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    “Incastri”, il romanzo d’esordio di Roberta Leonardi

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    Duca Gioielli

    Nata a Roma nel 1973, terza di tre fratelli e diplomata al liceo classico, Roberta Leonardi, che abbiamo intervistata, ha appena auto-pubblicato il suo primo romanzo intitolato “Incastri”.

    Appassionata di viaggi e fotografia, Roberta, oltre a gestire bene il tedesco, parla fluentemente lo spagnolo e l’inglese (che insegna sul suo canale youtube) ed è dotata di una forza d’animo e di un coraggio non comuni.

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    Messa a dura prova dalla vita, l’autrice ha sempre reagito con prontezza di spirito ed estremo coraggio, trovando ogni volta la maniera per ridefinire la propria esistenza e considerando la scrittura come l’arma di redenzione che stava cercando da tempo.

    Utilizzando una prosa priva di orpelli e facili scorciatoie, nel suo libro desordio, che è ambientato fra l’Italia e l’Europa ed abbraccia un arco temporale che va dagli anni trenta ad oggi, la scrittrice affronta argomenti paradigmatici come l’amore e la perdita, il dolore e l’amicizia, mostrando anche come nei momenti più oscuri della propria vita si possano trovare le risorse e la speranza per afferrare una seconda possibilità ed individuare nuove coordinate esistenziali.

    A colloquio con Roberta Leonardi

    Roberta, raccontaci la genesi del tuo romanzo… “Incastri” nasce nell’estate del 2016, in un momento di forte confusione emotiva. Ero alla ricerca di risposte intime, personali e per ottenerle ho dovuto scavare dentro me stessa.

    È stata una catarsi, una caccia a vecchi fantasmi e dolori irrisolti, probabilmente non affrontati fino in fondo. Scrivendo questo romanzo mi sono liberata o, forse, semplicemente, ritrovata.

    I personaggi del libro sono molto riconoscibili: quali sono le loro caratteristiche principali? Il coraggio e la tenacia: nessuno di loro molla! Anzi, entrano nel buio e lo fronteggiano. Sono umani, hanno paura, molta paura, ma il motore che li muove, cioè l’amore, consente loro di trovare, ognuno a suo modo, la propria luce.

    E a che cosa saranno chiamati? Scegliere, dovranno tutti scegliere “come e quando” entrare nelle proprie tenebre. Scegliere fra il lato oscuro della forza e quello che, invece, risana. Le loro scelte, non sempre condivisibili, sono indubbiamente sempre umane e personalissime.

    Si può dire che tutti noi, nella nostra diversità, siamo uniti da un filo sottile? Di cosa si tratta? Un filo sottile ed universale: il dolore. Il dolore inteso nel senso più ampio del termine, quello causato da una perdita, da una relazione finita male, un abbandono, un rifiuto o una malattia.

    Il dolore per ciò che non riusciamo a spiegare, la rabbia dell’impotenza: in questo siamo tutti fratelli e ci teniamo mano nella mano. Riuscire a riconoscersi, guardandoci negli occhi, è un sollievo, il sollievo di sapere che nella battaglia non siamo soli.

    Passato e presente, vita e morte, gioia e dolore: semplici ossimori dettati dal fato o c’è qualcosa di più nelle vite di tutti? Petrarca diceva: “il velo vela ma rivela”. L’ossimoro è sinonimo di vita e rivelazione. In ogni cosa è insito il suo contrario. Incontrare ed affrontare l’oscurità è insieme rivelazione e cammino che porta verso la luce.

    Ognuno però deve trovare il proprio percorso e, purtroppo, quasi mai si tratta di quello più facile o quello perlustrato da un altro. La strada è personale, è il dolce e l’amaro dell’esistenza. Senza l’amaro non saremmo in grado di apprezzare il dolce. Un cammino, spesso scomodo ed impervio, che però porta verso la coscienza di sé.

    Tre motivi per leggere il tuo romanzo… Innanzitutto, per apprezzare la memoria, il passato che ci grida a gran voce da dove veniamo e ci guida verso chi vogliamo essere.

    In secondo luogo, per viaggiare in luoghi incantevoli dell’Italia e dell’Europa, ma soprattutto – e questa è la terza ragione, la più importante – per non sentirci soli e per capire che, se vogliamo, possiamo rialzarci.

    Dopo la notte, anche la più lunga, arriva sempre un nuovo sole, un nuovo giorno, un nuovo inizio. Dobbiamo concederci la grazia di crederci.

    Incastri: le citazioni

    Le sue fotografie erano appese alla parete e poco a poco iniziava a riconoscerle, a rivedere i luoghi dove le aveva scattate, ad annusare i profumi che le avevano incorniciate, a sentire i rumori che le avevano suonate e che ancora ora, apparentemente mute in una cornice, riecheggiavano nella sua mente (capitolo 1).

    Anna, come un albero, prendeva vita dalla terra ed alla terra la restituiva, in pace con gli elementi della natura, in pace con i suoi pensieri, in un lento, necessario addio a ciò che era stato e non sarebbe tornato (capitolo 11).

    Un assolo di archi accompagnava la figura di una donna, nuovamente illuminata, mentre sorseggiava un caffè in un bar con accanto una valigia (capitolo 16).

    Come acquistare il libro

    Come detto, “Incastri” è stato appena auto-pubblicato ed è disponibile su www.amazon.it/ sia in versione cartacea sia in formato Kindle.
    Per ulteriori informazioni si possono consultare il sito internet e la pagina instagram dedicati al libro e alla sua autrice.

    Giovanni Berti

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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