La situazione dell’ex deposito giudiziario di auto rimosse “Farnesina” ha raggiunto livelli di degrado inaccettabili. Inspiegabile l’indifferenza dell’amministrazione capitolina nei riguardi di questa area a due passi da Ponte Milvio e altrettanti dal Ministero degli Esteri da oltre quattro anni abbandonata e trasformata in un letamaio.
Un letamaio che puzza pure di bruciato essendo stato divorato dalle fiamme pochi giorni fa. Tutto è andato a fuoco, bruciato pure il diritto alla privacy di migliaia di romani.
Per chi ancora non la conosca, si tratta di quell’area di proprietà pubblica ma ad uso del Comune di Roma in via Antonino di San Giuliano; una grande area dove fino a novembre 2015 venivano depositate le auto rimosse dai carro-attrezzi perchè trovate in divieto di sosta o doppia fila. Abbandonata per questioni giudiziarie da chi l’aveva in gestione, nel tempo si è trasformata in un vero e proprio letamaio come più volte documentato sulle nostre pagine.
Con un’aggravante, anch’essa documentata e denunciata. Alla faccia della legge sulla privacy, sono stati abbandonati un centinaio di faldoni contenenti pratiche con tutto il loro carico di dati sensibili.
Nomi, cognomi, indirizzi, fotocopie di patenti ed altri dati di migliaia di cittadini a disposizione di chiunque avesse avuto voglia di appropriarsene, di malintenzionati a caccia di identità altrui. Una palese gravissima violazione della legga sulla privacy denunciata più volte da VignaClaraBlog.it e da altre testate, finanche dal TGR Lazio. Tutto inutile, quei faldoni sono rimasti sempre lì.
Pochi giorni fa un incendio si è divorato i due gabbiotti, i rifiuti e i rami che gli addetti del Servizio Giardini, dopo aver potato i pini della confinante via dei Robilant, avevano abbandonato all’interno dell’area e sul tetto delle due baracche.
Le fiamme hanno fatto strage anche dei faldoni ma non tutti: ora sul piazzale giacciono centinaia di fogli con nomi cognomi foto di documenti dati anagrafici numeri di patente ed altro ancora. Al primo colpo di vento voleranno via.
Una situazione che ha dell’incredibile, che meriterebbe di essere portata all’attenzione del Garante per la Privacy con tutte le conseguenze legali per chi ha in carico la custodia di quell’area.
Claudio Cafasso
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Se ne parla da anni e ancora esempio di noncuranza, degrado e anche forse ignoranza come sembra ad esempio sulla gestione degli archivi che dovrebbe avere una sua normativa di riferimento per la gestione e per la conservazione di documentazione divisa in tipologie ecc., ecc.,. Questo passaggio indispensabile al superamento, ovvio, di ogni azione sul deposito giudiziario a rischio per ogni amministrazione di illecito amministrativo (con conseguenze per il singolo o per i singoli sulla futura vita lavorativa).
Ennesima dimostrazione comunque di una popolazione di “avvocati” ovvero esperti a parole sulle leggi, sulle normative ecc., ecc., etc., etc. che latitano in attesa dell’arrivo del “nulla eterno”.
Passano gli anni e stiamo sempre allo stesso punto. Va detto, ripetuto e ridetto che quest’area va tolta dal Bando per i carri attrezzi, di cui tra l’altro si è perduta ogni traccia, e il Municipio si era impegnato a trovare un’altra area, indicando quella di Saxa Rubra, che il Comune ha requisito per turare una delle sue numerose falle, quella dello smaltimento dei rifiuti.
E il Municipio che fa? Ha fatto presente al Comune che quell’area di Saxa Rubra va rimessa nella disponibilità del Municipio, ha cercato un’altra area da proporre per i carri attrezzi?
Comitato Ambiente e Legalità – Ponte Milvio