Home ATTUALITÀ Vigna Clara, l’indomabile Rosanna Oliva al suo quarto libro

Vigna Clara, l’indomabile Rosanna Oliva al suo quarto libro

Galvanica Bruni

“Quando sarò grande, mi ricorderò che i bambini sono persone e vanno trattati da pari a pari” pensava ogni tanto Rosanna quando, all’età di quattro anni, nella sua grande casa di Napoli, temeva di essere trattata come chi non capisce niente solo perché ancora piccola.

Per Rosanna Oliva de Conciliis, quel ricordo è diventato un vero e proprio motto che l’ha accompagnata per tutto il resto della sua vita dedicata proprio ai principi della parità.

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Famosa per il suo ricorso alla Corte Costituzionale che portò nel 1960 alla cancellazione della norma che impediva l’accesso alle donne alle principali carriere pubbliche, Rosanna Oliva si è sempre battuta a favore dei diritti femminili e contro l’oligarchia maschile radicata nella società.

Dopo le interviste rilasciate a Vignaclablog.it nel 2010 e nel dicembre scorso, l’abbiamo nuovamente incontrata pochi giorni fa nella sua elegante casa romana proprio  accanto a Piazza Jacini a Vigna Clara, per fare ancora due chiacchiere con lei e per farci raccontare di cosa parla il suo ultimo libro, il quarto, “un libro tenuto nel cassetto, fino a quando non ho deciso che era giusto raccontare  i ricordi della mia infanzia non solo alle mie due  famiglie, paterna e materna, ma a chiunque avesse voglia di ascoltarmi”.

Si intitola “Quando il Vesuvio aveva il pennacchio. Vi racconto la mia Napoli”, ed è un racconto autobiografico che parte dagli anni della sua infanzia e evidenzia il legame familiare e partenopeo, intreccia storie della sua Napoli con episodi privati e che in ogni pagina, anche grazie alla presenza di richiami a favole, ricorda il forte attaccamento della protagonista alla sua terra d’origine.

Questo libro è fortemente rappresentativo, ho voluto che ogni sua parte rimandasse alla mia città, Napoli, e a tutti i ricordi che ho della mia infanzia partenopea: l’accenno alle favole, il titolo, la scelta dell’editore che in questo caso è Guida, uno storico editore di Napoli, la prefazione scritta da una mia cara amica, Giuliana Cacciapuoti, anch’essa napoletana, nulla è stato lasciato al caso, tutto si lega alla mia terra” – ci racconta la signora Oliva mentre spiega come è nata l’idea del titolo del libro.

Quando ero piccola, andavamo spesso con tutta la famiglia al mare e con mio papà ci divertivamo a fare “il Vesuvio di sabbia” sulla battigia; mi ricordo che dopo averlo realizzato facevamo due piccoli buchi, uno alla base del vulcano e uno all’estremità poi mio padre bruciava un pezzo di carta all’interno e da sopra usciva il fumo, il famoso pennacchio del Vesuvio; è un’immagine che mi ha accompagnato per tutta la vita.”

Centoventisette pagine che scorrono tra i ricordi di famiglia, colme di foto storiche degli avi Oliva e de Conciliis, di descrizioni degli ambienti che ritraggono perfettamente gli stati d’animo dei personaggi, i legami di parentela e quelli con la città di Napoli, con chi la abita, con il suo mare, con il vulcano e che raccontano nella seconda parte del libro il successivo trasferimento a Roma. Rosanna Oliva nel suo racconto introduce ogni capitolo con piccoli richiami a favole tenendo così sempre teso il filo che unisce la realtà alla fantasia, alterna racconti di merende povere ma ricche d’amore a descrizioni di cene che portano il sapore, e anche le conseguenze, dell’immediato dopo guerra.

Proprio alla fine della sua pubblicazione l’autrice inserisce un piccolo ricettario di famiglia contenente ricette fedeli alla tradizione culinaria napoletana: sartù di riso, lasagne, gattò di patate, polpette di carne; immancabili in queste pagine i passaggi precisi per realizzare un ottimo ragù.

Dallo sguardo di Rosanna Oliva de Conciliis, all’anagrafe Rosa Oliva e per tanti amici Ros, traspare tutta la fermezza e la convinzione di una donna coraggiosa, diventata poi mamma e nonna, che negli anni si è sempre esposta e battuta in difesa delle altre donne, ma anche degli uomini e della parità dei diritti “io sono per il cinquanta e cinquanta sempre” – ripete spesso durante il nostro incontro.

Funzionaria dello Stato per quindici anni, consulente giuridica prima alla Camera e poi al Senato, nella XII e nella XIII Legislatura, poi Segretaria particolare di una Sottosegretaria, prima all’interno e poi alla Sanità e per tre volte Consigliera per la XX Circoscrizione tra gli anni ‘80 e ‘90, Rosanna Oliva si è sempre impegnata in difesa dell’ambiente, a favore delle donne e dei soggetti più deboli e nella valorizzazione delle forme di comunicazione moderne.

“Mi ritengo “tecnologica” e per me è un grande successo; l’informatica e le nuove tecnologie possono essere di grande supporto alle tecniche classiche di comunicazione e determinanti in ogni campo” – ha confessato Rosanna Oliva mostrandoci i cd-rom e i QR Code immancabili in ogni sua pubblicazione.

