Collina Fleming lentamente degrada. Un quartiere considerato per decenni gioiello di Roma Nord, oggi è assediato dai rifiuti e dall’inciviltà. Sono arrivate numerose segnalazioni alla redazione di VignaClaraBlog.it da parte di lettori sdegnati, delusi e arrabbiati.
“Viverci e passeggiare tra le sue vie è ormai quasi un’agonia”, ci dicono. Noi abbiamo raccolto tutte le lettere e le foto inviateci e siamo andati in perlustrazione.
Il tour del quartiere Fleming inizia da via Antonio Serra, dove un nasone sembra disperarsi per la mole di spazzatura che lo circonda e sovrasta.
Nel punto d’incontro tra via Bartolomeo Gosio, via Guido Banti e via Bevagna veniamo bloccati da un muro di cassonetti stracolmi e non sufficienti, a giudicare dalla quantità di scatoloni che invadono lo spazio retrostante. Sembrano nascosti, ma sono troppi per passare inosservati.
Pochi metri dopo, la situazione non cambia: cassonetti pieni e scatole sul marciapiede. Via Bevagna – lo sappiamo bene – è nota per i suoi eleganti negozi, ma fuori dalle vetrine l’allestimento lascia a desiderare.
Continuiamo a camminare: è mattina presto, i bambini entrano a scuola e gli adulti vanno a lavorare. Vediamo una lunga e lenta fila di macchine lungo via Flaminia, per via di un semaforo decisamente lento e delle molte macchine parcheggiate in doppia fila; suonano e risuonano i clacson di chi è bloccato nel suo parcheggio, di chi non riesce a passare e di chi si lamenta.
“È così tutte le mattine… ci vogliono dai 15 ai 20 minuti per fare quei pochi metri da via Francesco Nitti e Corso Francia, non le dico il panico che poteva esserci quando ci avevano chiuso un tratto”, ci spiegano alcuni passanti.
Proseguiamo il sopralluogo tra le vie del quartiere, ci colpisce la sporcizia delle strade e dei marciapiedi: buste, carte, cartoncini, fogli di giornale, barattoli. Purtroppo, anche feci di cani, animali fedeli a un padrone decisamente poco attento al rispetto per il suo prossimo e per la sua città.
Ripensiamo alle parole di una nostra lettrice: “… al Fleming c’è uno status perenne di puzza insopportabile, ed è tutta colpa della maleducazione e del disinteresse totale degli abitanti di questa zona per il bene comune…”
Zigzagando con fatica arriviamo a via Città di Castello, dove ci accoglie il meraviglioso scenario degli alberi di Giuda completamente in fiore. Peccato che sia rovinato da grasse, grosse e maleodoranti buste che nessuno è riuscito a far entrare nell’apposito contenitore.
Con un po’ di speranza ci dirigiamo in fondo alla via, almeno quell’area verde sarà resa ai cittadini? No, è chiusa, blindata e senza alcuna indicazione in merito.
Anche a via Raffaele Cappelli i cassonetti sono stracolmi, rotti e luridi, tanto da stimolare l’amara ironia degli abitanti che su quelli di Largo Meleagri hanno affisso dei cartelli con scritto “Sono brutto come un cesso… devo anche essere sporco?”, “Sono sponsorizzato da Senza Acqua & Senza Sapone”.
Per chi ne avesse bisogno, i cittadini del Fleming lasciano spesso elementi del loro arredo per strada. Potete trovare tavole da stiro, reti, materassi, elettrodomestici e altri meravigliosi articoli per la casa.
Questa usanza si svolge in genere a notte fonda, così mentre tutti dormono qualche illuminato lascia un incivile regalo ai suoi concittadini.
A via Achille Loria incontriamo Franco che vi abita da trent’anni, deluso osserva il cassonetto per la carta ed esclama “Sono almeno due settimane che l’AMA non passa a raccoglierla, anche oggi mi tocca riportarmela a casa. Questo posto non è mai stato così dimenticato come negli ultimi anni”.
Riportarsi la spazzatura a casa è un gesto degno di nota, ma ma obbiettivamente non è sempre applicabile, perché la maggior parte dei rifiuti marcisce e maleodora nel giro di poco tempo, oltre che a occupare spazio. Così i cittadini si trovano spesso costretti a lasciare le buste sopra i coperchi, a penzoloni sui manici o per terra.
