabile retorica, sulla oggettiva difficoltà dovuta alla contingente crisi economica da coronavirus, difatto promuovendo uno sgangherato ritorno al far west.
    Per non dire quanto tali misure siano irresponsabili nel momento stesso nel quale in questi stessi giorni si sta con preoccupazione assistendo all’esplodere incontenibile della movida e della pericolosità che questa comporta per la pandemia che, tutt’altro che debellata, ancora circola tra di noi.
    Decisamente altre sarebbero dovute essere le misure a sostegno della categoria, molto più solide, serie, strutturate e coerenti con le indicazioni del Comitato Scientifico che affianca nelle decisioni il Governo.
    E non con questi provvedimenti propagandistici, così squallidamente da campagna elettorale.
    Ora sarà molto importante vigilare affinchè questa vera e propria deregulation, graziosamente concessa vestendo i finti panni del “principe illuminato” e assunta con l’alibi dei motivi di eccezionalità, non rimanga alla fine la norma definitiva dell'”ognuno faccia come gli pare”.
    E’ proprio vero quanto scritto l’altro giorno per commentare il ritorno della movida a via Riano…… si riapre e i soliti ricominciano immediatamente a dare il meglio di sé.

    Paolo Salonia
    Portavoce del Comitato Abitare Ponte Silvio

  3. Gentile Paolo, Lei continua a parlare di 35mq, ma si parla del 35% di spazio in più, rispetto a quanto ottenuto con regolare richiesta. Quindi chi aveva 10mq di marciapiede, ne potrà avere 3,5mq in più. Oltretutto chi ha un locale sul Piazzale di Ponte Milvio non paga lo stesso affitto di uno che ha un locale in Via Flaminia Vecchia.

    Per quanto riguarda il resto…io lavoro nel cuore di Roma in un noto ristorante della capitale, e abbiamo preferito la sicurezza all’ampliamento. Stiamo pagando la security piuttosto che allargarci, visto che comunque bisogna saper gestire la libertà di commercio che ‘apparentemente’ sembra essersi espansa.

    Ecco: affiancare un servizio di sicurezza (controllo anti-assembramenti senza affogare le persone di insulti e minacce, invitandole semplicemente a mantenere il rispetto per le norme sanitarie salvavita) ad una concessione che mi creda, è salvifica in queste circostanze…non sarebbe male. Anche al centro c’è un comitato di residenti del centro storico, autentiche cariatidi atte solo a dare fastidio ai commercianti che comunque pagano affitti che arrivano a 150.000 euro mensili nelle aree di Via Condotti, solo perché non riescono a prendere sonno alle 22:00.

    Persone che non capiscono che dietro il commercio di ristorazione e somministrazione ci sono famiglie che stanno col cardiopalma se non riescono a pagare gli affitti, i dipendenti, le tasse, le concessioni eccetera. E’ la parte finale della filiera a non contenersi, spesso e volentieri, ma non decapitate i commercianti che hanno rogne da infarto.

    I controlli devono essere fatti su strada e per strada, perché è lì che si consumano tragedie, è lì che avvengono schiamazzi, che si danno le bottigliate, che si mettono alla guida ubriachi. Ma i commercianti sono vessatissimi, lasciateli vivere.
    Qualsiasi commerciante pagherebbe perché questo servizio di sicurezza anti-assembramento, anti-schiamazzo e antitutto venga assicurato, sì, pagherebbe. Purtroppo i servizi d’ordine hanno ordini che vanno oltre il semplice atteggiamento preventivo: o menano, o se ne fregano (a Ponte Milvio ci sono sempre…ma mica regolano un granché…).

    Un lavoratore

  4. Gentile Franco, la ringrazio per avermi segnalato il vistoso e marchiano errore commesso involontariamente e, comunque, reiterato nel testo arrivando al conteggio errato dei tavolini.
    Eppure sapevo bene dell’ordinanza perchè sto seguendo la questione da tempo.
    Nonostante questo, però, la sostanza non cambia.
    Sono totalmente d’accordo con lei e mi complimento per le scelte da voi compiute scegliendo la sicurezza all’ampliamento.
    Sostengo che proprio a fronte della eccezionalità della situazione, salute/economia, fossero altri i provvedimenti di sostegno ai lavoratori più duramente colpiti e per i quali la prospettiva non è certamente delle migliori (crollo del turismo e incertezza nell’utenza in generale).
    Non credo proprio che qualche metro quadro di marciapiede in più sia risolutivo della crisi.
    Fastidiose pratiche pubblicitarie che, a mio avviso, sarebbero da ritenersi persino offensive da parte della categoria.
    Sono d’accordo anche sul fatto che sarebbe necessaria una maggiore vigilanza “su strada” da parte delle forze a questo preposte e, per quanto riguarda Ponte Milvio, come giustamente afferma lei, non se ne vede molta. Soprattutto in termini di efficacia.
    Massimo rispetto per i lavoratori, ma anche per i cittadini residenti che, in ogni caso, devono essere garantiti nella loro tranquillità domestica.
    Al solito si tratta, sempre e semplicemente, del rispetto delle libertà di tutti, in modo armonizzato, quella che dovrebbe chiamarsi “convivenza civile”.
    Tutto sommato, penso di poter dire che il nostro Comitato Abitare Ponte Milvio è finora riuscito ad avere un dialogo aperto e reciprocamente rispettoso con i lavoratori della somministrazione e ristorazione. Per merito di entrambi.
    Le auguro buon lavoro, produttivo e in serenità.

