Home CRONACA Cimitero Flaminio, saltano i funerali di Piscitelli

Cimitero Flaminio, saltano i funerali di Piscitelli

piscitelli
Galvanica Bruni

Niente funerali privati, per oggi, per Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, ultras della Lazio ucciso mercoledì scorso con un colpo di pistola alla nuca mentre si trovava nel Parco degli Acquedotti.

La famiglia,verso le 4 di questa mattina, si e’ recata al Policlinico di Tor Vergata per una breve visita all’obitorio ma dopo pochi minuti è andata via senza ritirare la salma per condurla al cimitero Flaminio, dove il questore Carmine Esposito aveva disposto un rito in forma privata alle 6 di questa mattina per motivi di sicurezza e dove uno schieramento di forze dell’ordine era presente con uomini e mezzi che poi si sono spostate davanti al Policlinico Tor Vergata e alla sede degli Irriducibili in via Amulio, mentre altri presidi sono previsti in altre zone sensibili della citta’.

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“La salma di mio fratello – ha dichiarato Angela Piscitelli, la sorella – sta all’istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata e anche ieri la questura ci ha assicurato che rimarrà lì nella disponibilità della famiglia. Io sono intenzionata a far valere, con tutti gli strumenti che mette a disposizione la legge, il diritto di mio fratello ad avere un funerale, semplice e composto, in una normale parrocchia”.

La famiglia è infatti intenzionata ad attendere la sentenza definitiva del Tar che arriverà a settembre e poi eventualmente ricorrere nelle sedi successive fino alla Corte di Strasburgo.
Perché? ”Il questore – aggiunge Angela Piscitelli – deve aver fatto una scelta in base al suo  pathos creando un allarmismo che non era presente né nella famiglia, né nella tifoseria o nella cittadinanza in generale. Per questo   adesso – continua Piscitelli – dovrebbe riflettere sull’opportunità di  questa scelta. Si sa che a un funerale vanno amici, parenti. Non so se è una scelta giusta perché era intenzione degli amici di Fabrizio presenziare alle esequie”.

Edoardo Cafasso

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1 commento

  1. Siamo testimoni dell’evoluzione del pensiero cominciata negli anni 2000 della tifoseria della squadra di calcio della LAZIO con la quotazione in borsa ad opera di Cragnottti che voleva solo essere garanzia di risultati invece ha trasformato la tifoseria e gli azionisti in un popolo di cinici e spietati ed esaltati proattivi dell’economia a difesa solo del valore delle azioni della LAZIO.
    Una costruzione oscena che ha raggiunto anche la politica con il famoso saluto romano alla curva.
    Snaturata completamente quello che tanti anni fa voleva essere la LAZIO squadra di calcio rappresentativa proprio dei braccianti dei pastori dei coltivatori e di tutta quella gente di provincia che poco aveva a che fare con la Capitale e con i padroni.
    Epilogo triste e preannunciato invasione persino nella criminalità, troppo per tutti.
    Le tifoserie di ROMA e LAZIO condividono gli stessi problemi, se rimane a questa gente ancora un pò di pudore le squadre andrebbero ritirate dai campionati, i simboli ed i e colori archiviati.

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