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    “Il fiume” di Peter Heller

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    Per la rubrica “Letti per voi” vi segnaliamo il romanzo di Peter Heller dal titolo “Il fiume” (Ed. Solferino, 248 pag., 17 Euro) da pochi giorni in libreria accompagnato da un lusinghiero giudizio della critica; l’autore nel 2010 ha vinto il prestigioso “National Outdoor Book Award for Literature”.

    Se amate la vita all’aria aperta (o come si dice oggi “l’outdoor”) vi piacerà; ma se siete amanti della canoa allora non dovete assolutamente perderlo.

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    La trama del libro ricorda quella della famosissima pellicola del 1972 del regista J. Boorman “Un tranquillo week-end di paura” ma ne “Il fiume” oltre alla brutalità degli uomini i protagonisti devono fare i conti anche con la violenza della natura.

    Jack e Wynn, due affiatati compagni di avventure, decidono di scendere in canoa il fiume Waskwa fino alla baia di Hudson; un viaggio di alcune settimane non privo di rischi, a cominciare dall’ambiente selvaggio del Nord del Canada.

    Nel loro viaggio a lungo desiderato dovranno presto fare i conti con un grande incendio che va devastando migliaia di ettari di bosco e poi con una strana coppia di ubriaconi che viaggiano con una canoa con motore elettrico e infine con uno squilibrato che ha cercato di uccidere la moglie.

    L’avventuroso viaggio in canoa si trasforma presto in un incubo che metterà a dura prova le diverse personalità dei protagonisti: Wynn un buono e un sognatore; Jack un uomo dei boschi, duro e determinato.

    “Il fiume” è un romanzo d’azione ambientato in luoghi dove la natura è tanto bella quanto spietata e la drammatica avventura che Jack e Wynn vivono loro malgrado li costringe a fare i conti con quel tipo di paura che solo una fine imminente è in grado di provocare.

    Se Heller, che è senza alcun dubbio un amante dell’outdoor (le descrizioni delle canoe, dell’equipaggiamento o delle armi sono estremamente dettagliate), sa raccontare bene l’avventura non è da meno nelle straordinarie descrizioni che fa dell’ambiente naturale in cui ha ambientato il suo romanzo.

    Il lettore si ritrova inevitabilmente proiettato sulle acque veloci del Maskwa e annusa gli odori del bosco, avverte il vento gelido della sera e ascolta, con trepidazione, i richiami che arrivano dal profondo della foresta. Annuserà anche l’acre odore del fumo che avvolge il bosco e il fiume e si ritroverà a fare i conti con una sorda paura.

    L’epilogo del romanzo è inaspettato e noi per ovvie ragioni non ve lo sveleremo convinti che non resisterete alla lusinga de “Il fiume”, “una storia che conquista per la sua drammaticità, il suo ritmo, il suo lirismo”.

    Francesco Gargaglia

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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