    Paolo Salonia
    Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio

  5. Scusate , fate pace col cervello.
    stiamo parlando di strutture ed aziende che hanno passato gli ultimi quasi novantagiorni chiusi ma con costi fissi che nel frattempo galoppavano ( affitti , utenze , stipendi dipendenti che ancora aspettano la cig invece anticipata dalle aziende stesse, magari leasing delle stigliature e/o attrezzature eccetera e molto eccetera ).
    strutture che per ottemperare le disposizioni dovranno magari ridurre del 60% il loro spazio utile.
    ma tu , apriresti con costi fissi per 5000€ ( esempio ) per incassarne lorde 3500 ( esempio )?
    ma io sto chiuso , non guadagno ma non perdo.
    magari chiudo proprio e magari a beneficio di qualche cinese che con chissà quali fondi apre e mantiene ( e non solo cinesi ma pure nostrani )
    non pagheranno la tassa di occupazione suolo pubblico al momento ( quella sull’ombra l’hanno sospesa ? ) poi n’te preoccupa’ che ariva er conto !
    meglio questo che il parassitismo del reddito di cittadinanza o dei 500€ per un monopattino . ma siamo scemi ? o meglio dare prestito garantito ( da noi ) di 6,3 miliardi a FCauto per aiutarli a pagare 5miliardi di dividendi in Olanda ( a loro )?
    le aziende debbono essere aiutate a ricominciare e finora fatto e proposto solo a parole.
    5 , 7 , 25 , 55 miliardi , chi offre di più ? tanto non arriva nulla e quindi non spendereste nulla , libera offerta
    l’ordine pubblico è materia della forza pubblica non di security privata , che agisca come da regole e legge
    Raggi , beata donna , il secondo mandato sarebbe un dolce atto di eutanasia nei confronti della Capitale dopo la sua prima cura.
    ma NON avverrà

  6. Le nuove norme e la sospensione dei PMO sono necessarie per consentire la sopravvivenza delle attività di somministrazione, ce ne sono 14.700 in tutta la Città e più di 500 nel XV, di cui un’ottantina a Ponte Milvio. Esiste il rischio concreto della chiusura di migliaia di attività commerciali, e non solo nella ristorazione, con relativa perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, solo a Roma.
    E’ vero che le agevolazioni non risolveranno del tutto il problema, perchè la paura del contagio durerà molti mesi, è facile prevedere che il turismo subirà una drastica riduzione, e per le attività commerciali, sopratutto del Centro Storico, sarà comunque difficile far quadrare i conti, ma qualcosa bisognava fare, e anche in fretta, tanto che si è fatto ricorso ad un Delibera d’Urgenza della Giunta comunale, approvata a mezzanotte del 21 maggio.
    Nel merito, in attesa di leggere il testo definitivo della Delibera, e dispiace che non ci sia stata la possibilità di intervenire nelle riunioni istituzionali che avvengono su piattaforme inaccessibili, esprimo qui alcune semplici osservazioni:
    Che venga rispettato, oltre al Codice della Strada e alla distanza dai monumenti, il limite di occupazione massimo della metà del marciapiede, l’obbligo di lasciare 2 mt sui marciapiedi per il passaggio dei pedoni, l’obbligo di una distanza minima, anche in deroga alle norme esistenti, dalle fermate dell’Atac, dai semafori, dagli alberi, dai pali e così via.
    Che si eviti il più possibile di consentire occupazioni su sede stradale, le abbiamo già sofferte per molti anni per quelle 2 concessioni sulla via Flaminia, si tratta di strutture antiestetiche, impattanti, che generano intralcio al traffico e talvolta al passaggio dei mezzi di soccorso, levano posti auto, intralciano il deflusso delle acque.
    Che si dia la dovuta attenzione da parte delle Autorità al rispetto della legalità, e che venga stabilito un adeguato controllo per prevenire assembramenti, sosta selvaggia, rumorosità molesta, per garantire sia il rispetto delle norme per limitare i contagi, sia il legittimo diritto dei cittadini ad una vita tranquilla.
    Comitato Ambiente e Legalità – Ponte Milvio

  7. Aggiungerei soprattutto che il provvedimento, che sarà reso esecutivo il 25 maggio prima ancora della sua approvazione, sia realmente temporaneo (scadenza 31 dicembre per la Sindaca, 31 ottobre per il Governo) e non diventi lo stabile “cavallo di Troia” da trasformare in un tempo indeterminato. E che altri, stabili e “di sistema” siano i sostegni per queste categorie di lavoratori, non le mancette elettorali.
    Ne abbiamo già subiti molti di questi provvedimenti che cavalcano (per rimanere in ambito equestre) le emergenze.

    Paolo Salonia
    Portavoce Comitato Abitare Ponte Milvio

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