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    Stavolta Capodanno è diverso

    Galvanica Bruni

    Siamo schietti, l’editoriale stavolta l’avremmo scritto come sempre, speranzosi magari di vivere lo start del nuovo anno in maniera lieve, leggera, zero problemi.

    E a dirla tutta nessuno ci vieta di parlare, straparlare e scrivere come sempre fatto di lenticchie e cotechino, magari incorniciando la pietanza per antonomasia della notte del primo gennaio con frasi del tipo “chi fa ‘sta cosa il primo dell’anno poi la fa tutto l’anno”. E via, dai, che partano i trenini simil Oba-Oba, uno che sta davanti e gli altri con le mani sui fianchi della “carrozza” che precede in sale da pranzo addobbate a festa, e musica tzum-tzum, una partita a sette e mezzo e compagnia cantante.

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    Ma il pensiero di quelle due ragazze strappate alla vita da un incidente stradale pochi giorni fa, ci impone una sorta di autocontrollo e di sobrietà di certo poco in uso la notte di San Silvestro.

    Il pensiero, il nostro pensiero, va alle famiglie in lutto mentre si cercano risposte che mai arriveranno, perché quando ti muore un figlio a tutto pensi, tranne che a festeggiare.

    Cambia la vita, così come cambia inevitabilmente al ragazzo che le ha investite, ma qui non c’è spazio per la tiritera dei processi sommari, non c’è spazio per colpevolisti o innocentisti, c’è spazio solo per le lacrime di chi piange Gaia e Camilla. Scusate, ma stavolta scrivere un articolo per festeggiare Capodanno non è nelle nostre corde.

    Massimiliano Morelli

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