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“Il Giocatore” all’Officina Pasolini: di scena i 2GIGA

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Martedì 25 febbraio, con inizio alle ore 21, il Teatro dell’Officina Pasolini – l’hub culturale della Regione Lazio ubicato nei pressi di Ponte Milvio – ospita l’adattamento de “Il Giocatore”, romanzo del 1867 fra i più autobiografici di Dostoevskij.

Lo spettacolo, pensato per un pubblico più giovane, è diretto da Gigi Palla, autore di grandi successi per il teatro riservato ai ragazzi, che è anche interprete sulla scena insieme a Gabriela Praticò.

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La rappresentazione si sofferma su quelle che sembrano essere le due sole passioni del protagonista, Aleksej: il gioco e le donne. Un testo esemplare scelto per indagare il potere seduttivo del gioco e poter diffondere l’allarme lanciato dalle ultime ricerche in tema di ludopatia giovanile.

A colloquio con i 2GIGA

Nato a Roma il 15 luglio 1970, autore e regista, oltre che attore, Gigi Palla si dedica da venticinque anni al teatro per bambini e ragazzi. È stato per anni responsabile artistico del progetto Eliseo bambini. Attraverso le produzioni del Teatro Le Maschere, approdate fin dalla stagione d’esordio anche al Teatro Ciak, l’artista capitolino e i suoi compagni di viaggio non propongono animazione ma autentico teatro professionale.

Nata a Buenos Aires, dove si è formata alla Scuola Municipal de Arte Dramatica, regista, attrice e formatrice teatrale, Gabriela Praticò è impegnata da oltre un ventennio nell’ambito del teatro per l’infanzia e la gioventù, vantando diverse collaborazioni col progetto ragazzi del Teatro Eliseo e con il Teatro Le Maschere. Ha recentemente curato la regia dello spettacolo “Più della mia vita”, andato in scena al Teatro Trastevere, che affronta il tema della violenza sulle donne.

Marito e moglie, Gigi e Gabriela, avvertendo la necessità di cimentarsi con qualcosa di totalmente loro, hanno appena dato vita al soggetto produttivo dei 2GIGA (“la nostra è una produzione, più che indipendente, familiare”).

“Il Giocatore”, la prima rappresentazione dei 2GIGA, nasce dalla volontà di Gabriela di confrontarsi con la dimensione produttiva di uno spettacolo e dall’esigenza di Gigi di confrontarsi, da attore, con un’opera che potesse avere i connotati del monologo, senza il fatto di esserlo, dato che il peso dei ruoli femminili interpretati da Gabriela è fondamentale.

Il monologo è un genere che mi terrorizza, ma che potrebbe essere considerata la mia nuova condizione professionale” – ci dice dopo i saluti Gigi Palla – “una frontiera decisamente più agevole e autonomamente gestibile”, mentre Gabriela Praticò scherzosamente chiosa: “insomma, si tratta di un monologo per un attore che ha paura dei monologhi!”.

Gigi, perché sono così allarmanti le ultime ricerche in tema di ludopatia giovanile?

L’idea di mettere in scena un adattamento de “Il Giocatore” nasce proprio dalla constatazione che il fenomeno della ludopatia non risparmia i ragazzi, che sono da sempre i destinatari privilegiati della nostra attività teatrale.

I giovani, in maniera sempre più ricorrente, si espongono ad attività considerabili come gioco d’azzardo quali i gratta e vinci e la frequentazione di sale scommesse.

I dati più recenti parlano di un fenomeno che in Italia coinvolge il 33,6% degli under 18, un fenomeno che è percepito sicuramente come familiare, considerato che 7 adolescenti su 10 affermano di conoscere un coetaneo che gioca d’azzardo.

Quali sono le accortezze che dovrebbero adottare i genitori?

