Home CRONACA Rifiuti topi e gabbiani: il Consorzio via Cortina d’Ampezzo ricorre in Procura

Rifiuti topi e gabbiani: il Consorzio via Cortina d’Ampezzo ricorre in Procura

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Galvanica Bruni

Il Consorzio stradale via Cortina d’Ampezzo fa la voce grossa e si rivolge alla Procura della Repubblica per denunciare la “situazione igienico-sanitaria di elevato allarme sociale” venutasi a creare nel territorio consortile a causa della “sistematica mancanza di raccolta dei rifiuti”.

Decine, centinaia le segnalazioni al Consorzio, alla stampa e sui social di cittadini esasperati alle prese con il problema dei cassonetti tracimanti e del carente servizio di raccolta che, oltre a causare gravi disagi ai residenti e alla viabilità in via Cortina d’Ampezzo e diramazioni, ha comportato la presenza di topi in alcune aree maggiormente sporche.

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Già a fine dicembre 2018 il presidente del Consorzio, Carlo Di Paola, aveva inviato due diffide all’AMA e al Municipio XV nelle quali, oltre a sollecitare la sostituzione dei cassonetti rotti e mal funzionanti e la regolarizzazione del servizio di svuotamento e il passaggio giornaliero, si minacciava di agire a tutela dei consorziati in sede civile e penale.

Zero riscontri, mentre la situazione dei rifiuti è andata pesantemente ad aggravarsi fino a chiedere l’intervento dell’ASL Roma 1  perchè accertasse il rischio igienico sanitario nel Consorzio” scongiurando il reiterarsi dello stesso “previo diretto intervento presso ogni amministrazione o soggetto competente“. 

E con l’arrivo dell’estate la situazione è peggiorata significativamente tanto da indurre il n.1 del Consorzio a prendere carta e penna per redigere un corposo esposto alla Procura della Repubblica.

“A causa dell’assenza di risposte alle diverse segnalazioni e dell’aggravarsi della situazione – spiega Carlo di Paola a VignaClaraBlog.it – il Consorzio si è visto costretto a denunciare la situazione alla Procura della Repubblica ipotizzando a carico dell’AMA il reato di interruzione di Pubblico Servizio ai sensi dell’art. 331 del Codice Penale e di possibile inquinamento ambientale con conseguente grave violazione del diritto alla salute ex art. 32 della Costituzione”.

Come si è giunti a questo punto, gli chiediamo. “Nel corso dell’ultimo anno, all’interno del territorio consortile si è riscontrato un livello di disservizio da parte dell’AMA così significativo che si è venuta a creare una situazione igienico-sanitaria di elevato allarme sociale che da parte nostra è stata reiteratamente segnalata alla stessa AMA, al XV Municipio e al Comune di Roma senza ottenere alcunché.”

“Nel frattempo – aggiunge Di Paola –  la situazione si è aggravata ulteriormente fino alla comparsa di topi e gabbiani attorno ai cassonetti traboccanti di rifiuti con conseguente rischio igienico-sanitario per i residenti e per l’intera collettività”.

Ed è così che in rappresentanza degli oltre 10mila residenti, il Consorzio ha ritenuto doveroso ricorrere alla Autorità Giudiziaria affinché, si legge nell’esposto, “valuti la eventuale rilevanza penale delle condotte dei soggetti interessati, disponendo i provvedimenti più opportuni nei confronti di coloro che si riterranno responsabili per tutte le fattispecie di reato ravvisabili nei fatti presentati ovvero nelle indagini che verranno compiute”.

Edoardo Cafasso

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