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Appartamenti come acquari a Corso Francia

corso francia n.149
Galvanica Bruni

Sono le tre di notte di domenica 28 luglio quando il telefono del sig. Stefano Marino squilla. E’ il suo vicino di casa, che lo informa che il suo appartamento, sullo stesso pianerottolo, porta contro porta, si sta allagando. Nessun guasto a qualche conduttura interna all’abitazione, nemmeno un rubinetto lasciato distrattamente aperto dall’affittuario, di perdite dai piani superiori neanche a parlarne.

Solo pioggia, che come tutte le volte in caso di maltempo, entra nelle loro case, al seminterrato di un palazzo di Corso Francia, al civico 149.

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L’altra notte ero a Civitavecchia, nella casa in cui abito, stavo dormendo, fuori pioveva, a un certo punto ho ricevuto una telefonata. Quando ho sentito la voce del mio vicino di casa di Roma, ho capito che stava succedendo di nuovo, le nostre case si stavano allagando.” – ci racconta Marino.

Le previsioni meteo lo avevano ampiamente annunciato, e puntuale il maltempo è arrivato. Nella notte tra sabato 27 e domenica 28 luglio, un forte temporale si è abbattuto su Roma, causando ingenti danni e purtroppo anche una vittima nel comune di Fiumicino.

Nel XV Municipio i disagi si sono fatti sentire soprattutto in quelle zone in cui, in caso di maltempo le conseguenze sono sempre importanti: Ponte Milvio, Corso Francia, alcuni tratti della Cassia, Labaro e Prima Porta di nuovo allagati.

A Corso Francia appartamenti come acquari

Succede ogni volta che piove, indipendentemente dal periodo dell’anno: non appena le precipitazioni si fanno più intense, Corso Francia diventa una piscina e gli appartamenti ai piani bassi del 149 si riempiono di acqua e fango.

Dire che siamo abituati è davvero triste, ma purtroppo è così. Ormai siamo rassegnati, ma questa situazione non è davvero più sostenibile. Sono il proprietario di quell’appartamento da anni, questo stabile è di proprietà del Comune di Roma e ospita in tutto sette famiglie. Ogni volta che piove un po’ più forte l’acqua entra direttamente dalle finestre che danno su strada oltre che dalla porta di casa, allagando tutto” continua Marino.

A parlarne oggi, dopo soli quattro giorni, con il sole alto, il cielo senza una nuvola e le classiche temperature di una giornata di piena estate sembrerebbe quasi difficile a crederci, eppure i suoi mobili sono ancora umidi e le pareti del suo appartamento portano di nuovo i segni del fango e dell’acqua.

Questa volta è andata abbastanza bene, abbiamo raggiunto circa 30 cm d’acqua, ma insomma, i danni ci sono comunque. Il mio appartamento ora è in affitto ma sicuramente a settembre anche queste persone andranno via, come hanno fatto gli ultimi venti affittuari che si sono susseguiti negli anni: i disagi sono troppi”.

Solo un anno fa, il 17 agosto 2018, l’ultimo allagamento importante: oltre 80 centimetri d’acqua in casa. Un acquario praticamente, anche se Marino è abituato a ben altro. Due metri e mezzo il livello raggiunto nel 2011, dal pianerottolo al soffitto, un appartamento sommerso e tutto da buttare.

Lavori in corso, oppure no?

Intervistati all’inizio dell’anno da Vignaclarablog.it, Marino e il Sig. Massimo, il suo dirimpettaio, avevano spiegato chiaramente quali erano i problemi in quel tratto di strada.

Lo stabile, che si trova a metà di Corso Francia, dagli anni ’60 è sotto livello strada. Il manto stradale venne infatti rialzato di circa mezzo metro rispetto al palazzo, ma non c’è mai stato un adeguamento fognario. Così, in caso di pioggia, gli esercizi commerciali e gli appartamenti ai piani bassi vanno sott’acqua.

Il Sig. Marino racconta che in quel punto ci sono due grosse condutture d’acqua, una funzionante e l’altra chiusa. Secondo lui, nonostante i lavori siano stati affidati anni fa a una ditta appaltatrice, sono sempre stati rimandati e anche quando qualcosa è stato fatto, il problema non è mai stato risolto.

Nel 2013 dopo che una sentenza del Tribunale di Roma condannò il Comune ad eseguire le opere utili ad evitare gli allagamenti, i lavori furono finalmente eseguiti ma evidentemente senza esito positivo.

La soluzione è migliorata, ma non risolta, ora ci allaghiamo una volta l’anno circa” – raccontava il Sig. Marino al Tg5 lo scorso febbraio – “Sono stati un palliativo, diciamo che gli episodi si sono solo ridotti di numero, ma ogni volta ci ritroviamo con i mobili che galleggiano e il fango sui muri. Abbiamo scritto mail, inviato raccomandate, fatto richieste al XV Municipio, ma mai nessuno in trent’anni si è fatto sentire, né tantomeno vedere, ad esclusione dei volontari della Protezione Civile che intervengono quando serve e ci danno una mano.”

Mala tempora currunt sed peiora parantur

L’inverno scorso Marino ha addirittura chiesto un intervento diretto della Sindaca, ma anche in questo caso, nessuno si è visto. Così quando piove, alla scarsa manutenzione, ai disagi che ne conseguono, ai danni ormai certi e alla rabbia dei residenti, si aggiunge il silenzio da parte delle Istituzioni che a questa vicenda a quanto pare non hanno mai dato peso né una risposta concreta.

I residenti di questo stabile, e con loro i commercianti dei negozi limitrofi, che in caso di maltempo tamponano i disagi con delle paratie mobili poste davanti l’entrata degli esercizi commerciali, oltre agli allagamenti temono conseguenze ben più gravi.

Con tutte le alluvioni di questi anni che hanno interessato la zona, temiamo che la stabilità dell’edificio sia stata compromessa. Questa zona non è nuova a crolli di palazzine, solo tre anni fa, un palazzo è venuto giù a Via della Farnesina, a Ponte Milvio, proprio qui dietro, abbiamo paura possa capitare anche a noi. Siamo in estate e nonostante questo puntualmente finiamo sott’acqua. Figuriamoci in inverno…”.

Ludovica Panzerotto

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1 commento

  1. La piena solidarietà a chi subisce simili disagi (e la parola disagio è un eufemismo).
    Mi sorge però una perplessità nel leggere l’articolo: se il fabbricato è del Comune di Roma, a che titolo il signore intervistato concede in locazione il “suo” appartamento ad un terzo?

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