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Dopo il tragico incidente riflettori accesi su Corso Francia

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Galvanica Bruni

Sono passate poco più di ventiquattrore dai funerali di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, le due sedicenni residenti al Fleming che nella notte tra sabato 21 e domenica 22 dicembre hanno perso la vita nel tragico incidente avvenuto a Corso Francia.

Ieri mattina, venerdì 27 dicembre, nella parrocchia gremita del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore, in via Flaminia, un intero quartiere alle 10 si è stretto attorno ai loro genitori, ai familiari e agli amici per dare un ultimo saluto alle due giovani ragazze.

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Pietro Genovese dal GIP

Ed è proprio di ieri la notizia che riguarda l’interrogatorio di garanzia di Pietro Genovese, il ventenne che alla guida del suo suv sabato notte ha investito e ucciso Gaia e Camilla: da ieri agli arresti domiciliari su richiesta della Procura con l’accusa di duplice omicidio stradale, sarà interrogato dal GIP il 2 gennaio prossimo.

Mentre si tenta di fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente tra le tante ricostruzioni fatte su quella sera, “alcune diffuse dai media con leggerezza” come fanno osservare i genitori di una delle due ragazze tramite il loro legale, che oltre a chiedere «rispetto per il dolore e silenzio» – necessari e dovuti in questi casi aggiungiamo noi – fanno sapere che non appena troveranno le parole giuste diranno anche la loro su quella notte, si torna a parlare di sicurezza stradale, assente in gran parte della Capitale.

Illuminazione insufficiente e asfalto inadeguato e scivoloso in caso di maltempo, oltre che velocità troppo elevate raggiunte dagli automobilisti, sono tra le cause maggiori di incidenti stradali in città, anche mortali.

Riflettori accesi su Corso Francia

La stessa Bernadette Nicotra, il GIP che ha disposto i domiciliari per Pietro Genovese, nel provvedimento cautelare ha parlato di strada con “scarsa visibilità per causa di un’illuminazione colposamente insufficiente” che certamente ha contribuito all’impatto fatale con le due giovani e che, se confermato, richiederebbe anche un accertamento di responsabilità  su chi gestisce la manutenzione e l’illuminazione di Corso Francia, nonostante ad aggravare la posizione del ventenne ci siano la guida in stato di ebbrezza alcolica e la velocità eccessiva.

Così, a pochi giorni dalla tragedia, tra le altre cose, gli agenti della Polizia Locale di Roma dovranno appurare che l’illuminazione su Corso Francia, strada ad alto scorrimento che collega Roma Nord con i quartieri Prati e Parioli, quella sera fosse davvero adeguata e che non abbia contribuito alla dinamica dell’incidente.

I residenti di zona da sempre, e lo hanno ripetuto a gran voce ieri a margine dei funerali delle due ragazze, chiedono maggiori controlli sulle strade, in particolare per quel tratto di Corso Francia, che con il buio e la pioggia diventa davvero pericoloso sia per gli automobilisti che per i pedoni e che da anni è teatro di incidenti stradali anche mortali.

Sarebbe proprio l’alta velocità delle macchine, che in caso di semafori verdi raggiunge anche i cento chilometri orari, e la poca visibilità notturna causata da illuminazione assente o tenue, a mettere in pericolo le persone.

Tutti d’accordo sulla richiesta di autovelox che certamente contribuirebbero a ridurre la velocità degli automobilisti su quel tratto di strada, che in caso di poco traffico, diventa una vera e propria pista da corsa nonostante il limite di velocità di 50 km/h.

Al momento, su indicazione del comando generale della Polizia Locale, è stata disposta nei prossimi giorni l’installazione di autovelox portatili, i cosiddetti “velox”, sul tratto di Ponte Flaminio e sul viadotto, ma quello che i cittadini chiedono sono dispositivi fissi di controllo della velocità, soluzione che non sembrerebbe possibile per assenza di requisiti di legge per quel tratto di strada.

Ma c’è dell’altro: dalle testimonianze di alcuni dei ragazzi che ieri hanno partecipato alla messa in ricordo delle due giovani, ma anche di qualche genitore che dopo l’incidente di sabato scorso ha raccolto le confessioni dei propri figli, emerge un altro particolare allarmante che riguarda proprio quel tratto di strada e che sembrerebbe essere molto diffuso tra gli adolescenti di zona.

Il gioco del semaforo rosso

Lo chiamano “il giochino del semaforo rosso” o il “gioco pericoloso”, e il folle gioco consisterebbe proprio nel “lanciarsi” nell’attraversamento di Corso Francia senza rispettare il semaforo, sfidando il traffico e schivando macchine e motorini. Competere con la sorte per sentirsi invincibili, attraversare quattro corsie ad alto scorrimento lontano dall’attraversamento pedonale, riprendere tutto con i cellulari per poi postare l’impresa sui social, una sorta di roulette russa in nome dell’invincibilità.

Sul web circolano da ieri video di giovani studenti che in pieno giorno rischiano la vita per “il giochino del semaforo rosso”, e proprio ieri durante i funerali di Gaia e Flaminia più di un ragazzo ha ammesso che “in molti lo fanno su quel tratto di strada. Per fare più in fretta, per non fare tardi per tornare a casa, per gioco, per farsi grandi”. Prendono la rincorsa, scavalcano il guardrail e corrono tra le due carreggiate fino a raggiungere l’altro lato della strada. Un gioco folle, un’imprudenza, alcuni di loro, forse per la giovane età, la definiscono solo una “leggerezza”, che potrebbe però costargli la vita.

Nonostante al momento questa incauta azione non possa essere attribuibile anche alle due giovani investite una settimana fa che pure, dalle testimonianza raccolte fin’ora, sembrerebbero aver attraversato la strada fuori dalle strisce pedonali e con semaforo verde per gli automobilisti, l’attraversamento incauto di Corso Francia sembra davvero molto conosciuto e diffuso tra gli adolescenti di zona, a tal punto che ieri qualcuno l’ha definita addirittura un’abitudine.

Ludovica Panzerotto

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3 COMMENTI

    • ma quale? tutta corso francia passa in mezzo alle case.. andrebbero fatti sottopassaggi e rotonde , marciapiedi larghi ed alberature mi dirà..le promettono da sempre e mai nessuna miglioria. sembra che non interessi a nessuno.

  1. sottopassaggi, rotonde, ponti pedonali, marciapiedi più larghi ed alberi. questo serve per essere vivibile , adesso è autostrada pericolosa.

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