Home ATTUALITÀ #stacce, in viaggio con Paolo Masini per il derby… de Roma

    #stacce, in viaggio con Paolo Masini per il derby… de Roma

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    Galvanica Bruni

    Non è che fossi molto convinto di intraprendere l’avventura di #stacce wederby, ideata dall’ex assessore capitolino Paolo Masini. Mi dicevo, alla vigilia, “ma chissà che verrà fuori!”, e soprattutto “ci conosciamo appena, dovremo stare dieci giorni insieme, gomito a gomito, che ci racconteremo?”.

    Conoscevo appena Paolo, e se solo pensi al fatto che è un politico, ti viene voglia di dire “ma chi me lo fa fare?”. Invece accetto il lavoro, e salgo sul furgone con lui. Con una richiesta, visto e considerato che praticamente ho imparato a guidare prima i furgoni delle automobili: “Non considerarmi videomaker, giornalista, addetto stampa.. considerami gentlemen driver”.

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    Masini accetta, fa scrivere sul sito la dicitura richiesta (sì, perchè #stacce wederby ha un sito internet, e anche una pagina Facebook), e mettiamo in moto. Giriamo Roma in lungo e in largo, maciniamo chilometri, saliamo e scendiamo da quel Ducato allestito, nella parte posteriore, come un set televisivo.

    Presto spiegato, si assiepano due tifosi-amici, e si sfidano. “Se vince la Lazio ti metti la maglia di Paolo Di Canio”, “Se vince la Roma canti l’inno di Venditti davanti a tutti”, il filo conduttore è questo, i due si stringono la mano e lanciano la sfida.

    E ne riprendiamo (con la telecamera) fra le più disparate, di interviste-sfide, per esempio il presidente della Polisportiva Lazio Antonio Buccioni sfida Riccardo Viola, presidente del Coni regionale, a entrare nella gabbia dei leoni, chi perde se la dovrà vedere col felino. Insomma, un di tutto di più che coinvolge il mercato di Testaccio e quello dell’Alberone, centri anziani e scuole, Vincent Candela e Nando Orsi, attori e fornai, macellai e pizzicaroli, impiegati del catasto e manovali, una scuola per non vedenti, perfino due gommisti al semaforo, che vedono le insegne del nostro mezzo di locomozione e si fanno riprendere mentre si sfidano.

    Tutto il giorno a trottare, lingua spesso penzoloni, mentre Paolo e io sfidiamo freddo e vento, canicola e traffico impazzito, che Roma è il caos fra un semaforo che non funziona, auto parcheggiate in doppia fila e lavori in corso. Finisce, dopo dieci giorni, e appena scendo dal furgone per l’ultima volta m’accorgo che mi mancherà qualcosa. Il gusto del fare qualcosa di diverso, la sensazione di aver trovato un amico, col quale ho condiviso caffè e pranzi fugaci, confidenze su donne e lavoro, soldi e sogni da realizzare.

    Non ci siamo presi Roma, come affermò il Libanese. Ma ce la siamo gustata. E siamo diventati amici, anche se lui sono tre giorni che non mi chiama. Ma lo so, ha il debole per il suo precedente addetto stampa, magari sta al telefono con lui, adesso…

    Massimiliano Morelli

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