Home ATTUALITÀ Cold case, due gialli di Roma Nord nell’ultimo libro di Peronaci

Cold case, due gialli di Roma Nord nell’ultimo libro di Peronaci

fabrizio peronaci
Galvanica Bruni

L’omicidio  di via Due Ponti ai danni della sventurata Eleonora Scroppo è stato di fatto insabbiato. Si è rinunciato a cercare il colpevole. E lo stesso è accaduto per la scomparsa di un giudice irreprensibile come Paolo Adinolfi, vittima più unica che rara della lupara bianca nel cuore della capitale, tra Vigna Clara, Prati e il Flaminio…”

I grandi gialli di Roma Nord: due fattacci di cronaca avvenuti negli anni Novanta del secolo scorso, dei quali Fabrizio Peronaci, giornalista d’inchiesta del Corriere della Sera, si è occupato nel suo nuovo libro Morte di un detective a Ostiense e altri delitti (edizioni Typimedia), appena uscito nelle librerie tradizionali e online, oltre che nelle edicole.

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Si tratta del primo volume della collana “Fattacci di Roma”, dedicato al decennio 1990-2000. Il volume passa al setaccio 13 omicidi irrisolti e il risultato è una trama avvincente, che prende per mano il lettore e lo accompagna in una fosca passeggiata nella capitale, alla scoperta del fitto intrico di violenza, potere e misteri annidato tra le bellezze della città.

Alcuni dei cold case raccontati sono noti al grande pubblico, altri meno. Peronaci, grazie alla lunga esperienza di cronista e di autore di libri-verità, ricostruisce la sequenza di fatti, piste, indizi, alibi ed errori investigativi con una narrazione avvolgente.

Si va dall’inquietante enigma del magistrato Paolo Adinolfi, sparito dopo essere uscito dalla sua casa di via della Farnesina, al mistero di Duilio Saggia Civitelli, il detective freddato in maniera cinematografica al binario 10 della stazione Ostiense; dalla tragica fine di “ Francescone” Anniballi, l’attore che recitò con Gassman e Manfredi, inspiegabilmente oscurata dai media, ai classici gialli a sfondo economico e/o passionale della commercialista Antonella Di Veroli  e della parrucchiera Giusi Nicoloso, fino a crimini ai limiti dell’incredibile, come l’esecuzione dell’assicuratrice Eleonora Scroppo avvenuta il 9 ottobre 1998 in una villetta di via Due Ponti.

Grazie alla rilettura degli atti, a contributi inediti e all’acquisizione di nuovi elementi di prova, almeno la metà dei delitti analizzati potrebbe essere oggetto di una riapertura delle indagini.

Dice Peronaci: “Rievocare i cold case di Roma è al tempo stesso un viaggio nel dolore e nel giusto desiderio di verità delle famiglie, nelle fragilità del nostro sistema investigativo, che troppe volte si arrende davanti alla complessità di un’inchiesta, e nelle pieghe di una città meravigliosa, nel complesso tranquilla, capace però all’improvviso di gettare la maschera e mostrare un volto di inusitata ferocia”.

 I due cold case di Roma Roma Nord

Scomparso da via della Farnesina. Paolo Adinolfi sparì a Roma a 52 anni il 2 luglio 1994. Era un sabato e aveva da fare alcune commissioni. Da un mese prestava servizio alla Corte d’appello, dopo aver lavorato 10 anni alla Sezione fallimentare, dove si era occupato di procedimenti importanti. Quella mattina il giudice uscì poco prima delle 9 dall’appartamento, diretto sulla sua Bmw in viale Giulio Cesare e piazzale Clodio. Pareva tranquillo: un bacio alla moglie Nicoletta e la promessa di tornare per pranzo. Di lui non si seppe più nulla…

 La vicenda di via Due Ponti. Alle 20,30 del 9 ottobre del 1998 Eleonora Scroppo viene uccisa in casa sua, mentre era seduta a tavola assieme al marito e a un figlio. Mangiavano ed ascoltavano il TG, nella cucina al piano terra della loro villetta. Improvvisamente uno sparo e la donna si accascia sul marito. Subito dopo arrivano altri colpi: sette in tutto sparati a raffica da una porta finestra oltre la quale c’è il buio del giardino. Marito e figlio si gettano a terra, si salvano. Eleonora Scroppo muore. Un tentativo di strage rimasto impunito…

Ne parliamo con l’autore, Fabrizio Peronaci

Fabrizio, senza svelare troppo del tuo nuovo libro, ricordaci i misteri che avvolgono  ancora queste due oscure vicende.
Si tratta di due casi accomunati da un elemento significativo e preoccupante: la rinuncia, per pigrizia o per inefficacia della macchina investigativa, a fare giustizia.

Partiamo dal giudice…
Per quanto riguarda il dottor Adinolfi, il combinato disposto della rilettura degli atti e del contributo del figlio Lorenzo, avvocato, che insieme a me ha lavorato per mesi in cerca di una pista risolutiva, mi hanno consentito di giungere a una conclusione: il servitore dello Stato non tornato a casa dalla moglie e dai figli quel tragico sabato di luglio di 25 anni fa fu vittima di influenze e malaffari ancora oggi incombenti sulla capitale.

Un miscuglio di poteri criminali, economici e burocratici capaci di rendere possibile un’azione tremenda come il sequestro e l’uccisione di un magistrato scomodo, il cui unico torto fu quello di rispondere alla legge nel suo lavoro al tribunale fallimentare, ovviamente inviso a personaggi operanti nell’illegalità.

E nel caso di Eleonora Scroppo cosa sei riuscito a portare alla luce?
Si tratta una vicenda completamente diversa, con una motivazione più privata e per certi versi casuale. La sfortunata assicuratrice fu assassinata nel mezzo di una tenera serata familiare, mentre era a cena con il marito e un figlio, un attimo dopo aver scodellato a tavola il suo piatto preferito, la fonduta.

Sono state approfondite tante piste, ma quella più verosimile e a portata di mano, ha fatto notare il marito della vittima, la si è incredibilmente lasciata cadere. Nel libro faccio nomi e cognomi, perché un buon cronista-investigatore va dritto al punto. E anche se il tempo, purtroppo, lavora a favore dei colpevoli, perlomeno la verità storica potrà essere scritta.

Ci sono i presupposti perché le indagini vengano riaperte?
Certamente sì, in entrambi i gialli esistono i margini per un accertamento giudiziario dell’accaduto.

Per quanto riguarda il giudice Adinolfi, sono persuaso che vi siano numerosissime persone, sia in ambiente malavitoso sia giudiziario, a conoscenza di dettagli o elementi che possano portare a individuare il movente del sequestro e i responsabili.

Per Eleonora Scroppo, invece, è tutto abbastanza nitido, seppure in filigrana, e basterebbe riprendere i fili di quanto successo, con un’investigazione scrupolosa e attenta, per dare un volto al killer di via Due Ponti.

Claudio Cafasso

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