Le raccomandazioni che vengono date dagli esperti sono quelle inerenti al controllo di alcune eventuali variazioni nei comportamenti usuali dei figli, come l’assorbimento che diventa eccessivo verso un dato gioco, le ridotte capacità di controllo sul tempo dedicatovi, il calo dei risultati scolastici e la perdita di interesse verso altri hobby sino a quel momento seguiti con passione, oltre che l’insorgenza di condotte inusuali come mentire e rubare.

Vero è che, a volte, i figli sono anche vittime del cosiddetto azzardo passivo, quello praticato dai genitori stessi, che così facendo, vengono meno ai loro doveri educativi e di gestione del tempo e del denaro che dovrebbe essere essere destinato alle spese di sussistenza.

E cosa dovrebbe fare lo Stato?

A questa domanda è difficile rispondere ma, anche se quello che dico non ha rilevanza “scientifica”, non è possibile non pensare alla circostanza che il gioco d’azzardo sia un’entrata rilevante per le casse dello Stato.

Inoltre, mi ha fatto sempre sorridere il fatto che, nelle pubblicità dedicate al gioco, la frase canonica “il gioco può creare dipendenza…” venga pronunciata a 78 giri… Di certo, la grande disponibilità di occasioni per giocare d’azzardo nella vita reale o in rete, con siti e app facilmente accessibili, di certo non aiuta a contrastare il fenomeno.

Gabriela, su quali elementi del romanzo si focalizza il vostro adattamento?

“Il Giocatore” ci appassiona sia per il suo valore letterario assoluto che per il tema così attuale che affronta. Abbiamo cercato di dare risalto ad entrambi i livelli: adattamento fedele, anche nel linguaggio, e riflessione sul tema della dipendenza.

Il disturbo da gioco d’azzardo patologico rientra nel campo delle dipendenze avendo le stesse caratteristiche di altre dipendenze, come quelle da sostanze stupefacenti.

Ne Il Giocatore si allude a questa affinità e il tavolo della roulette crea in Aleksej, di volta in volta, effetti simili a quelli delle sostanze psicotrope, effetti che tentiamo di restituire anche grazie all’accompagnamento musicale composto nelle sue parti originali dal maestro Alessandro Cercato.

Come scatta il meccanismo che aziona il demone del gioco d’azzardo?

I fattori di rischio sono biologici, psicologici e sociali. Alesksej viene inizialmente influenzato da quest’ultimo fattore, intravedendo nella vincita al gioco la sua unica possibilità di ascesa sociale, quell’ascesa che magari gli consentirebbe di trasformare il suo amore per l’aristocratica Polina in un amore possibile.

Ma, poi, l’azzardo compie velocemente i suoi danni e il piacere intrinseco che ne ricava e che lo porterà alla rovina, supera ogni altra motivazione. La roulette diventa il suo pensiero fisso, la ragione di vita e tutto il resto risulta indifferente, anche l’amore.

Ne il Giocatore Aleksej mostra tutte le caratteristiche del dipendente: craving (ossia il desiderio improvviso e incontrollabile di giocare), astinenza, assuefazione e, soprattutto, gambling, cioè la sovrastima delle proprie capacità nel gioco. Da questo aspetto deriva anche quella meccanicità del rito della scommessa che viene descritta magistralmente da Dostoevskij, una meccanicità che dipende dalla convinzione che “è giornata”.

Save the date

L’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini si trova in viale Antonino di San Giuliano angolo via Mario Toscano, a poche centinaia di metri da Ponte Milvio.

Lo spettacolo, che martedì 25 febbraio inizia alle ore 21, è ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Per riservarli si può scrivere un messaggio privato alla pagina facebook dellOfficina Pasolini, lasciando nome, cognome e numero di posti desiderati. In alternativa si può inviare una mail a info@officinapasolini.it o telefonare al numero 0649708835 in orario 10-13 e 14-18. I posti così prenotati saranno tenuti a disposizione fino a dieci minuti prima dell’inizio dello spettacolo.

Giovanni Berti

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