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A pranzo con i senza tetto nella parrocchia di Grottarossa

parrocchia grottarossa
Galvanica Bruni

Sabato 25 ottobre, nella parrocchia di San Filippo Apostolo, in Via di Grottarossa, come ogni mese si è tenuto il pranzo per i senza tetto organizzato dai volontari locali. E VignaclaraBlog.it vi ha preso parte.

“Da alcuni anni quattro parrocchie del XV Municipio si sono organizzate per offrire il pranzo a chi è in difficoltà” ci racconta il parroco, don Antonio Saturno, mentre entriamo in sala. “Ogni sabato, a turnazione, le chiese di San Filippo Apostolo in Via di Grottarossa, Sant’Andrea Apostolo a Tomba di Nerone, Santa Rosa da Viterbo in via Santa Giovanna Elisabetta e Santa Chiara a Vigna Clara aprono le loro sale parrocchiali e con l’aiuto di volontari – uomini e donne che spontaneamente dedicano qualche ora del loro weekend ai più poveri – cucinano e servono il pranzo a chi ne ha bisogno.” 

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“Oltre a questi pranzi e agli eventi della Caritas, ci sono anche altre chiese che durante il mese programmano iniziative simili a queste.”

Il pranzo è servito

A Grottarossa a mezzogiorno e mezzo in punto è già tutto pronto: tavole apparecchiate con cura, vasetti di ciclamini come centrotavola sulle tovaglie, acqua e cestini di pane su ogni tavolo. In cucina invece mentre le lasagne sono già rimpiattate dai volontari e pronte per essere servite, le patate e l’arrosto sono ancora in caldo nel forno.

Qualche ospite è già seduto a tavola, altri invece sono in arrivo: la sala, che accoglie fino a quaranta persone sabato era piena per metà, complici altre parrocchie che come quella di Don Saturno nel weekend organizzano pranzi per i poveri.

Alle tredici gli ospiti sono circa una ventina, il Signor Giancarlo, grembiule bianco in vita e piatti sul vassoio ci racconta che i menù sono sempre molto classici e variano solo a seconda della stagione: “La pasta al forno o le lasagne con arrosto e patate sono sempre graditi dagli ospiti, ma d’estate prepariamo anche la pasta fredda. A fine pranzo non mancano mai il caffè e il dolce e soprattutto ci organizziamo per preparare dei sacchetti con un pasto in modo che gli ospiti possano portarli via”.

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da sinistra Fra Carlo, Don Antonio e Don Innocent

Con Fra Carlo, che insieme a Don Innocent è arrivato da poco in questa parrocchia, ci sediamo tra Giovanni e Loretta (i nomi sono di fantasia) che tra un piatto e l’altro ci raccontano qualcosa delle loro vite.

Giovanni viene da un’isola dell’Oceano Atlantico, vive in Italia da oltre trent’anni e ha due figlie. Preferisce raccontare qualcosa del suo paese, dice che anche lì si mangia molto bene soprattutto il pesce appena pescato e la carne. Quando arriva la frutta e il dolce fa dei piccoli pacchetti con la carta per “mangiarli più tardi, quando la fame tornerà”. Poi si alza, e solo dopo aver ringraziato tutti, va via anche se il pranzo non è ancora finito, un amico lo aspetta e lui non può tardare.

Con Loretta invece, accento romano e energia travolgente, scambiamo qualche consiglio di cucina e parliamo del quartiere, lei abita lì vicino e va spesso a pranzo al San Filippo Apostolo perché “si mangia davvero tanto e bene e poi si sta in compagnia”.

Davanti alla povertà siamo davvero tutti uguali, tra di loro c’è qualcuno che non ha neanche un posto per dormire, l’unico bene che custodisce con cura è un cartone per riposare la notte. Altri invece magari una casa ce l’hanno ma sono soli o davvero molto poveri. Questi pranzi sono un’occasione per tutti, possono mangiare qualcosa, stare in compagnia, condividere con noi un pezzo della loro vita” – ci racconta Fra Carlo durante il pranzo.

Tra gli ospiti c’è anche “Peppino” originario dello Sri Lanka, lo chiamano tutti così nel quartiere, ha giacca elegante, un grande crocifisso al collo e il suo segno distintivo è il sorriso, collabora da tanti anni con la chiesa di Grottarossa, è il suo modo per ringraziare chi si è preso cura di lui.

Con lui Mario, anche qui nome di fantasia, per tutto il pranzo dà una mano ai volontari a sparecchiare anche se non ha tanta voglia di parlare. Seduti nell’altro tavolo invece un gruppo di ragazzi dell’est; arrivano al pranzo insieme e siedono insieme, sono giovani, con loro scattiamo qualche foto ricordo.

Storie diverse ma destini simili, tutti però contraddistinti dalla dignità che ognuna di queste persone custodisce gelosamente.

Sono quasi dieci anni che la nostra parrocchia si adopera per aiutare chi ha più bisogno, sono piccoli gesti quotidiani che però hanno un grande valore. Da sempre vogliamo che la nostra chiesa sia anche un ricovero per i più poveri, devono sapere che noi ci siamo” – ci dice Don Antonio Coluccia , vice parroco del San Filippo Apostolo e da sempre dalla parte dei più deboli.

“Una goccia nell’oceano” di Roma Nord

volontari grottarossaPrima di andare via scambiamo qualche chiacchiera con i volontari presenti che ci raccontano come si sono organizzati per i pranzi del sabato e quanto sia importante per loro fare qualcosa per gli altri.

Confermano anche quello che ci aveva già anticipato Nicoletta al telefono, un’altra volontaria della parrocchia che un sabato al mese cucina per i senzatetto: “anche nei quartieri di Roma nord, che a prima vista possono sembrare vissuti da una media borghesia, i casi di persone indigenti aumentano giorno dopo giorno. Non si tratta solo di persone che si ritrovano costrette a dormire nei parchi o sulle panchine lungo la via Cassia, ma anche di tanti altri poveri che incontriamo ogni giorno per strada e che a prima vista non sembrano bisognosi“.

Questi pranzi – sottolinea sorridendo Fra Carlo – sono momenti molto intensi e pieni di gratitudine, ma il regalo più grande lo fanno proprio loro a noi, con la loro umiltà e i sorrisi che riescono a donare.  È una goccia nell’oceano ma da qualche parte bisogna pur sempre iniziare”.

Alle quattordici il pranzo è terminato e mentre i volontari iniziano a sparecchiare la tavola gli ospiti scambiano ancora qualche chiacchiera tra loro prima di salutarsi ed allontanarsi per via di Grottarossa.

Ludovica Panzerotto

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