La nostra perlustrazione ha confermato le segnalazioni inviateci: Collina Fleming è decisamente trascurata dall’AMA ma – duole ammetterlo – anche dai suoi abitanti. Infatti, è impossibile non accorgersi che la differenziata non viene rispettata dai più.
Ce lo conferma Ida, che incontriamo mentre spinge con forza le sue buste nei rispettivi contenitori: “Certe volte mi chiedo se sono bacata io. A casa ho 5 piccoli cestini: organico, indifferenziato, carta, plastica e metallo e vetro; divido tutto con cura, levo persino le etichette. Poi, scendo per buttare e mi ritrovo tutto mischiato. Lì per lì mi arrabbio, mi prometto che me ne fregherò anche io, ma dopo poco ci ripenso, perché ho fiducia nell’idea qualcosa cambierà”.
Due domande sorgono spontanee: è questo il quartiere che i residenti vogliono? Cosa si può fare per migliorarlo? Ai lettori le risposte e le conclusioni. Noi vi ricordiamo che differenziare non è solo previsto dalle Legge, ma è necessario per salvaguardare il nostro pianeta, e che è possibile solleticare l’intervento di AMA tramite il numero verde 80086735 oppure inviando una segnalazione tramite il sito web o l’App.
E per chi vuole liberarsi dei rifiuti ingombranti, delle apparecchiature elettriche ed elettroniche e dei rifiuti speciali (ossia olii, batteria, pile, consumabili da stampa, ecc), esistono diversi centri di racconta; quello più vicino è in via dei Campi Sportivi all’Acqua Acetosa. Inoltre, l’AMA offre i seguenti servizi per i rifiuti ingombranti: la raccolta domicilio, le domeniche “il tuo quartiere non è una discarica” e le giornate straordinarie su richiesta dei municipi.
Giulia Vincenzi
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Concordo pienamente con l’essenza dell’articolo. Oltre la latitanza cronica di AMA, la maleducazione di alcuni, troppi purtroppo, cittadini è il sintomo del cancro che sta uccidendo la Nostra bella città.
Io continuo con i miei piccoli gesti quotidiani per cercare di ristabilire un po’ di civiltà. Non perdo la speranza ma è sempre più dura.
Decisamente i maleducati sono la maggioranza; non c’è cassonetto in questo quartiere che non sia contornato di cartoni sacchetti e arredi scaricati senza remore rispetto e cura, perfino reti, materassi ed espositori di farmacia !!!!
la maggior parte dei residenti non fa la differenziata (basta vedere quello che si trova dentro i cassonetti riservata ai materiali non riciclabili) e considera l’area dei cassonetti alla stregua di una discarica dove poter gettare di tutto senza criterio. Non condivido tuttavia l’opinone di quelli che rimpiangono un passato che secondo me hanno idealizzato. Il Fleming e Roma in generale sono sempre stati sporchi, come la maggior parte dei centri urbani a sud del Tevere, e dopo mezzo secolo ormai io ho purtroppo perso la speranza di assistere a miglioramenti della situazione, almeno nel medio termine.
C’è sicuramente grande parte di responsabilità da parte dei cittadini di quartiere, tuttavia le corse dei corse dei Camion AMA da alcuni anni si sono sensibilmente ridotte , cosi come quelle di pulizia stradale, facendo proliferare i sacchetti fuori dai cassonetti. I cassonetti, qualche anno fa, erano colmi solo nelle giornate di festa (Natale, Pasqua,ecc) ora è diventata la normalità.
Oggi spesso mi trovo a dover fare spazio nel cassonetto per mettere la mia spazzatura in modo che non cada a terra oppura riportarla a casa e metterla in balcone in attesa che venga svuotato il cassonetto.
Concordo con inefficienza dell’Ama e con la maleducazione dei cittadini, aggiungo inoltre che consumiamo e produciamo troppi rifiuti. Dovremmo tornare alla sobrietà di qualche decennio fa, pensare al riuso, comprare meno oggetti e alimenti pieni di imballaggi, boicottare gadget inutili, ecc.
Purtroppo una grossa fetta di responsabilità l’hanno coloro che hanno la mentalità del “tanto ci penserà qualcun altro”. E vale per i proprietari di cani che non si preoccupano di pulire le deiezioni del loro animale – gli farà schifo? se ne fregano? come concepiscono un comportamento così incoerente e ipocrita..?!? – così come per tutti coloro che non fanno la fatica di portare ingombranti o rifiuti speciali là dove è disponibile il servizio di ritiro: un’altra cosa che non capirò mai. Un conto è non avere alternative, un conto è averle e fregarsene..