Home ATTUALITÀ Coronavirus, Conte: “Chiuse tutte le attività produttive non necessarie”

    Coronavirus, Conte: “Chiuse tutte le attività produttive non necessarie”

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    ArsBiomedica

    Con un ritardo di circa 45 minuti minuti rispetto all’orario annunciato – ritardo che ha tenuto col fiato sospeso tutti gli italiani in attesa davanti al suo profilo facebook – alle 23.25 di sabato 21 marzo il  Premier Giuseppe Conte è tornato parlare alla nazione in piena emergenza coronavirus.

    Con i dati di contagi e di morti che aumentano giorno dopo giorno, specialmente in Lombardia, erano attese restrizioni ancor più forti delle precedenti per arginare il problema.

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    La crisi più difficile dal dopoguerra

    Ho scelto di non minimizzare, è la crisi più difficile che il Paese sta vivendo dal dopoguerra. Dobbiamo affrontare immagini che ci feriscono, che lasciano un segno nella nostra memoria, anche quando questo sarà finito“.

    Inizia così il discorso del premier, ricordando che “la morte dei nostri concittadini è un dolore che si rinnova“, che “le misure già adottate richiedono tempo” e che tutti gli italiani sono chiamati a rispettare le regole  con pazienza e fiducia.

    “Sono misure severe, rimanere a casa e rinunciare ad abitudini non è facile, ma non abbiamo alternative, dobbiamo resistere. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è peraltro minimo”, sottolinea il premier Conti, se paragonato a quello di altri cittadini. “Negli ospedali, c’è chi rinuncia a molto di più, come i medici, gli infermieri, le forze dell’ordine, le forze armate, gli uomini della protezione civile, gli autotrasportatori, i commessi dei supermercati“.

    E poi l’annuncio

    “Oggi – annuncia Giuseppe Conte – abbiamo deciso di fare un altro passo: il governo decide di chiudere nell’intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali”. –

    Abbiamo stilato, con i sindacati e gli imprenditori, una lista dettagliata: saranno aperti tutti i supermercati, i negozi di generi alimentari e di prima necessità, non ci sono ragioni di corsa agli acquisti, non abbiamo modificato gli orari. Saranno aperte farmacie, parafarmacie, assicureremo poste, assicurazioni, banche. Consentiremo solo lo svolgimento di lavoro in modalità smartworking e le attività necessarie per la produzione nazionale. Una decisione che si rende necessaria oggi per contenere e resistere all’emergenza sanitaria ed economica”.

    Stiamo rinunciando alle abitudini più care – conclude Conte – , ma non rinunciamo alle speranze per il futuro. Uniti ce la faremo”.

    Attività aperte, attività chiuse

    Il nuovo decreto sarà in vigore da lunedì fino al 3 aprile. Nel corso della giornata di oggi saranno rese note le tipologie delle attività produttive non essenziali che dovranno restare chiuse.

    Secondo le prime informazioni a restare attive saranno invece le filiere legate al settore alimentare, a quello farmaceutico e biomedicale e a quello dei trasporti. Restano attive l’industria delle bevande, le industrie alimentari, la filiera agro-alimentare e zootecnica, l’industria tessile solo legata strettamente agli indumenti di lavoro (escluso, quindi l’abbigliamento). le produzioni gomma, materie plastiche e prodotti chimici non saranno interrotte, così come la fabbricazione della carta e raffinerie petrolifere.

    “Salve” anche le attività legate all’idraulica, all’installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori e la fabbricazione di forniture mediche e dentistiche. E, come attività legate ai servizi essenziali, restano attive anche le riparazioni della strumentistica utilizzata nella filiera alimentare, farmaceutica o dei trasporti.

    Attivi anche il trasporto ferroviario di passeggeri (interurbano), il trasporto ferroviario di merci, il trasporto terrestre di passeggeri in aree urbane e suburbane, i taxi, gli autotrasportatori, il trasporto marittimo e quello aereo. Attive anche la gestione fognaria e quella della raccolta dei rifiuti, oltre alle attività bancarie, postali, assicurative e finanziarie.

    Netta, invece, la riduzione delle attività legate alla pubblica amministrazione: Restano di fatto aperte gli esercizi legati a sanità, difesa e istruzione. Resta “in vita” l’assicurazione sociale obbligatoria. Esclusi, infine, i servizi di assistenza sociale residenziale e non residenziale. Continuano a operare, inoltre, edicole e tabaccai, oltre ai servizi d’informazione.

    Ripetiamo, queste sono solo le prime informazioni raccolte poco dopo il termine della diretta. L’elencazione ufficiale verrà resa nota nel corso della giornata di oggi, domenica  22 marzo.

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