Home LA STORTA La Storta, il parco di via D’Isa nel degrado da tre anni

La Storta, il parco di via D’Isa nel degrado da tre anni

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Derattizzazioni e disinfestazioni a Roma

Due ettari di parco completamente in stato d’abbandono. È questa la situazione in cui versa ormai da più tre anni l’area verde di via Francesco D’Isa, una traversa di Via Valle della Storta, una delle strade più popolose del quartiere omonimo.

Un cancello completamente arrugginito all’entrata, alberi mai potati, viali invisibili perché ricoperti di erbacce, un roseto incolto e addirittura un pozzo profondo circa tre metri lasciato totalmente incustodito e coperto soltanto da delle travi di legno.

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Così si presenta l’area di via D’Isa, l’unica area verde della zona diventata terra di nessuno per un problema burocratico.

Neanche una settimana fa l’ultima sollecitazione da parte del Vicepresidente della Commissione Ambiente del Municipio XV, Marcello Ribera, che con una lettera indirizzata ai vertici del mini governo locale chiedeva nuovamente l’acquisizione a patrimonio e il mantenimento dell’area.

Il parco di Via D’Isa

In sostanza, l’area realizzata dal costruttore delle palazzine private adiacenti, doveva diventare un bene pubblico con atto di cessione gratuita al Comune e destinata ad opera di urbanizzazione primaria a carico dell’Amministrazione locale. Peccato però che l’ultima manutenzione del parco risalga al 2016.

Subito dopo le amministrative comunali di tre anni fa, infatti, il Dipartimento capitolino all’Ambiente avrebbe dovuto prendere in consegna l’area e provvedere alla manutenzione. Addirittura due anni dopo, nel giugno del 2018, il Consiglio del Municipio XV si esprime all’unanimità a favore della proposta fatta l’anno prima.

Per di più, secondo quanto stabilito dal documento votato dal Consiglio, in caso di ritardi l’amministrazione avrebbe provveduto a una bonifica dell’area per garantire la sicurezza dei residenti e della abitazione limitrofe. Seguirono anche altre note da parte del Dipartimento capitolino Patrimonio Sviluppo e Valorizzazione eppure ad oggi non è stato effettuato alcun intervento.

L’ultima richiesta di presa in carico

Nella nota a firma Ribera sono chiaramente indicate tutte le iniziative che il Municipio si sarebbe dovuto impegnare a mettere in atto per “sollecitare l’acquisizione dei documenti propedeutici alla successiva presa in carico dell’area verde sita in Via D’Isa da parte del Dipartimento di Tutela Ambiente” oppure “in attesa della presa in carico dell’area, sollecitare il Dipartimento Tutela Ambiente, per un intervento di sfalcio e pulizia dell’area” e addirittura “qualora non intervenga nell’arco di alcuni giorni, prevedere urgentemente un intervento di bonifica per garantire la completa sicurezza dei cittadini che risiedono nelle abitazioni limitrofe”.

Nulla di tutto ciò è avvenuto.

I residenti

Gli abitanti della zona, per sopperire alle mancanze delle Istituzioni, dallo scorso marzo hanno deciso di autogestirsi per la manutenzione dell’area.

Graziana Falcone, residente di zona e volontaria dell’area verde, ci dice: “L’idea di auto-organizzarci per la gestione del parco è nata per il dispiacere di vedere quest’area completamente abbandonata. Siamo stanchi di aspettare che qualcuno intervenga, anche se avrebbe il dovere di farlo. Non sono servite a nulla neanche tutte le telefonate fatte al Municipio. Nell’attesa ci siamo rimboccati le maniche e messi a lavoro. Siamo circa 20 persone che a tempo perso e nel weekend si danno da fare per ripulire il parco”.

“In due mesi – continua Graziana – abbiamo fatto una prima pulizia con sacchi e guanti, poi siamo andati avanti con zappe e pale. Ma da soli non ce la facciamo, avremmo bisogno di un trattore per una vera bonifica. Qualcuno, non sappiamo chi, pochi giorni fa con un piccolo mezzo ha tagliato dell’erba ma non basta.  È un peccato vedere tutto questo degrado, c’è un roseto stupendo nel parco.”

Da lontano sembra solo un campo abbandonato, da vicino è ancora peggio. Una volta raggiunta l’area ci accorgiamo dello stato in cui versa. “Il parco, lasciato così, diventa solo meta di sbandati che lasciano rifiuti e bottiglie di vetro, ne abbiamo contate cento durante l’ultima raccolta fatta. Lì giù c’è un ponticello ma non si vede perché è ricoperto di siepi. Inoltre le erbacce diventano pericolose per i bambini e anche per i nostri animali domestici.” – ci dice Carla Lupi, volontaria anche lei da pochi giorni e padrona di Zoe, una piccola jack russel.

Insomma, le famiglie che vivono in zona, ma anche chi vuole fare sport all’aria aperta o semplicemente portare il cane a passeggio, sono costrette a raggiungere in macchina le altre aree verdi, come il parco di Via Tieri – anch’esso però soggetto a problemi burocratici e quindi con scarsa manutenzione – o l’area verde messa a disposizione da un esercizio commerciale privato in Via della Storta, non lontano dalla stazione ferroviaria.

Considerato che il quartiere La Storta, che conta quasi 21mila abitanti, nel Municipio XV è terzo per densità di popolazione solo dopo Labaro (più di 22mila persone) e Tomba di Nerone (oltre 33mila residenti) e che solo via Valle della Storta, la strada che da Via Cassia interseca tutte le altre vie minori compresa via Francesco D’Isa, raccoglie molti di questi abitanti, è davvero un peccato che l’unica area verde del quartiere non possa essere utilizzata.

“Come fai a portarci un bambino a giocare: se va bene trova una vipera, se va male cade nel pozzo”  insiste Carla.

Rischio incendi in via D’Isa

“Purtroppo ad oggi non è stato effettuato alcun intervento di manutenzione, se non alcune attività a carico di volenterosi cittadini residenti” – continua Ribera nella nota – “Tale situazione grava su di loro, non solo per l’impossibilità di poter usufruire degli spazi, ma espone loro e le abitazioni limitrofe a veri pericoli derivanti dalla proliferazioni di specie infestanti e, con l’avanzare della stagione estiva, all’innesco di possibili incendi”.

Con l’avvicinarsi dell’estate è infatti proprio il rischio incendi a preoccupare di più gli abitanti della zona. “L’erba è alta e con il caldo tenderà a seccarsi, se non si interviene subito rischiamo che prenda fuoco tutto, ci sono le abitazioni vicine.” – conclude Graziana prima di salutarci, invitandoci per l’ennesima volta a fare attenzione a dove mettiamo i piedi.

Ludovica Panzerotto

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