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A Castel Giubileo una gigantesca discarica

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Galvanica Bruni

Il 2019 si apre con una buona notizia e una cattiva: la buona è che i “cotton-fioc” non biodegradabili, tra i maggiori responsabili dell’inquinamento marino, non potranno più essere messi in commercio.

La cattiva è che i buoni propositi, almeno per quanto riguarda l’ambiente, sono rimasti e rimarranno tali. Mark Twain ha scritto che alla fine di ogni anno tutti noi facciamo dei buoni propositi che serviranno poi per lastricare la strada per l’inferno dell’anno che verrà: l’inferno del degrado ambientale.

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La solita esagerazione? Niente affatto. Basta gettare un occhio a ciò che all’incrocio tra Via Valgardena e Via dell’Acqua Traversa, sulla Cassia, qualche “galantuomo” ha abbandonato in strada  a fine anno. E non ci si venga a dire che è colpa dell’AMA che ancora non ha rimosso quel cumulo di detriti e legname.

Ma quello che abbiamo scoperto nei pressi della diga di Castel Giubileo, a pochi passi da via Fornace Vignolo, ha dell’impressionante: anni fa documentammo sempre in quel luogo la presenza di una mega-discarica con  tanto di amianto. Intervenne l’Autorità Giudiziaria che pose sotto sequestro l’area mentre l’accesso fu bloccato con paratie di cemento.

Oggi, sparite le paratie, tutto è tornato come prima, anzi peggio perché la discarica si estende per almeno 150-200 metri e se non fosse che arrivati ad un certo punto c’è il Tevere, probabilmente continuerebbe.

Una lunghissima distesa di rifiuti che copre la fascia di terreno tra la strada che conduce a Labaro e l’area golenale; ovviamente c’è di tutto. Materassi, elettrodomestici, computer e stampanti, calcinacci, pannelli di gesso e centinaia, anzi migliaia di sacchi della spazzatura sul cui contenuto forse varrebbe la pena indagare.

Quella di Castel Giubileo è una “immonda discarica” come quella di Tor di Quinto, in Via del Baiardo, fatta di rifiuti, di indifferenza e anche di una buona dose di incoscienza.

Non fosse altro perché tutte le aree poste nei pressi di fiumi o di specchi d’acqua sono aree particolarmente delicate e con un fragile equilibrio.

Hai voglia a parlare di cotton-fioc, di cetacei spiaggiati, di effetto serra e del pianeta che va in malora: fatica sprecata dal momento che si tollera un simile scempio che è sotto gli occhi di tutti.

Quell’area per giunta è anche molto bella perché  ingentilita dalla presenza di alcuni laghetti circondati da canne palustri e alberi di Carrubo (una pianta non molto diffusa) e frequentata da aironi, gabbiani, cormorani e dal martin-pescatore. Un’area che potrebbe essere trasformata in una piacevole oasi e che invece con una indifferenza criminale abbiamo destinato a discarica.

La grande e immonda discarica di Castel Giubileo è il simbolo di un fallimento: il fallimento di ogni buon proposito e il fallimento di norme che alla fin fine altro non fanno che garantire impunità a incivili e maleducati.

Francesco Gargaglia

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1 commento

  1. …alla quale purtroppo si somma la discarica, crescente negli anni con scarti di ogni genere, che si trova dopo l’ingresso della pista ciclabile della stazione di Saxa Rubra appena sotto le scalinate di accesso alla pista!

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