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Cord Riechelmann: “Il Corvo”

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Galvanica Bruni

Lungo la Via Flaminia, poco dopo Corso Francia, c’è un piccolo centro commerciale con un supermercato, un noto bar e una tabaccheria; il gestore di quest’ultima, che vende anche giornali e libri, sceglie personalmente i titoli dei volumi e cosi è possibile trovarvi delle vere e proprie “chicche”.

Come l’elegantissimo libricino dalla copertina rigida di colore nero, lo stesso colore del “corvo”, che è poi il titolo del libro di Cord Riechelmann: “Il corvo” (Ed. Marsilio, pag. 166, 15 Euro). Un testo piacevole e istruttivo scritto da un filosofo-biologo e con una interessante prefazione di Telmo Pievani di cui abbiamo recensito “Homo sapiens e altre catastrofi”.

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Il libretto è straordinariamente bello: al testo illustrato si accompagnano una serie di tavole a colori delle varie specie di corvidi, dal Corvo imperiale alla Ghiandaia azzurra, facendo così di questo volumetto un gioiello tascabile da leggere con cura e tranquillità.

I corvidi per il loro colore nero e per  l’abitudine di mangiare carogne hanno sempre rappresentato, nella fantasia popolare, la morte, il male o la disgrazia; spesso sono raffigurati appollaiati su di un teschio o su di una bara (compaiono perfino  in una famosa edizione illustrata di Pinocchio).  A volte li abbiamo trovati in triste compagnia con pipistrelli, gufi e gatti neri.

Nella realtà i corvi (la famiglia dei corvidi comprende più di 120 specie) sono tra gli animali più intelligenti e vantano, tra gli uccelli il più alto rapporto tra dimensioni del capo e volume del cervello: la stessa caratteristica degli ominidi a cui, in un certo senso i corvi assomigliano.

Già perché i corvi  non sempre agiscono in base all’istinto e ai codici genetici ma dimostrano una buona capacità  di “ragionare” e trovare, anche senza fare alcun tentativo, la soluzione ad un problema. In una cittadina del Canada, dal momento che il loro grosso becco è meno robusto di quel che si crede, aspettano che i semafori stradali diventino rossi per lasciare le noci sull’asfalto e attendere che le auto poi, al verde le frantumino: al successivo cambio di colore raccolgono in tutta tranquillità il gheriglio.

I corvi vivono in comunità  e tranne che per quanto riguarda l’accoppiamento sono abbastanza solidali tra di loro (tipico comportamento umano). Sono anche degli acrobati del volo e caso più unico che raro tra gli uccelli, volano anche con la pancia in su.

Alla specie dei “corvidi” appartengono anche cornacchie, gazze, gracchi, ghiandaie e nocciolaie e non è affatto vero che il loro numero è in continua crescita: corvi e cornacchie, che sono a tutti gli effetti “uccelli canori” , sono in continua diminuzione e in alcuni paesi anche a rischio di  estinzione a causa dei numerosi abbattimenti.

Uccidere questi uccelli che hanno colonizzato il pianeta, dai deserti al Circolo Polare Artico, è un atto di straordinaria ignoranza: ecco, in questo i corvi non ci assomigliano affatto e il bellissimo ed elegante libretto di Riechelmann rende giustizia a questi neri e splendidi volatori.

Francesco Gargaglia

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