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Cicli e ricicli storici: baracche sulla Cassia

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Galvanica Bruni

Il mimetismo è la capacità di un essere vivente, una farfalla, un insetto, un uccello, di camuffarsi per evitare di diventare una preda; anche gli uomini, in particolar modo i militari e i cacciatori, ricorrono al mimetismo al fine di ingannare nemici e cacciagione.

Al mimetismo ricorre in tempi recenti anche chi vive negli accampamenti abusivi e questo  per non farsi individuare e rischiare cosi lo sgombero: con la vegetazione  e gli alberi si nascondono le casupole alla vista mentre i teli verdi servono per sfuggire ad un eventuale osservazione dall’alto.

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E’ proprio quello che succede in via Cassia Nuova dove, andando in direzione di Corso Francia, sulla destra di quello che viene chiamato il discesone o, da altri, la valle dei pinguini, è sorto l’ennesimo accampamento; nei terreni incolti situati tra un vivaio e l’Istituto Marymount, tra gli alberi folti, alcune baracche sono state costruite al riparo dagli sguardi.

Il lavoro è stato completato con una copertura con teli di nailon di colore verde oliva. Sono impermeabili ma hanno anche il pregio di confondersi con la vegetazione; un mimetismo efficace specie per gli sguardi dall’alto.

Anche questa piccola baraccopoli è l’ennesima conferma di come il verde di Roma da tempo offra riparo e ospitalità ai senza tetto; non è necessario un bosco o una grande macchia perché a volte bastano spazi assai limitati purchè coperti dalla vegetazione.

baracche-cassia-nuova2Recentemente abbiamo segnalato un accampamento ai piedi del Monte delle Grotte ma precedentemente avevamo individuato baracche nell’Inviolatella, sulla Via Cassia, in Via Veientana, sulla Tangenziale Est, sulle rive del Tevere e dell’Aniene, a Monte Antenne, al Villaggio Olimpico, nei giardinetti dello Stadio Flaminio, in Via di Quarto Peperino, in Via Salk, lungo la Via Tiberina, sulla rampa di Monte Mario, sulla pista ciclabile.

Accampamenti grandi e piccoli ma sempre accompagnati da discariche che raccolgono gli inevitabili rifiuti. Per non parlare poi delle deiezioni umane dal momento che non esiste insediamento che non abbia necessità di smaltire i rifiuti organici.

Un gravissimo problema di natura ambientale le cui conseguenze forse non sono avvertibili nell’immediato ma che costituiscono invece un danno per il territorio.

La cosa estremamente grave è che proprio grazie a queste forme di “mimetismo” che si ritarda o si evita di risolvere il problema secondo il principio “occhio non vede cuore non duole”.

Francesco Gargaglia

 

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