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Teatro Olimpico, i Momix nel paese delle meraviglie

Momix 2019
foto di Equilibre Monaco
Duca Gioielli

Dopo l’anteprima a Vicenza, “Alice” ha debuttato in prima mondiale al Teatro Olimpico (Piazza Gentile da Fabriano 17) nella sera di mercoledì 20 febbraio.

Inserito nel calendario della nona edizione del Festival Internazionale della Danza e presentato insieme all’Accademia Filarmonica Romana, il nuovo spettacolo dei Momix, che è ispirato alla favola di Lewis Carroll e sarà in scena fino a domenica 3 marzo, è un’autentica meraviglia di movimenti, musica, luci e suggestioni.

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Non intendo raccontare l’intera storia di Alice” – ha detto il coreografo e direttore artistico Moses Pendleton, presentando lo spettacolo – “ma usarla come punto di partenza per dare libero sfogo all’invenzione”. E così è: non appena si spengono le luci in teatro, si entra in un mondo parallelo, in un universo magico e colorato popolato da creature strambe, misteriose e stupefacenti, in un paese delle meraviglie in cui tutto è possibile ed illogico, inaspettato e spiazzante, fuorviante ed onirico.

Nei novantacinque minuti di spettacolo (più l’intervallo) gli spettatori non solo rivivono le atmosfere e le situazioni del romanzo che Lewis Carroll inventò per la sua piccola Alice, ma sono anche catapultati ed immersi costantemente in una dimensione in cui i personaggi della favola – il coniglio bianco, il cappellaio matto, la regina, la stessa Alice – mutano, si espandono, sono letteralmente duplicati, moltiplicati, in un tripudio crescente di malie poetiche, suggerimenti per l’anima, immagini dai colori vividi e movimenti coreografici talmente complessi ed articolati da risultare (per chi guarda) semplici, fluidi ed armoniosi.

Animata da sette danzatori di grande talento – Heather Conn, Gregory DeArmond, Seah Hagan, Hannah Klinkman, Sean Langford, Jade Primicias e Colton Wall –, che sono insieme acrobati, illusionisti e attori di un teatro visuale senza eguali, “Alice” è una rappresentazione che è difficile descrivere o raccontare, è un’esperienza che va vissuta senza filtri o resistenze, un regalo prezioso e sorprendente, una manifestazione di grazia e bellezza cui non manca l’ironia e che  presenta momenti eccezionali come “The Lobster Quadrille” (sulle note ipnotiche dei Franz Ferdinand), “The Queens of Clubs & Spades” (un quadro di raffinata sensualità) e “Cracked Mirrors” (incanto visivo di livello altissimo).

Com’è consuetudine dei Momix e senza che si perda mai contatto con l’opera di Carroll, non mancano, poi, i riferimenti al mondo della natura e alle tante creature che lo popolano, autentico rifugio dell’individuo e antidoto efficace contro un groviglio di rapporti interpersonali che si fanno sempre più asettici, virtuali e schermati.

Dopo quasi quarant’anni di onoratissima carriera, la macchina dei Momix funziona a pieno regime, produce ancora stupore e bellezza, ribalta le sorti di una giornata fatta di incombenze non propriamente piacevoli e, non solo ci svela cosa c’è dietro lo specchio, ma, facendo uno scherzo sbarazzino alla piccola Alice, ci suggerisce anche la cosa più importante di tutte: la fantasia e l’invenzione, il brio e la poesia che troviamo da quella parte dello specchio sono una ricchezza che non è destinata ed essere relegata alla dimensione del sogno, ma la possiamo portare anche da questa parte, nella realtà, e intingerci le nostre vite.

Giovanni Berti

NdR: i biglietti sono in vendita al botteghino (orario 10-19, nei giorni di spettacolo anche 20-21.30) e sul sito internet del Teatro Olimpico).

 

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