Quando torniamo a parlare del suo ultimo libro le chiediamo cosa lega tutti i suoi testi, apparentemente molto diversi tra loro: “E’ vero sembrano molto differenti tra loro, per esempio nel mio primo libro “In difesa del Parco di Veio” si parla di ambiente e di tutela del territorio, poi ce n’è uno dedicato alla mia unica nipote che appunto si intitola “Cara Irene, ti scrivo” e a seguire “Cinquant’anni non sono bastati. Le carriere delle donne a partire dalla sentenza della Corte costituzionale n. 33 del 1960” pubblicato tre anni fa; per ultimo questo appena uscito.  In realtà c’è un filo rosso che li unisce, che non è altro che la passione per due grandi tematiche a me molto care: la difesa dei diritti delle donne e dell’ambiente in cui viviamo.

Sempre a tutela della parità di genere nel 2006 Rosanna Oliva ha fondato l’Associazione “Aspettare stanca”, rivolta all’affermazione e alla promozione della presenza delle donne in politica e nei luoghi decisionali. Solo dopo quattro anni, nel 2010, anno in cui le è stato assegnata sia l’onorificenza da parte del Presidente della Repubblica di Grande Ufficiale, che il premio Minerva per la parità di genere, è stata fondatrice, e ne è tutt’ora Presidente, della Rete per la Parità APS, Associazione nata per valorizzare i principi fondamentali della Costituzione e arrivare alla parità sostanziale tra uomini e donne. Dal 2016 inoltre Rosanna Oliva coordina il Gruppo di lavoro per l’obiettivo 5- Parità di genere dell’Agenda Onu 2030, nell’ASviS – Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, realtà che riunisce oltre 200 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile.

Pur riconoscendo che su questo tema dei passi nel corso degli anni sono stati fatti, Oliva è convinta che la strada sia ancora molto lunga.
Per me alla base di tutto c’è quello che in economia si chiama l’abuso di posizione dominante, noi usciamo da millenni di dominio maschile e stiamo cercando di indirizzarci verso un’umanità al 50 e 50 in cui siano riconosciuti i meriti a prescindere dal sesso. Siamo in una condizione di monopolio politico e sociale maschile e dovremmo riuscire ad avere una società paritaria, solo in questo modo andremmo a stare meglio. Sogno da tempo un grande convegno, che spero di realizzare nel 2020, in cui sia coinvolta anche la Commissione Europea, che per fortuna ora finalmente è una Commissione al cinquanta e cinquanta e presieduta da una donna, che miri a creare delle autorità per il genere e contro ogni discriminazione e punti all’eliminazione del monopolio maschile nella società.”

Per Rosanna Oliva è davvero intollerabile che in oltre cinquant’anni i passi fatti in avanti per l’affermazione femminile in ambiti decisionali e di potere siano ancora insufficienti, seppur importanti: “Oggi ci sono molte donne che sia in politica sia in altri campi rivestono cariche rilevanti: è di questi giorni l’elezione a Presidente della Corte costituzionale, per a prima volta di una donna, Marta Cartabia e questo è un grande successo, ma non è ancora abbastanza. Le leggi ci sono ma non sempre vengono applicate, sussistono ancora troppi campi in cui non esiste la parità di genere. Non mi definisco una femminista, perché praticamente non ho mai preso parte a quel movimento se non sporadiche volte, ma è proprio grazie al movimento femminista che è stato introdotto il principio della parità che ha sostituito quello di uguaglianza: la parità tiene conto della differenza, è una forma di tutela sia per gli uomini che per le donne. Ci sono molti campi, come la medicina, in cui non si può non considerare la diversità di genere, un esempio banale: ci sono alcuni farmaci che non sono somministrabili indistintamente a donne e uomini”.

rosanna olivaDa sempre di zona e sempre attiva sul territorio di Roma Nord, Rosanna Oliva anche in questo campo ha portato avanti una lunga battaglia per le norme di garanzia di genere a tutela di entrambi sessi, proprio per evitare che uno prevalga sull’altro.

“Anche in questo Municipio, il XV, passi in avanti ci sono stati, il ruolo di questo importante Ente di prossimità è certamente più riconosciuto e anche la presenza femminile è sicuramente aumentata; per tanti anni ho aspettato e sperato che si passasse dalla circoscrizione, all’epoca la ventesima, al municipio ma quando questo passaggio è avvenuto per me è stata una grande delusione perché alla fine gran parte delle competenze, per lo meno quelle più interessanti e di pregio, sono restate al Comune e alla Città Metropolitana di Roma, le deleghe al municipio erano e restano minime”.

Oltre a tutte le battaglie portante avanti negli anni per la parità di genere e nonostante tutti gli ostacoli incontranti che per la signora Oliva “sono solo uno stimolo a fare ancora di più”, Rosanna è convinta che ci sia anche un’altra arma in grado di combattere le diseguaglianze tra uomo e donna: le nuove generazioni “E’ da loro che dobbiamo ripartire, per loro non ci sono differenze, ed è con loro che dobbiamo lavorare su questi temi, parlando e aprendoci al confronto senza avere paura di ascoltarli”.

La pensa proprio così Rosanna Oliva, proprio come quando da piccola, in quella casa di Napoli, a pochi passi da Piazza dei Martiri, prometteva a se stessa che quando sarebbe diventata grande si sarebbe ricordata che “i bambini sono persone e vanno trattati da pari a pari”.

Ludovica Panzerotto

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