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Una discarica sotto il viadotto di Corso Francia

discarica viadotto Corso Francia
Galvanica Bruni

Percorrendo il viadotto di Corso Francia non è difficile notare in questi giorni un grosso pino caduto nei pressi dello Stadio Flaminio. Si tratta di un gigantesco pino domestico che si è abbattuto sulla recinzione metallica; caduto forse per il forte vento, si è spezzato alla base del tronco come se non avesse radici.

Ma quello che ci sorprende di più non è l’albero caduto ma la grande discarica sotto i piloni di Corso Francia; montagne di rifiuti e poi detriti, calcinacci, mattonelle, elettrodomestici, mobili, materassi e tanta spazzatura.

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Montagne di sporcizia accatastate tra erbacce, foglie secche e alberelli striminziti; una grande discarica ai piedi di Monte Parioli.

Percorrendo questa grande e dimenticata area si ha l’impressione di essere nella terra di nessuno, la terra di nessuna amministrazione, di nessun responsabile, di nessun addetto alla rimozione dei rifiuti.

Eppure a pochi passi da qui  appena un mese fa si è tenuto un grande e scintillante evento con luci e tanta gente: stampa, televisione, autorità, registi, attrici e fotografi impazziti; non  è mancato neppure il “red-carpet” e le tante inaugurazioni e gli innumerevoli discorsi.

Chissà se qualcuno si è chiesto cosa si nascondeva a pochi passi dalla scintillante “festa del cinema” arrivata alla sua 14° edizione? Sarebbe bastato allungare il red-carpet di una qualche decina di metri per ritrovarsi immersi in una indecente discarica nel centro di Roma.

Immagini viste centinaia di volte e che negli anni ci accompagnano nel nostro documentare l’abbandono del territorio: l’immensa discarica (sei ettari, la più grande di Roma)  di via  del Baiardo, A Tor di Quinto; quella di Castel Giubileo; l’eternit nella Riserva dell’Insugherata, il divano nel Tevere e poi via così fino ad arrivare ai parchi trascurati, ai giardini pubblici ridotti a dormitorio.

Da un notiziario radio sentiamo che è venuto giù un viadotto, che le campagne del nord sono allagate e che un fiume rabbioso si è portato via una donna con tutta la sua automobile, che il sud  frana e che le onde inghiottono chilometri di litorale.

Poi ascoltiamo il parere degli esperti che ci ricordano che il dissesto della Liguria (la regione che consuma più territorio) ha avuto origine negli anni ’70 quando si è costruito troppo e male; che a Venezia tornerà l’acqua alta perché non si è fatta la manutenzione della laguna perchè si sono distrutte le “barene” e perchè il livello del mare in un secolo è cresciuto di almeno 20 centimetri; sempre gli esperti ci raccontano di torrenti mai puliti, di golene dei fiumi trasformate in condomini, di fossi ostruiti dai rifiuti e di case inghiottite dal mare perché, in barba ad ogni norma, si è costruito a pochi metri dal bagnasciuga.

E allora sorge spontanea una domanda: ma cosa vogliamo farne di questo paese e di questa città?

Il Calendario 2020 della Guardia Costiera appena presentato alla stampa mostra 12 straordinarie immagini del nostro paese: spiagge, scogliere, isole e mari incontaminati. Dodici immagini che sembrano lontane anni luce e non appartenere a questo paese che sprofonda nel dissesto e nel degrado.

E come se non bastasse il Professor Franco Prodi, fisico dell’atmosfera con una specifica e vasta esperienza sulla fisica delle nuvole, in una intervista  mette in discussione il fatto che il riscaldamento globale sia colpa dell’uomo. In realtà non lo nega ma ci avverte che non ci sono sufficienti dati per affermarlo: insomma anche l’unica e per noi, tremenda certezza, ci viene a mancare.  Neppure mea-culpa possiamo fare secondo il Professor Prodi.

E cosi mentre non sappiamo cosa fare di questo pianeta e del nostro paese con una disinvoltura che metterebbe in imbarazzo perfino una pornostar, scarichiamo il vecchio materasso accanto al primo cassonetto.

E nello scaricare  il malandato materasso scarichiamo anche la nostra coscienza convinti che, avendo evitato il lungo viaggio sino all’isola ecologica, abbiamo risparmiato all’atmosfera CO2 e polveri sottili.

Francesco Gargaglia

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3 COMMENTI

  1. Alla tante campagne elettorali che in questi anni ci hanno declamato, vorrei dire semplicemente:
    chi crede di avere la coscienza pulita..forse non ha molta memoria!

  2. IL PINO ERA PERICOLANTE DA UN ANNO E PASSA..HO CHIAMATO PIU VOLTE servizio giardini e comune..perche due anni fa era stato potato male solo da un lato e quindi col peso era sempre piu storto.. che vergogna il resto! che schifo! ma non doveva ristrutturare lo stadio?

  3. Purtroppo le nostre amministrazioni non effettuano i dovuti controlli anche sanzionatori verso le persone incivili …come fanno in altri paesi del mondo…mio figlio miei nipoti e loro coetanei se ne sono andati dall’Italia e hanno il piacere di pagare le tasse dove sono perché hanno i servizi.Oggi poi esistono sistemi di videosorveglianza a batterie per intervenire dato che la discarica non si forma in un giorno

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